CAPITOLO 6: Inutile

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(Capitolo di passaggio)

È scesa la notte e sono sulla torretta per fare la guardia. Non so che ore potrebbero essere ma saranno passati solo dieci minuti da quando sto qua sopra. Sono stanca ma non posso mollare, non devo mollare: devo rendermi utile quanto gli altri!

Per stare di vedetta mi hanno dato un cecchino, ovviamente ho sempre di riserva il coltello e, questa volta, anche la pistola col silenziatore già posizionato. Uno scrusciare di foglie attira improvvisamente la mia attenzione, quindi afferro il fucile da precisione e guardo nel mirino: ci sono i soliti vaganti che vogliono entrare nella prigione, nulla di nuovo.

Magari potrei esercitarmi a sparare: da qua su con un cecchino dovrebbe essere più semplice. Cerco di prendere la mira su un vagante ma manco il bersaglio. Sbuffo cercando di beccarlo nuovamente.

"E state fermi" mi lamento riprendendo la mira e sparando.

Stavolta sono riuscita a prenderlo in pieno.

"Centro!" sorrido soddisfatta.

Quindi proseguo ad esercitarmi col "tiro a bersaglio" e dopo un paio di tentativi riesco a beccare i vaganti. Ridacchio un pochino nel vedere quelle pere cotte che cadono non appena il colpo gli arriva in testa, mentre gli altri non se ne fregano niente dei propri "compagni" che cascano. Non si girano nemmeno per vedere se c'è qualcuno.

Pensavo fosse noioso stare qui sopra, ma in effetti è proprio uno spasso!

Forse ridere su queste cose non è molto normale: queste un tempo erano persone come me, come gli altri del gruppo e ridendo della loro "morte" non mi sembra giusto; ma, d'altra parte, ormai loro sono mostri mangia uomini senza alcuna pietà e quindi perché non dovrei essere felice se uno di loro muore?
Anzi, faccio pure un piacere a ciò che resta del mondo se li elimino.
Loro mica se ne fregano quando sbranano una persona viva. Non è del tutto sbagliato, vero?

"Ti stai divertendo?" chiede una voce che conosco troppo bene, alle mie spalle

"Fare da cecchino è spassoso" sorrido più a me stessa che a lui.

Non dicendo nulla si siede accanto a me.

"Cosa fai qui?" chiedo rompendo il silenzio che si era creato

"Hai finito il turno: devo darti il cambio"

"Wow è passato in fretta!" esclamo incredula

"Và a dormire, ci penso io qui" dice secco posando la balestra a terra.

Annuisco alzandomi e facendo per andarmene, ma poi mi ricordo che avevo qualcosa da dirgli.

"Scusa per oggi" mi blocco davanti alla porta voltandomi.

Lui si gira verso di me corrugando la fronte, probabilmente non capendo a cosa mi riferissi.

"Ti ho tenuto il broncio inutilmente quando dovresti essere tu quello incazzato con me"

"Chi ti dice che non sia già incazzato?" afferma duro, tornando a guardare davanti a sè

"Hai tutte le ragioni di questo mondo per avercela con me: mi sono comportata da bambina capricciosa, è vero. Mi sono arrabbiata perché tu non mi hai ringraziata per averti salvato la vita, quando invece io dovrei ringraziare te" ammetto sedendomi accanto a lui

"Non devi ringraziarmi di nulla"

"Se non fosse stato per te che mi hai insegnato tutte quelle cose, ora non so se saresti qui a parlare con me"

"Me la sarei cavato da solo"

"Come dico sempre io ma combino sempre qualcosa di stupido, finendo nei guai. Se non fosse stato per te, che al bar mi hai bloccata, me la sarei vista davvero brutta"

Lui non dice nulla, continuando a guardarsi di fronte.

"Daryl, ti prometto che d'ora in poi sarò più attenta, più seria e soprattutto non penserò che questo sia un gioco"

"D'accordo." dice vagamente.

Sapete quella sensazione in cui mandi un messaggio chilometrico ad una persona mettendoci tutto l'impegno possibile nel scriverlo e questa ti risponde con un solo, semplice ed inutile "ok"? Ecco, io in questo momento mi sento esattamente così.

" D'accordo? Sai quant'è stato difficile per me chiederti scusa?Ammettere tutte quelle cose e tu mi dici solo ' d'accordo', come se tutto ciò che ho detto non avesse importanza! Ti ho ringraziato per averti salvato la vita dannazione!" sbotto

"Nessuno ti ha detto di ringraziarmi, nessuno ti ha detto di dirmi tutte quelle cose e nessuno ti ha detto di salvarmi la vita. Io mi salvo da solo e non ho bisogno di una ragazzina inutile che mi guarda le spalle!"

È questo quello che sono? Inutile.

Gli ho appena detto tutto ciò che penso, l'ho ringraziato, gli ho addirittura promesso di cambiare e lui mi ripaga fregandosene totalmente! Che idiota che sono stata a scusarmi: pensavo di fare una cosa buona una volta tanto, di rendermi utile quelle poche volte che ne ho la possibilità e vengo ripagata così, come se tutto quello che facessi non avesse senso, non avesse importanza.

Come quando provavo ad aiutare mamma a fare una cosa di cui non ero capace, anche sbagliandola o non facendola come diceva lei. Mi ripagava con un "non sei buona a nulla, non sai fare niente" In quei momenti avrei preferito più non averla aiutata, ricevendo comunque un insulto del genere; almeno non avrei pensato che la mia disponibilità fosse inutile e che io non fossi un'incapace.

Scuoto la testa delusa ed esco dalla porta sbattendola forte. Con passo spedito e con le lacrime agli occhi vado nella mia cella, sedendomi poi sul letto.

Sto davvero piangendo per aver litigato con uno stronzo che nemmeno conosco del tutto?

No Helena, non puoi ridurti così.

Sono inutile, giusto? Le persone inutili non servono a nessuno, vero? Bene, me ne andrò da qui. Starò sola, come ho sempre fatto fin'ora.

Sola e basta.

You will not lost me, I promise you. Daryl DixonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora