CAPITOLO 1: Fuga dal supermarket

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Atlanta, giugno 2010.

Ho appena ucciso l'ennesimo vagante.
In un'ora non so quanti ne ho uccisi e quanti ancora ne dovrò uccidere. Io e il mio coltello che ho da quando è iniziato tutto ciò. Sono quasi arrivata al supermercato per prendere qualcosa da mangiare e trovare anche qualche cosa di utile. Con me adesso ho uno zaino contenente una bottiglietta quasi finita d'acqua, due barrette di cioccolato, mezzo panino, una pistola con due caricatori che ho trovato nel borsone di mio nonno quando faceva il militare ma che non ho mai usato, insieme al coltello da caccia che ho il mano e infine altri due coltelloni presi dal cassetto di mia nonna.

Lei era una fanatica di cucina e aveva tanti aggeggi di qualsiasi tipo, tra cui tanti coltelli diversi i quali non capivo mai a cosa servissero e li trovavo addirittura inutili, fino ad ora.

Sono appena arrivata al supermarket ormai disabitato: ci sono alcuni carrelli arrugginiti fuori al parcheggio e un paio di macchine rotte e abbandonate. Ovviamente non potevano mancare i vaganti che si aggirano nei dintorni; a contarli da qui sembrano circa sette, ma è rischioso affrontarli da sola. Prendo un sasso vicino a me e lo lancio verso il vetro della macchina più lontana. Questa inzia a suonare e gli zombie, attirati dal fastidioso suono, si avvicinano ad essa.

Aspetto che questi si allontanino abbastanza, poi lentamente mi sposto dietro alla pila di carrelli.
Dunque mi avvicino all'entrata, controllo che non ci sia nessuno e avanzo. La porta cigola un po' quando la apro, quindi faccio in fretta e mi intrufolo all'interno del supermercato. Per fortuna trovo solo un paio di vaganti che subito ammazzo con il coltello, facendo meno rumore possibile per non attirare quelli che ci sono all'esterno.

Prendo quelle poche cose che sono rimaste: una busta di patatine al formaggio, un'altra barretta al cioccolato, una bottiglina d'acqua e legumi in scatola (che sinceramente odio). Sistemo il tutto nello zaino e mi avvio all'uscita. Mi affaccio silenziosamente dalla porta e per poco non mi prende un infarto quando uno zombie mi appare davanti dal nulla.

Solo ora mi sono accorta che l'allarme dell'auto ha smesso di suonare. Velocemente, gli pianto il coltello sulla fronte prima che potesse allungare le braccia per afferrarmi; questo cade a terra con un tonfo e gli zombie che stavano lì intorno, sentendo il rumore, si avvicinano.

Cazzo, si mette male!

Non ho pensato che facendo suonare la macchina avrei potuto attirare più vaganti nella mia zona. Sono una stupida!

In una mossa fulminea, chiudo la porta e la blocco con un'asse di ferro che fortunatamente era vicino alla porta. Sento i rumori all'esterno e la porta che sbatte a causa di quegli esseri che cercano di aprirla, ovviamente senza risultati.

Ora mi tocca cercare una via d'uscita.

Vedo in lontananza l'uscita d'emergenza; ma solo quando mi rendo conto che è chiusa da una catena maledico mentalmente tutti quegli esseri che ci sono là fuori. Ora però devo valutare le alternative: apro questa porta non sapendo cosa ci sia dall'altro lato?
Cerco un'altra porta?
Aspetto che quegli esseri se ne vadano?

L'ultima la scarterei, poiché sono sicurissima che non se ne andranno tanto facilmente. Invece la prima opzione la lascio per ultima in alternativa alla seconda.

Mi guardo intorno e infondo noto un altra porta non chiusa: sembrerebbe uno stanzino. Mi preparo mentalmente a cosa potrei trovarci dentro: nel peggiore dei casi un mucchio di cadaveri o anche morti viventi.

Tutto è possibile oggi.

Impugno il mio fidato coltello e di scatto apro la porta, trovando un solo zombie che subito faccio fuori. Come avevo pensato, questo è uno sgabuzzino, oltretutto puzzolente dove ci sono solo cose per pulire. Scavando nelle tasche dello zombie che ho appena ucciso trovo solo un accendino che prendo e metto in tasca. Alzo lo sguardo e vedo una finestrella abbastanza spaziosa, dalla quale potrei passarci giusto giusto. Perciò spingo uno scaffale in ferro proprio sotto alla finestra ma facendo un rumore assurdo, dunque faccio leva sulla gamba destra e inizio ad arrampicarmi con la sinistra. Faccio un piccolo salto ma sfortunatamente lo scaffale cede ed io casco col culo a terra, creando altro rumore.

Ovviamente i miei fan là fuori non hanno fatto altro che aumentare i loro versi/urla o qualunque cosa "dicano" con quella bocca marcia. Alternativa tre andata affanculo insieme alla seconda. Potrei accamparmi qui per la notte finché quelli non se ne vanno, come avevo pensato prima, però col rischio che riescano ad entrare. Non ce la farei ad affrontarli tutti, poiché sono molto stanca.

Ormai è quasi buio: conviene muovermi.

Vedo un estintore vicino alla porta d'ingresso, quindi lo afferro e mi avvicino all'uscita d'emergenza. Do un colpo secco al lucchetto, il quale fa un rumore di cedimento ma non è del tutto rotto. Mi fermo un secondo sentendo dei rumori, perciò appoggio l'orecchio alla porta e realizzo che sono versi di non molti vaganti, data l'intensità di questi. Do un ultimo colpo secco, il lucchetto finalmente cede ed ecco che appaiono tre zombie.

Abbatto subito il primo mentre gli altri due cercano di afferrarmi. Spingo il vagante morto su uno dei due facendolo cadere a terra, poi velocemente abbatto quello ancora in piedi. Infine uccido l'ultimo che si era appena alzato da terra.

Inizio a scendere le scale antincendio il più silenziosamente possibile; non si vede molto ma quanto basta per distinguere le cose. Non sento rumori provenire dal basso anche perché, se ce fossero stati altri, sarebbero saliti ma comunque tenere sempre gli occhi aperti e mai abbassare la guardia.

Arrivo fino alla fine delle scale ed ecco che mi trovo di fronte all'ennesima porta. Ormai non mi sorprende più nulla: ho trovato più vaganti dietro alle porte chiuse che così per caso.

Stringo il coltello pronta a sferrare un colpo alla testa di quei cosi, ma mi blocco non appena apro la porta e non ci trovo nulla. Abbasso il coltello e mi sporgo lentamente.

Via libera!

Faccio il giro dell'edificio e ancora lì, a sperare che la porta si apra magicamente, ci sono i miei zombie-fan che continuano a spingere la porta.

Idioti, non troverete nulla lì dentro, se non dei vostri simili ormai morti!

Senza farmi vedere li supero e torno sulla strada, dove ho camminato fino ad ora. Ormai qui non si trova quasi più nessun vagante poiché, non trovando quasi più nulla per strada, si spostano nei boschi dove, se non trovano sopravvissuti, trovano degli animali per sfamarsi.

Prendo la cartina che ho sistemato nella tasca sinistra posteriore dei jeans, la apro e la appoggio sulla prima macchina che mi capita davanti, iniziando a "studiarla" e cercando di capirci qualcosa.

Non sono mai stata brava ad orientarmi anzi, sono un disastro ancora ora che mi trovo in questo casino. Mi sono sempre affidata all'istinto e ai punti di riferimento.

Metto via la cartina e mi siedo sull'auto.

Alzo lo sguardo verso il cielo e capisco che si sta facendo buio, quindi mi conviene passare la notte in bianco in un'auto.

Scendo dal veicolo su cui sono seduta e mi accomodo sui sedili anteriori. Lo stomaco continua a brontolare quindi, per farlo tacere almeno un po', mangio una delle tante barrette di cioccolata che tengo nello zaino.

Meglio mangiare questa roba la sera che devo stare solo rifugiata, piuttosto che la mattina quando devo affrontare una dura e lunga giornata. Mi sistemo meglio sul sedile e aspetto pazientemente che la nottata passi infretta e tranquilla.

You will not lost me, I promise you. Daryl DixonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora