➷ one ➹

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Millie

L'aria viziata riempiva le mie narici.

Ed io ero lì, lo sguardo fisso sull'orologio da parete, la testa poggiata sul palmo della mia mano destra.

Quell'odore di gesso, vecchi libri e mani sporche.

L'aula era soleggiata, dalla finestra socchiusa filtrava un raggio luminoso.

Adesso, il mio sguardo era perso.

Le parole della professoressa mi scivolavano lungo le spalle e poi ancora più giù, ancora più giù, fino a raggiungere il pavimento scuro e maculato.

Era una donna magra e poco formosa, capelli perfettamente lisci e biondo platino.

Un paio di occhiali incorniciavano le iridi fredde sul viso abbronzato, la pelle cadente ed attaccata alle ossa.

Era una donna dai toni pacati, parlava lentamente e a bassa voce, non avrei resistito a lungo.

Sentii le mie palpebre implorarmi, e proprio quando mi lasciai andare, i miei occhi si sgranarono all'istante.

«Brown!» esclamò, guardandomi.

Sobbalzai.

«Ehm. Oh. Mi scusi.» balbettai, arrossendo.

Gran parte degli sguardi dei miei compagni erano posati su di me, probabilmente, ero la cosa più interessante durante quella lezione.

Alcuni sembravano divertiti, altri, neutri e quasi stanchi, come se, come me, avrebbero solo desiderato un letto.

E quando la donna ricominciò a blaterare, tutti gli occhi si distolsero dal mio viso.

Presi un respiro.

Tutti tranne uno.

Alzai gli occhi al cielo.

Fu in quel momento, che la campanella con il suo monotono fare aveva annunciato la fine delle lezioni.

Saltai sulla sedia, ed afferrai il mio zaino.

«Ragazzi, l'assegn-» non completò la frase, che gli alunni avevano già abbandonato l'aula, ridacchiando.

Io ero corsa all'uscita, gli auricolari nelle orecchie.

Una mano sulla mia spalla.

Mi girai lentamente, allontanando una cuffietta dal lobo sinistro ed alzando gli occhi al cielo quando capii di chi si trattasse.

«Brown, sabato esce quel film-»

«Lo so, Jacob. Mi auguro tu conosca il mio nome, non sono la tua insegnante.»

«Scusami, Millie. Sei libera?»

«Ohm...» ero più che libera. Ma avevo ben due ragioni per negarlo a Jacob Sartorius:
La prima, era Jacob Sartorius.
La seconda, era Jacob Sartorius.
«Mi dispiace, non ci sono» sbottai.

«Possiamo fare oggi pomeriggio, o domenica, o-»

«Parto» feci spallucce, allontanandomi.

«Oh» mormorò.

Inserii nuovamente i miei adorati auricolari, e mi avviai verso l'ambita uscita.

Un paio di passi mi separavano dalla libertà, quando...
«Millie!» quasi urlò.

Alzai, per la milionesima volta nel giorno, gli occhi al cielo, voltandomi lentamente.

Eccola, con la sua chioma rossa ed i suoi occhi chiari.

«Cosa avete contro di me oggi?» chiesi, con fare ironico.

«Ho una notizia stupenda!» prese a saltellare.

«Sei incinta?»

Sulle sue labbra si incurvò un sorrisino, inarcò le sopracciglia.

«No, scema. Riguarda Noah Schnapp»

Mi guardai intorno, appartandola in un angolo.

Sorrise.

«Di cosa parli, Sadie?» sussurrai.

CIAO RAGA

Sono passata da mesi che "si ma le fanfiction non mi ispirano voglio scrivere storie mie" a "OMMIODIO HO FINITO DI SCRIVERLA NO NO FILLIEFILLIEFILLIE"

Sono cose che capitano.

Questa non sarà una fillie molto nOrmale perché possiamo dire che

I personaggi potrebbero tranquillamente non essere loro

MA

Volevo scrivere fillie

Quindi

Apposto

Ci sarà un po' di fantasy/fantascienza (?)

E ho già in mente il finale

Quindi

JDISJSJAOBWJQOSJBSJW

Niente ora la smetto
Ogni volta che inzio una storia mi sento emozioNata

Perché alla fine

Io la inzio

Magari so il finale

Ma i capitoli mi vengono in mente al momento

Sono stupida si

NIENTE OK LA SMETTO

ADIOS

80's [fillie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora