4. Hood is a Targaryen

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Quando apro timidamente la porta dell'aula di detenzione, questo pomeriggio, non mi sento minimamente sorpresa nel trovare Michael Clifford praticamente addormentato ad un banco in terza fila. Lui invece, appena alza svogliatamente lo sguardo per vedere chi sia entrato nella stanza, mi sembra decisamente sorpreso. E stavolta non posso biasimarlo, dato che è probabilmente la prima volta in tutta la mia vita che entro in quest'aula di detenzione.
A dir la verità, è la prima volta in tutta la mia vita che entro in un'aula di detenzione.

Il fatto che ci sia finita senza avere alcuna colpa, poi, non mi consola affatto.

Il professor Olsen se ne sta seduto alla cattedra, con lo sguardo troppo preso dai titoli di testa del giornale che sta avidamente leggendo per accorgersi del mio ingresso in aula. Decido quindi di farmi coraggio e prendere silenziosamente posto a uno dei banchi liberi, possibilmente quello più distante da Michael.

L'orologio segna le tre e un quarto; mancano ancora poco meno di due ore per uscire di qui e Michael Clifford non ha ancora smesso di fissarmi sconcertato.

Sto quasi per voltarmi per intimargli di smetterla quando la porta si spalanca nuovamente e Clifford diventa l'ultimo dei miei pensieri.

Sicuramente non mi aspettavo che Calum Hood si presentasse alla punizione dopo l'incidente con la macchina. A dir la verità non so esattamente cosa sia successo dopo aver visto il fuoco. Calum si è allontanato velocemente dall'auto e il preside Sheperd, poco distante da lì, è intervenuto subito chiamando anche i vigili del fuoco. Riguardo a me, sono stata presto rassicurata e allontanata dal parcheggio, mentre Calum è stato preso da parte e interrogato.

Si dice che la macchina, piuttosto vecchia, abbia avuto un cortocircuito o qualcosa del genere.

Tuttavia, io non dimentico quello che ho visto. Non dimentico che la macchina ha preso fuoco subito dopo che Calum ha aperto con forza lo sportello.

Non dimentico che nonostante le fiamme Calum non abbia riportato neanche una minima e innocqua ustione.

Non dimentico che, ai miei occhi, era proprio Calum quello che stava andando a fuoco.

Hood mi lancia uno sguardo confuso (probabilmente mai confuso quanto il mio) e Clifford mi sembra più sorpreso che mai.

-Insomma? Che fai lì impalato?- mastica svogliatamente il professor Olsen, per tornare subito dopo alla sua lettura.

Calum sembra riprendersi e si dirige verso un posto libero, senza pronunciare parola.

Nonostante nessuno sembri accorgersene, posso sentire su di me la pesante tensione e gli sguardi insistenti dei due ragazzi. I quali, stranamente, ancora non hanno cominciato ad insultarsi o a lanciarsi occhiatacce.




Sto rileggendo la stessa pagina sulla rivoluzione industriale inglese per la settima volta, quando il professor Olsen si alza inaspettatamente, mettendo giù il giornale.

-Io ho... Un appuntamento urgente. Restate qui fino alla fine della punizione voi.- mugugna sfilandosi gli occhiali e riponendo in fretta tutti i suoi effetti dentro la cartella.

In men che non si dica il professore è fuori dall'aula e, ovviamente, qualche minuto dopo cominciano ad uscire anche tutti gli altri.

O meglio, non proprio tutti.

L'aula è completamente vuota fatta eccezione per me, seduta in prima fila, Michael Clifford, seduto in fondo all'aula e Calum Hood, seduto da qualche parte lontano da entrambi.

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