35. Promessa

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"Sta venendo nella nostra direzione e non ha una bella cera, mi raccomando non fate nessuna scenata qui" mi sussurra Gisele riferendosi a Justin, mentre prendo il libro di matematica dal mio armadietto.

Stanotte, o meglio dire stamattina, Justin è rientrato alle tre, ero sveglia ma ho fatto finta di dormire, non avevo voglia di litigare con lui, sopratutto nello stato in cui era, puzzava di alcol e ho preferito stare zitta e non peggiorare le cose. Me ne sono andata da casa sua alle prime luci del mattino ed ho chiamato Gisele dandoci appuntamento al bar fuori scuola. Non so perché, ma quando ho bisogno di parlare con qualcuno delle mie amiche, alla fine scelgo sempre lei, forse perché ha sempre saputo tutto di me e Justin dall'inizio. Non appena mi ha raggiunto al bar, avendo tempo a disposizione prima di entrare a scuola, gli ho raccontato tutto, ho parlato di mia mamma, del tradimento, di Anwar e del comportamento di Justin.

Prendo un lungo respiro e mi giro nella direzione che mi ha indicato Gì. Quando mi volto lui è già vicino a me ed ha un'aria nervosa.

"Posso sapere perché sei scappata da casa mia come una ladra stamattina e non rispondi nemmeno alle mie chiamate?" Mi domanda Justin confuso.

"Uhm.. vi lascio da soli" si intromette la mia amica abbozzando un leggero sorriso verso di me prima di andarsene.

"Buongiorno anche a te" rispondo ironica con un finto sorriso sul volto.

"Faith" mi guarda serio.

Pretende sul serio una risposta?!

"Lo sai che sei l'ultima persona sulla terra in questo momento che può farmi una predica vero?" Dico assottigliando gli occhi, mentre lui continua a guardarmi confuso aspettando una mia giustificazione.

"Ieri avevo bisogno di te Justin" gli punto un dito contro nervosa. "Mi sono svegliata nel bel mezzo della notte e tu non eri al mio fianco perché sei uscito a spassartela chissà dove, con chissà chi, a fare chissà cosa!" Lo accuso. "Sei uscito e mi hai lasciato da sola quando mi avevi promesso che mi saresti stato accanto, e invece cos'hai fatto eh? Sei stato pessimo" Sbotto acida.

"Innanzitutto non ho proprio la testa per spassarmela come hai detto tu, e lo sai benissimo" inizia. "E cosa intendi con "a fare chissà cosa con chissà chi?" Pensi che sono stato con qualche ragazza?" Mi domanda cercando un contatto visivo.

"Non intendevo questo" gli lancio un'occhiata di fuoco mentre mi mordo nervosamente la guancia.

"Lo spero, perché se pensi questo di me non dureremo a lungo quando ci saranno chilometri di distanza a dividerci" mi dice scuotendo la testa e facendo una risata nervosa. "Quando ti sei addormentata, qualche ora dopo mi ha chiamato Martin, era il suo compleanno ieri e visto che non sto uscendo per niente con lui o gli altri, e non sto andando neanche agli allenamenti ho accettato di vedermi con lui. Siamo andati al joseph's pub a qualche isolato da casa nostra e siamo stati tutta la serata lì con gli altri ragazzi della squadra a bere qualche birra. Ho accettato perché tu stavi dormendo, io invece non riuscivo a farlo pensando a te che stavi male e ad altri pensieri che sai, e quindi sono andato. Ho sbagliato, lo so, infatti volevo farmi perdonare stamattina ma sei praticamente scappata da me" Si avvicina e mi prende il viso tra le mani. "Hai ragione, sono stato pessimo a lasciarti da sola per tanto tempo, con il cellulare scarico quando tu in questo periodo non mi hai lasciato mai da solo, mi dispiace tanto, ma mi farò perdonare okay?" Aggiunge guardandomi negli occhi.

La campanella suona e mi allontano da lui.

"Devo andare, ho il compito di matematica" dico fredda senza aggiungere nient'altro. Sono delusa ed ora voglio solo concentrarmi sulla scuola e dopo ne riparleremo.

Nell'ora di pranzo non vado in mensa ma vado ad isolarmi sul terrazzo del palazzo della scuola. Mi siedo su una sedia di plastica e guardo fisso lo schermo del mio cellulare indecisa se chiamare o no Zayn ed informarlo di tutto quello che è successo. Venerdì ha un esame e non vorrei farlo venire qui lasciando che si distragga dai suoi studi perché se glielo dicessi non esiterebbe un secondo a lasciare tutto e venire da me. Anche papà proprio come mio fratello è ancora ignaro di tutto. E' fuori città e tornerà domani mattina. Se non gliel'ho ancora detto è solo per non rovinargli il viaggio di lavoro. Mamma stamattina mi ha mandato un messaggio dicendomi che vuole informare lei stessa a papà non appena metterà piede a casa nostra della "grande scoperta".  Anwar invece non l'ho ancora sentito da ieri anche perché non saprei come contattarlo, non so nemmeno se è felice di aver scoperto di avere una figlia quindi non so cosa aspettarmi, non voglio comunque fare io il primo passo. Sto ancora metabolizzando tutta la situazione.

"Quando qualcosa ti preoccupava nei primi anni di scuola, venivi sempre qui" sussulto quando vengo distratta dai miei mille pensieri. "Vedo che non è cambiata questa abitudine" Justin si avvicina a me e si abbassa alla mia altezza con le ginocchia per terra. "Questo mese non è stato per niente facile, non abbiamo passato molti momenti sereni io e te, e non sono stato nemmeno il tipo di ragazzo che meriti di avere al tuo fianco" parla serio prendendo le mie mani e incastrandole nelle sue. Annuisco mordendomi il labbro, concordando con lui. Da quando Pattie è in ospedale, Justin ha incominciato ad essere scostante, si è chiuso in se stesso e molte volte non mi ha permesso di aiutarlo.

"Nonostante il mio carattere di merda tu mi sei sempre stata accanto e non mi hai mai abbandonato ed io sono l'uomo più fortunato del mondo ad averti nella mia vita Faith" mi dice. "Puoi promettermi una cosa?" mi domanda quasi pregandomi con gli occhi.

Annuisco debolmente mentre stringo le mie mani nelle sue.

"Anche.." prende un lungo respiro. "Anche quando le cose saranno difficili ed io ti dirò di lasciarmi da solo o magari dirò qualche cazzata solo perché sono arrabbiato tu non lo fare, non mi abbandonare Faith" parla scuotendo la testa. Tolgo le mie mani dalle sue e le poggio sulle sue guance.

"Justin te lo prometto, non ti lascerò da solo, anche quando le cose si faranno difficili" dico piuttosto sicura e con gli occhi lucidi.
Sono ancora arrabbiata per il comportamento che ha avuto ieri sera, anche se in parte ora ho capito le sue ragioni, ma su questa domanda non potevo non risponderlo, sono sicura della promessa che gli ho fatto.
So a cosa si riferisce quando dice "le cose saranno difficili". Le possibilità che Pattie possa farcela sono basse e ha paura di perdere sua mamma, come è normale che sia, e lui nei momenti difficili tende sempre a scappare, ad isolarsi, ma non glielo permetterò, non lo lascerò solo. Justin è la persona più importante della mia vita e non gli permetterò di fare nessuna stupidaggine.

"Tu sei una benedizione nella mia vita" mi guarda con un luccichio negli occhi. "Stasera voglio portarti in un posto, devo ancora farmi perdonare giusto?" mi domanda trattenendo un sorriso. Annuisco ancora seria. "Bene, quindi per le sette sii pronta" mi dice. "Queste ultime settimane le abbiamo passate sempre a casa o in ospedale, ti meriti una serata diversa e ho già in mente tutto" mi sorride e ricambio anche io questa volta, dopo avergli tenuto il muso fino ad ora.

La campanella suona di nuovo ed entrambi ci alziamo per raggiungere le nostre classi. "Non me lo dai quindi un bacio?" mi domanda prima di scendere le scale.

Scuoto la testa cercando di trattenere un sorriso. "Devi meritartelo, vedremo se stasera riuscirai a farti perdonare" gli dico con un ghigno sul volto. Scendo le scale e raggiungo la mia classe per niente pronta ad affrontare un intensa ora di matematica. In questo momento vorrei essere già con Justin.

SAME OLD LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora