➷ eight ➹

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Finn

Mi siedo su questa solitaria altalena dal sedile in legno.

È legata ad un albero, quando mi poggio, cigola.

Mi inizio a dondolare lentamente, mi guardo attorno.

Oggi il lago è vuoto, sembrava dovesse piovere tutta la giornata.

Mi blocco, alzandomi.

Mi posiziono in punta dei piedi dandomi poi una forte spinta.

E prendo il volo, i miei piedi quasi sfiorano le foglie dell'albero verde ed in fiore durante l'aprile.

Sorrido, il vento mi oltrepassa i ricci scuri e urta il mio viso arrossato.

L'odore di erba bagnata dopo una pioggia primaverile mi riempie le narici.

Ascolto la natura, il vento strusciare sulle foglie e il ruscello che precede il lago sussurrare.

Chiudo gli occhi, mi sembra di volare.

«Finn!» sobbalzo, sgranando le palpebre e bloccandomi di colpo.

Quasi cado, nella disperata ricerca di una via di uscita.

Il mio sguardo si posa su di lei.

È bellissima.

«Oh-Ehi-Millie!» arrossisco, passando una mano tra i ricci scuri.

«Cosa combini?» ridacchia.

Arrossisco sempre di più, balbettando.

«N-niente»

Sorride ancora. È bellissima.

Il vento soffia forte questa volta, e la vedo rabbrividire, le gote arrossate dal freddo.

Avrei voluto darle la mia giacca o cingerle le spalle con il braccio.

Ma nulla, qualcosa me lo impedisce.

Sono imbarazzato, eppure mi sento così bene.

Cosa sono queste emozioni?

Non sono sicuro di averle provate spesso.

Fino ai due giorni precedenti, non avevo neanche rivolto uno sguardo a Millie Bobby Brown.

La sua voce interrompe il mio contemplare, la sua dolce e melodiosa voce dall'accento britannico.
«Voglio provare anche io» dice.

«Cosa?» chiedo, sono sicuro di essere stato distratto da lei, dal suo viso, dal suono della sua voce.

Si avvicina a me, per poi deviare sedendosi sull'altalena.

La guardo, stranito.

«Allora?» mi guarda.

Nota la mia confusione.

Dio, sono un cretino.

«Mi spingi?» chiede, in risposta alla domanda che era sorta nella mia mente ma non aveva abbandonato le mie labbra.

Riesco a sentire il mio battito accellerare, e la raggiungo.

Inizia a dondolarsi lentamente con l'ausilio delle gambe, poi, arrossendo e quasi intimorito, poso le mie dita sulla sua schiena.

Indossa una felpa nera, una di quelle larghe e con il cappuccio, e i suoi soliti jeans stracciati.

Mi inizia a piacere anche il suo stile.

«Piu forte!» esclama ridendo.

Mi lancia un'occhiata.
«Non sono di carta» dice scherzosamente, abbassando minimamente il tono di voce.

No, lei non era di carta, non era di plastica, lei non era paragonabile ad un materiale.
Lei non era carne, non era pelle e non era ossa.

Lei era Millie, lei era diversa, lei era fatta di giovinezza e desiderio.

Era fatta dall'essenza di sogno.

Lei era il raggio di sole che si intravede tra le nuvole grigie, lei è il mio raggio di sole.

Ho deciso di scrivere i nomi di chi parla perché sI FA CONFUSIONE OK

ah e il capitolo di prima era confusionario apposta

Quindi no, niente problemi o errori, era messo a caso apposta e si chiarirà tutto lentamente, capitolo per capitolo

ANYWAY

Sto facendo un sacco di confusione con i tempi lo so ma adesso ho l'ispirazione di scrivere al presente

Comunque credo Millie sarà scritta al passato, e Finn al presente

È una cosa tamblah che fa riflettere

Niente, notte, e scusate per il pesce d'aprile lo so che mi amate AHAHAHHAHA

80's [fillie]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora