Sara White era preoccupata.
Era nell'ufficio del Direttore del Dipartimento degli Auror, su una poltroncina sistemata davanti alla scrivania. Teneva le gambe accavallate e una copia della Gazzetta del Profeta spiegata davanti a sé. Gli occhi scorrevano rapidi sulle parole in prima pagina, mentre un piede dondolava nervosamente. Man mano che procedeva nella lettura, la ruga sulla sua fronte diventava sempre più profonda.
Terminata la lettura dell'articolo, chiuse il giornale con uno scatto. "Idioti."
L'orologio che portava al polso segnava le nove passate. Il Direttore era in ritardo, sembrava che l'incontro con il Ministro stesse andando per le lunghe. Quella convocazione, arrivata tramite un biglietto lasciato alla segretaria del Dipartimento, era inaspettata e aveva qualcosa di ufficiale che non le piaceva.
Aveva passato la notte a lavorare con la sua squadra per chiudere l'ultimo caso, poi aveva cercato inutilmente di dormire qualche ora sullo scomodo divano del suo ufficio, solo per essere svegliata dal bussare insistente di Shira, la segretaria del Dipartimento. Quando aveva aperto la porta, scompigliata e con gli occhi ancora mezzi chiusi, si era trovata davanti il braccio teso della ragazza che le porgeva un biglietto.
Nel mio ufficio alle 9. Importante.
La voce squillante di Shira era penetrata oltre la nebbia del suo cervello ancora mezzo addormentato e le aveva comunicato che il Direttore era dal Ministro e che sarebbe potuto essere un po' in ritardo.
Così, alle nove e dieci Sara era nell'ufficio del suo capo a domandarsi cosa ci fosse di così importante. O meglio quale delle molte cose che stavano succedendo in quel periodo fosse la più importante.
Era un brutto periodo, come Sara non ne aveva mai visti. Stavano accadendo un sacco di cose strane. Sparizioni inspiegabili, fughe di notizie, insoliti movimenti. Albus Silente e Harry Potter andavano in giro a dire che Voldemort era tornato. Erano da poco evasi dieci tra i più pericolosi Mangiamorte ospitati ad Azkaban e nessuno aveva la più pallida idea di dove fossero finiti.
Sara non era mai stata tra coloro che pendevano dalle labbra di Albus Silente, ma dargli del pazzo visionario sembrava un po' troppo. D'altra parte, credere che Voldemort fosse tornato era una cosa grossa, più grossa di quanto la maggior parte della gente potesse sopportare. Eppure, più cose accadevano più Sara si convinceva che dovesse esserci qualcosa di vero, il che rendeva il tutto ancor più spaventoso.
Il Ministro Caramell cercava di negare l'evidenza o forse si era davvero convinto che Silente fosse impazzito a causa dell'età. In ogni caso le spiegazioni stiracchiate che dava alla stampa non stavano in piedi. L'unico a crederci davvero sembrava il suo assistente.
L'articolo che aveva appena terminato di leggere era un esempio lampante.
Il Direttore irruppe nell'ufficio interrompendo le considerazioni di Sara, che si alzò in piedi per salutare.
"Buon giorno"
"Ah, è qui."
"Sì, Shira mi ha detto che voleva vedermi."
Il Direttore fece avanti e indietro un paio di volte alle spalle della scrivania. Prese una pila di carte, fece per riordinarla, poi la posò dov'era prima. Era strano vederlo così agitato.
"Capo, cosa succede?" Sara era ancora in piedi.
Il Direttore smise di fare avanti e indietro e sedette sulla sua poltrona. Fece cenno a Sara di tornare a sedersi. La guardò per un momento, esitò, poi iniziò a parlare.
"Ho appena ricevuto una lavata di testa dal Ministro. Ne immagina il motivo?"
"Posso azzardare qualche ipotesi."
