➷ thirty five➹

925 79 86
                                    

Lettura consigliata con l'ausilio della canzone riportata in alto⬆

Mi chiamo Millie Bobby Brown, frequento questa scuola da ormai due anni, ma oggi, varcando questo cancello, mi sento una novellina impaurita dalle novità.

È passato un mese, un mese dall'ultimo incontro con Finn Wolfhard, e non c'è stato un giorno in cui non ho pensato al suo viso, ai suoi morbidi ricci corvini e al sapore delle sue labbra.

Quando ti risvegli in un ospedale circondata da medici e dai tuoi familiari in lacrime, solitamente ti chiedi cosa stia succedendo e sei sollevata dalla vista dei tuoi più stretti parenti.
Ma il primo pensiero al risveglio dal coma era stato lui, lui che non aveva abbandonato la mia mente nemmeno per un secondo, in una brandina dalle lenzuola bianche dell'ospedale, cercando di riprendere i sensi.

Era solo un frutto della mia immaginazione.
Così come lo era stato la scoperta di una nonna malata, un nonno che l'aveva abbandonata e una madre che si prostituiva per sostenere le cure.

Avevo vissuto per un mese nella mia mente, solo e soltanto nella mia mente, e dal mio risveglio mi sento inadeguata.

Sono piuttosto spaesata, soprattutto adesso che, nel corridoio della scuola superiore, tutti gli sguardi sono fissi su di me.

Mi sento una morta sulla Terra, tutti mi guardano come se fossi una specie di zombie.

Sono una fottuta ragazzina come tutte, e sento un particolare tipo di rabbia invadermi. Tanto che solo la vista di Sadie mi solleva, che mi aveva tenuto compagnia nei successivi trenta giorni al risveglio dal coma, in ospedale.

Quando la guardo mi nota immediatamente, e si volta verso di me sorridente.

Il suo è un sorriso rassicurante, un riso di conforto che ti da motivazione per andare avanti.

Allora camminiamo fianco a fianco verso la classe, mentre scambiamo qualche chiacchiera per alleggerire la tensione.

Ricordo il corridoio della mia scuola immaginaria, tinto di un grigiastro sbiadito. Quello che percorrevo di corsa, o con il cuore a mille dopo aver parlato con...lui.

Scosso la testa, sperando di poter cancellare il suo viso dalla mia mente in un modo così semplice.

No, non si può cancellare il suo ricordo, non dopo Il modo in cui ha segnato la mia vita.

Non è una di quelle persone credi dimenticherai in un paio di anni, il suo pensiero mi assilla ogni giorno con più intensità, e non avrei resisto a lungo.

Ogni volta che il mio sguardo incontra quello curioso di qualcuno mi sento voler sprofondare nel terreno, inadeguata.

Sento che ogni parola pronunciata dagli alunni che mi circondano sia un pettegolezzo su di me, può sembrare piuttosto egocentrico, ma sono terribilmente frustrata.

Dalle parole di Sadie, avevo saputo che in quel mese erano successe parecchie cose.

Mi ha riferito anche di una nuova coppia, della relazione tra lei e Noah, ma non mi importa più di lui oramai.
È stata solo una cotta adolescenziale, nulla in confronto a quello che provo per il corvino che occupa la mia mente.

Oppure di Jacob, della scenata che aveva esibito la prima mattina senza me. Sartorius non mi ha neanche degnato di uno sguardo al mio rientro, vedo che due mesi gli sono bastati per dimenticare la persona per la quale tanto aveva disperato.

Ed io? Io le ho raccontato di tante cose, ma non del corvino. Mi farebbe male parlarne ancora, male al cuore, male all'anima. Più ci penso, più sento la sua mancanza.

Vedo apparirmi un paio unghie smaltate, è Sadie che cerca di risvegliarmi dal mio stato di trance schiocchiando le dita.

Sobbalzo e mi scuso, per poi salutarla con un caloroso abbraccio: è arrivata nell'aula di scienze, io avrò lezione di storia, allora continuo la mia camminata per il corridoio nervosa ed a sguardo basso, fin quando non percepisco una voce vicina, forse mi sta chiedendo qualcosa.

Allora alzo lo sguardo di scatto, e mi manca un battito. Probabilmente è un'allucinazione.

«Scusa... Sono nuovo. Per caso sai dov'è la classe della professoressa Turner?»

Mi sforzo di prendere coscienza, e rispondo balbettando:
«Ehm- si. Si, è-la mia classe...»

«Grandioso! Non credo però ci siamo presentati....» risponde, non sembra lui sappia di quello che ho passato, o che lo sia già venuto a sapere. Mi parla con disinvoltura.

È decisamente un allucinazione.

«S-sono Millie. Millie Bobby Brown» mi affretto a rispondere, e mi sorride.

«Io sono Finn. Finn Wolfhard.»





Questo era l'ultimo capitolo di questa fanfiction.

Potete urlare.

Ho deciso di non annunciarvi quali sarebbero stati gli ultimi capitoli per fare più shock finale, vi amo💗❤💗💞💖💞💕💗

Ricordate di non togliere la storia dalla biblioteca, mi raccomando, ci sono alcune cosette ancora da sapere!

80's [fillie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora