Millie
«Se non ci fossi stato tu non mi sarei stata fatta beccare!» mi lamentai mentre eseguivo la punizione che ci era stata imposta: pulire tutte le aule. E se quella giornata era iniziata male, non avrei potuto dire fosse migliorata nel corso della mattinata.
«Avanti, Millie...» borbottò, mentre passava un panno umido sui banchi.
«Ok, scusa.» risposi freddamente dandogli le spalle, e riuscii ad udire in risolino.
«Cosa c'è da ridere?» lasciai cadere con un tonfo la scopa, voltandomi nuovamente verso di lui pronta per mettere il broncio.
«Nulla...» continuò con quella stessa espressione divertita quanto intenerita.
«É che sei adorabile» prese a fissarmi, fissare ogni angolo del mio volto come spesso faceva, e la cosa iniziava a turbarmi.«Ti odio...» borbottai nel recuperare la scopa da terra, ma in cuor mio sapevo di essere pazza di quel ragazzo, maledetto, ragazzo.
Regnarono alcuni secondi di silenzio, forse un paio di minuti; solo il frusciare delle setole sul pavimento maculato e lo strofinaccio sfregarsi contro le superfici in legno.
E poi la pacata voce di Finn, che aveva mantenuto la calma nonostante tutto. Lo invidiavo.
«Pensi adesso sia il momento giusto per parlarne?» chiese dolcemente, continuando a pulire i banchi.
«Ascolta- mi dispiace» sospirai.
«E di cosa» sorrise lui, lo sguardo fisso sulla superficie legnosa e sul panno giallo che teneva tra le mani.
Io invece lo guardai, non seppi determinare con quale espressione, non riuscii a capire da quale emozione fossi presa. Non capivo più nulla, questo era certo.
«beh- io aspettavo quel momento da tempo» continuò, e lo vidi arrossire nonostante stesse cercando di nascondere il suo bellissimo viso.
«D-davvero?» abbassai lo sguardo. Tensione. Era arrivato il momento.
Il cuore mi batteva a mille, tutto quello che desideravo era un altro ballo, un altro abbraccio, un altro bacio.
«dire che mi piaci è poco. Io non riesco a smettere di pensare a te...» abbassò il tono di voce, come aveva fatto nel cortile interno. Era dolcissimo, era... perfetto.
«Finn» lo chiamai, e quella volta alzò il capo. Era stupendo ed era totalmente rosso, era adorabile.
Le sue profonde iridi incontrarono le mie.
«Mi sento bene con te» sorrisi, ed era la realtà. Riuscivo a dimenticare tutto quando ero con il corvino.
«A-anche io» balbettò.
Sentii il cervello abbandonarmi, lasciarmi all'incoscienza in quella bizzarra situazione.
Sentivo una morsa nello stomaco, come il vuoto che senti quando le montagne russe iniziano il loro spericolato percorso.
Forse l'amore stesso è una montagna russa; in ogni caso non avrei potuto sapere cosa fosse l'amore, ero solo una ragazzina di quindici anni in bilico tra infanzia e adolescenza e tutto quello di cui mi importava era vivere il momento. L'unica cosa di cui ero al corrente era che avrei potrei capire cosa fosse, l'amore. Lo avrei potuto capire grazie a Finn, Finn Wolfhard.
Le nostre mani quasi si sfioravano quando tutto mi tornò alla mente. Non potevo innamorarmi. Non di un ragazzo frutto della mia immaginazione.
Rabbrividii, e mi allontanai.
Mi lanciò uno sguardo deluso, confuso, come una domanda che non riusciva a pronunciare.
«Scusa, Finn. Il problema è-» sospirai, nuovamente, strizzando gli occhi.
«Non so cosa sia- so che non è reale»La morsa allo stomaco si trasformò in un fastidioso peso, e il sorriso sulle mie labbra si affievolì.
Continuò a guardarmi, con quella stessa espressione.
Era arrivato il momento della verità.
Intanto, nella vostra testa:
Ma quando finisce sta cavolo di fanfiction
STAI LEGGENDO
80's [fillie]
FanfictionNessuno ha mai deciso Millie Bobby Brown dovesse essere una semplice ragazzina del duemiladiciotto. Nessuno ha mai deciso dovesse essere una semplice ragazzina. Nessuno ha mai deciso dovesse esserlo nel duemiladiciotto. *:・...