CAPITOLO 18: Ne avevamo bisogno

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Prigione, mattina successiva.

Quella brutta giornata di ieri mi ha fatto capire quanto siano davvero preziose le vite umane e quanto conti provare a sacrificarti per salvarne anche solo una di queste. Come ne sia uscita illesa ancora non riesco a spiegarmelo: sono stata davvero fortunata. Forse dovrei ringraziare il vagante che ho ucciso e mi si è buttato addosso, probabilmente.

Beh, grazie zombie che ho assassinato.

Mi sveglio e noto subito una figura seduta sul mio letto che mi osserva sorridendo appena.

"Daryl, che ci fai qui?"

"Volevo sapere se stavi bene"

"Sto bene, tranquillo. Tu come stai?" gli chiedo sorridendo

"Ora bene" risponde stringendomi a sé.

Chi mai avrebbe immaginato che Daryl avrebbe rischiato la propria vita per salvarmi, non sapendo nemmeno se ero viva o morta. Ma ciò mi ha fatto capire che lui potrebbe tenerci davvero a me...

"Grazie" dico, ricambiando l'abbraccio

"Non devi ringraziarmi di niente"

"Invece sì, nessuno ha mai fatto ciò che hai fatto tu"

"Non potevo lasciarti morire: non me lo sarei mai perdonato"

"Perché ci tieni così tanto a me?"

I suoi piccoli occhi azzurri finiscono per incastrarsi nei miei a pochi centimetri di distanza dal mio viso, ed ecco che sento qualcosa risvegliarsi nel mio stomaco e non è assolutamente fame. Il mio cuore batte all'impazzata mentre si avvicina lentamente e finisco per restare paralizzata senza muovere un muscolo.

"Mh mh"

Una finta tosse proveniente dall'entrata della cella ci costringe ad allontanarci velocemente.

"La colazione è pronta" ridacchia Carol, fingendosi dispiaciuta per averci interrotti

"Ora arrivo" le sorrido

"Ci vediamo dopo" mi sussurra Daryl, dandomi un bacio sulla fronte e uscendo dalla cella.

Io guardo Carol con un'espressione indecifrabile e lei ricambia con un sorrisetto malizioso.

"Non iniziare con quel sorriso"

"È difficile non farlo quando vedi una scena del genere, e sai a cosa mi riferisco"

"Non stavamo facendo nulla" sorrido imbarazzata

"Come no" ridacchia andandosene.

Scuoto la testa divertita, dopo di che cerco di rendermi presentabile.
Scendo alla "mensa" dove trovo Maggie che sta facendo colazione.

"Buongiorno" mi sorride

"Hey Maggie, come va?" chiedo, prendendo posto accanto a lei

"Sono preoccupata per Beth" risponde pensierosa

"Come mai?"

"Sta diventando troppo fredda"

"Non dirmelo, appena mi vede sembra che mi voglia conficcare qualcosa in testa"

"Vorrei aiutarti ma le ho promesso di non dirti nulla"

"Cosa succederebbe se lo venissi a sapere?"

Il suo sguardo pensieroso si trasforma in agitazione.

"Maggie, cosa succederebbe se lo venissi a sapere?" ripeto

You will not lost me, I promise you. Daryl DixonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora