15. Damon

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«Dai Damon, solo un altro giro!»

Cassandra mi guarda con gli occhi teneri, cercando di convincermi a fare un altro giro sulle montagne russe.
Da quando siamo arrivati, non fa altro che saltellare felice da una giostra all'altra.
Ora invece, mi ha incastrato sulle montagne russe, costringendomi a fare il terzo giro di fila.
Ma d'altronde, come potevo dire di no al suo bel faccino?

«Questo è l'ultimo.»

La avviso già in partenza.

«Promesso.»

Si risiede ai posti dei primi due giri, ovvero avanti, la giostra parte e Cassandra inizia ad urlare euforica, io invece rido a sentire i suoi urletti felici.
Dopo aver fatto qualche giro su se stessa, la giostra si ferma.
Scendiamo e io mi fermo ad ammirare la bellezza della ragazza che ho di fronte.
Lei è così, favolosa.
Senza alcun filtro.
Senza trucco.
Con i capelli scompigliati dal vento che gli ricadono sugli occhi.
Nella sua semplicità...È lei.

«Non posso rubarti un altro giro?»

Punta i suoi occhi nei miei, ritentando con lo sguardo tenero.

«No, dobbiamo provare ancora un'altra giostra.»

Mi guarda confusa, non capendo a quale giostra mi riferisco.

«Ma se le abbiamo provate tutte!»

«No, ne manca ancora una, quindi andiamo.»

«Okay.»

Mi segue, e passiamo davanti ad un camioncino con tantissimi peluche.
Mi giro verso la sua direzione, in attesa di una sua reazione.
Come previsto, Cassandra si gira verso di me e spalanca gli occhi.

«Voglio un pupazzo!»

«Va bene.»

Le rivolgo un sorriso sghembo, e mi avvicino al camioncino per aspettare il mio turno.

«Chi spara dei due?»

Il proprietario del camioncino sposta lo sguardo da me a Cassandra.
Sono sul punto di dire "Io", quando Cassandra mi precede.
La guardo a bocca aperta, non capendo bene cosa voglia fare.

«Si lo so, ti ho stupito. Di solito nei libri o nei film è sempre il ragazzo a vincere il peluche, ma non siamo lì, no? E per tua informazione, io sono molto brava in queste cose, quindi, fatti da parte ragazzino.»

Si prepara a giocare, mentre il ragazzo ride guardando la mia espressione sbalordita.
Questa non è Cassandra, almeno, non quella che credevo di conoscere io.
Con mia grande, anzi grandissima sorpresa, sbaglia solo un colpo, riuscendo a buttare tutte le altre 24 lattine, meritando, il pupazzo più grande.

«Mmh, non si quale scegliere, secondo te?»

Si gira nella mia direzione e aspetta un mio consiglio.
Passo lo sguardo su tutti i pupazzi, fin quando, non vedo un orsetto, veramente enorme, con lo sguardo dolce, proprio come il suo.

«Quello.»

Lo indico alzando il mento, e quando Cassandra lo vede, annuisce.
Cassandra lo abbraccia e subito viene coperta dall'orsetto, che poi chiamarlo così è eufemismo.
È alto quanto lei!

«Ora vuoi seguirmi?»

«Va bene.»

Camminiamo tutti e tre cercando di farci spazio tra i bambini che corrono facendo svolazzare il loro palloncino.

«Ecco la nostra prossima giostra!»

Cassandra segue la direzione del mio braccia e quando i suoi occhi incontrano quell'enormità in movimento, fa "no" con la testa.

Non andare via. {In revisione}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora