CAPITOLO 2: Finalmente a casa

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Apro gli occhi di scatto e quasi sobbalzo sul sedile sentendo un rumore provenire da fuori all'auto.

Accidenti, devo essermi addormentata.

Mi volto e vedo un vagante che tenta di rompere il finestrino con quelle sue mani marce e ossute. Cose da tutti i giorni.

"Non ti darò un passaggio" scuoto la testa, sbadigliando

Ovviamente lui non capisce e continua ad "urlare".

"Ah sei un venditore? Mi spiace, non ho soldi" alzo le spalle.

Lui "grida" più forte e sbatte di più le mani sul finestrino.

"Non si può stare in pace nemmeno per un secondo" sbuffo, abbasso il finestrino e gli infilzo il coltello sulla fronte

"Buongiorno" dico a me stessa, sospirando.

Dopo aver mangiato il mio mezzo panino quasi andato a male, afferro lo zaino, impugno il coltello e scendo dall'auto. Apro il bagagliaio dell'auto in cui ho passato la notte, trovandoci solo una ruota di scorta e una tanica di benzina. Quest'ultima potrebbe essere utile per chi viaggia in auto, ma non per me che preferisco camminare a piedi, anche perché col motore dell'auto si farebbe rumore e di conseguenza gli zombie formerebbero una processione dietro al veicolo.

Prima di addormentarmi, ieri sera ho scavato nel cruscotto non trovando altro che CD, documenti, carte e un pacchetto di sigarette.

Niente di utile.

Cerco in altre tre auto trovando solo mezza bottiglina d'acqua, una barretta energetica, alcune caramelle e un passeggero indesiderato.

"È ora d'incamminarsi!" annuncio inoltrandomi nel bosco.

Dopo aver camminato per parecchio tempo e aver combattuto contro quei cosi puzzolenti, mi sento stremata. Mi siedo contro un albero cercando di riprendere fiato, ma nemmeno il tempo di pensare a qualcosa e vedo in lontananza una mandria di zombie diretta verso la mia direzione.

"Cazzo" sussurro alzandomi di scatto.

Tengo ben stretto il coltello e mi sposto da albero ad albero, provando a non farmi né vedere né sentire. Prendo un sasso abbastanza grande e lo lancio nella direzione opposta alla mia, riuscendo a far allontanare alcuni di loro ma la maggior parte sono ancora diretti verso di me. Con uno scatto mi sposto verso altri alberi più lontani ma, essendo mezza imbranata, non vedo un ramo rialzato e ci inciampo sopra.

Non mi sono fatta nulla ma quei cosi mi hanno vista e sentita e stanno avanzando verso di me.
Mi rialzo e inizio a correre.

"Un altro inseguimento, evvai!"

💀🔪

Sto correndo ormai da ore senza fermarmi un secondo essendo ancora inseguita dai vaganti. Ho ucciso quelli più vicini per ridurne il numero, ma comunque sembrano infiniti e per di più sospetto che se ne siano aggiunti altri. Finalmente vedo una luce e mi ritrovo fuori dal fitto bosco, dove avanti mi sorge quella che pare una fattoria ma purtroppo carbonizzata e popolata di vaganti.

Per un attimo mi dimentico degli amici che mi sono portata dietro, sentendoli poi sempre più vicini.

"Ma non vi stancate mai di venirmi appresso?! Tanto non sazierò tutti!" gli urlo stremata, riprendendo a correre nel bosco.

💀🔪

Basta correre, sono sfinita! Ho tutti i muscoli delle gambe che chiedono pietà, bruciano e fanno male da morire. I polmoni ormai sono andati affanculo e per di più si mette lo stomaco brontolante e la gola secchissima. Ma non mi posso fermare ora, non ora che vedo la fine di questo maledetto bosco.

You will not lost me, I promise you. Daryl DixonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora