Questa è probabilmente stata la giornata più assurda della mia vita.Sto seduta alla scrivania della mia stanza, con il libro di letteratura aperto sui sonetti shakespeariani, e non riesco a smettere di pensare a tutto quello che è successo. Subito dopo l'incidente di Ashton e il naso sanguinante di Luke sono corsa a casa, senza sentire o contattare gli altri.
Fin troppo sconvolta.
Ci sono troppe cose che non riesco a capire di questa situazione. Prima di tutto come sia umanamente possibile riuscire a dar fuoco ad una macchina solamente toccandola o anche come si faccia a far crollare un pavimento senza nemmeno volerlo.
In secondo luogo, è davvero possibile che una leggenda totalmente surreale come quella della pietra possa essere vera?
Calum riesce ad andare a fuoco, Michael a controllare l'acqua nelle tubature, Luke crea folate di vento e Ashton fa tremare il cemento. Ed è mentre sono qui seduta nella mia stanza, intenta a decifrare il pentametro giambico, che non riesco a fare a meno di chiedermi cosa sia realmente successo a me invece.
Tutti e quattro i ragazzi, inspiegabilmente, corrispondono ai quattro elementi. E io?
Non sono stata io a dar fuoco ad una macchina.
Non sono stata io a far scoppiare una bottiglietta d'acqua.
Non sono stata io ad aver quasi fatto cadere Ashton dal terzo piano.
E, anche se sembrano estremamente simili, il mio apparente "scudo" o "campo di forza" non è minimamente paragonabile a ciò che è stato in grado di fare Luke.
-Tutto bene, Shawn?- domanda mia madre facendo irruzione nella mia camera e riportandomi alla realtà.
Le rivolgo un sorriso forzato e annuisco velocemente. Di certo non posso raccontarle che sua figlia è diventata una specie di sorgente energetica e che gli unici amici che sembra avere sono dei fenomeni da baraccone.
-Tra poco vado al lavoro, non dovrei tornare troppo tardi.- mi informa che anche stasera dovrà fare il turno di notte. -Mi raccomando, chiuditi dentro.- si raccomanda come ogni volta.
Continuo a sorridere, sperando che mi lasci presto di nuovo sola nella mia stanza con i miei pensieri.
-Ma ancora studi?- chiede fingendosi sorpresa, non volendosi schiodare dalla porta.
-Già, ho un tema da consegnare domani.- invento sul momento. In realtà non mi sarei potuta inventare scusa peggiore dato che il mio insegnante di letteratura, il professor Wilson, è stranamente assente proprio da un paio di giorni.
Mia madre è ancora lì a guardarmi e capisco subito debba dirmi qualcosa di più. Decido di mettere da parte il libro di letteratura e di stare ad ascoltarla.
-Domani sera ho invitato Gary a cena, ti dispiace?- domanda cauta, dopo essersi schiarita la gola.
Serro le labbra leggermente infastidita dal fatto che mia madre, conoscendo benissimo la mia opinione su Gary, sia venuta nella mia stanza quasi a chiedermi il permesso.
Gary è amico della mamma dai tempi del liceo. E a parer mio, nonostante mia madre continui a negare l'evidenza, mi sembra interessato a qualcosa che vada oltre l'amicizia.
Ecco perché Gary non mi va a genio. Ed ecco perché non dovrebbe andare a genio neanche a mia madre. A sua difesa però devo ammettere che Gary ha cercato in tutti i modi di conquistarsi la mia simpatia: regali costosi al mio compleanno, i biglietti per Disneyworld quando avevo dodici anni e mi ha insegnato tutto quello che so sull'informatica, permettendomi di lavorare al suo negozio di computer nei weekend in modo da riuscire a guadagnare qualcosa. Per questo motivo ora mi trovo costretta a curvare le labbra in un sorriso più che forzato e ad annuire di nuovo.
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Extraordinary // 5sos
Fanfiction"Il segreto è mantenere la calma." "Mantenere la calma? Io ho fatto allagare il bagno della scuola, Hood ha quasi incendiato la sua auto, lei è uno scudo vivente, tu hai creato una pioggia di libri nella tua stanza e quel riccio con la bandana laggi...