Millie
Appena varcata la porta di casa, mi guardai attorno.
Mi sembrava mancasse qualcosa.
Mi toccai le spalle, per poi sbuffare.
Feci per cercare il telefono ed avvisare Finn, ma, uno, non avevo un telefono cellulare.
Due, non avevo il numero di Finn.
Tre, nemmeno Finn aveva un telefono cellulare.Avevo dimenticato lo zaino ai piedi dell'albero come una stupida.
Mi bloccai fissando il vuoto, per poi posare una mano sulla tasca del cappotto.
Ne cacciai il walkman, e lo strinsi tra le mani.
Lasciai il cappotto sul divano feci per dirigermi verso la mia camera, quando...
«Millie!»
Sobbalzai.
Una figura snella, un viso pallido, dei capelli castani e i miei stessi occhi.
Nonna?
Ringiovanita di trenta anni?
Sgranai gli occhi, fissandola.
Mi trattenni dal pianto, no, non era possibile.
Il suo volto raffiorava tra la mia mente da bambina.
Lei era morta, ma in quel momento era davanti me, mi parlava e mi guardava.
Era stato difficile superare la perdita, quando avevo solo cinque anni.
È struggente, quella persona che ti ha regalato caramelle e abbracciato per anni, sparisce da un giorno all'altro.
Sono cose che succedono, ma non credo succeda spesso, incontrare i propri parenti spariti da un giorno all'altro.
Ero morta?
Avevo preso il posto di mia madre?
Avrei cambiato il futuro?
Avrei cambiato la mia esistenza, l'esistenza della mia famiglia?
Riuscivo a sentire il mio cuore prendere a battere in preda al panico.
«Sono tornata!» mi avvolse in un abbraccio, ed io, inizialmente pietrificata, lentamente ricambiai.
Non dovevo sembrare troppo strana.
«Non-M-mamma...» borbottai, distogliendomi dalla presa.
Avrei voluto rimanere tra le sue braccia per ore, ma in quel momento, tanti erano i pensieri che non riuscivo nemmeno a lanciarle uno sguardo.
Mi guardò; mia madre, intendo quella del duemiladiciotto, mi aveva sempre parlato di lei come un genitore non presente.
Eppure notavo qualcosa nei suoi occhi, nel suo sguardo.
L'espressione di un genitore quando ti distogli dal suo abbraccio.
Sospirai, possibile essere assenti da figli?
«Ti do una mano ad apparecchiare?» mi proposi.
Le sue iridi brillarono, ed annuì.
Stavo afferrando dei bicchieri dalla mensola, quando mi parlò mentre distendeva la tovaglia sul tavolo.
«Scusa se in questi giorni non ci sono stata»
Ecco perché ero stata sola il giorno precedente.
Non ne conoscevo il motivo, eppure risposi.
«Non preoccuparti» feci spallucce.
Regnò silenzio per il resto del tempo, fino a quando l'ultima posata fu sulla piccola tavolata, e mi rifiugiai in bagno.
Non ne sentivo il bisogno, semplicemente dovevo restare sola per un po'.
Poggiai i palmi delle mani sui bordi del lavandino bianco, guardandomi allo specchio.
Una lacrima, involontariamente, scorreva sul mio viso.
Stavo sottovalutando la situazione, sottovalutando il cosidetto passaggio di tempo che avevo intuito, quello che stava succendendo.
Una voce interruppe i miei pensieri.
«É pronto!»
(Gasata per il capitolo 11 as the solit)
La situazione è
Tipo quando tua madre ti chiama
"È PROOOONTOOOOOO"
"SII"
"È PRONTOOOO"
"*inalation* SSSSSIIIIIIIIIIII"
Sono cringiosa la smetto
Ah avete sentito la canzone "Millie Bobby Brown"?
Mi blessa troppo
Buon fine settimana❤
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80's [fillie]
FanfictionNessuno ha mai deciso Millie Bobby Brown dovesse essere una semplice ragazzina del duemiladiciotto. Nessuno ha mai deciso dovesse essere una semplice ragazzina. Nessuno ha mai deciso dovesse esserlo nel duemiladiciotto. *:・...