I WANT YOU || CAMREN

Alejandro, sei davvero tu?

Non avrei controllato le notifiche della mia foto, quella mattina, ero quasi arrabbiata per il fatto che Lauren se ne fosse andata senza dimostrarmi  nulla. Un semplice "mi piaci, Camz", non mi bastava.

Andai dritta in sala ballo, per la mia lezione con Hayley, che mi aspettava sorridente.

"Yo, Mila! Oggi ho una sorpresa per te. Ho deciso di farti conoscere un membro del corpo di ballo di The Voice."

Mi guardai alle spalle, sentendo aprire la porta, e vidi una ragazzo che credevo di conoscere. Entrambi ci guardammo straniti, non riuscendo a capire dove ci fossimo già visti.

"Ti presento Alejandro Dellisola, Ale lei è Camila Cabello."

Entrambi sgranammo gli occhi e ci crebbe un sorriso enorme, e scattammo l'uno incontro all'altro

"ALEJANDRO ODDIO SEI TU, ALLORA CI VEDEVO BENE!"

"DIO, MILA! QUASI NON TI RICONOSCEVO, CAZZO"

Ci abbracciammo, io gli ero totalmente saltata addosso. Era diventato altissimo. Io e Alejandro eravamo amici da piccolissimi, entrambi nati a Cuba, facevamo balli latini insieme, nella stessa scuola di ballo, come coppia. Era diventato completamente irriconoscibile. Quando mi trasferii a Miami ci perdemmo di vista, avendo io cambiamo spesso profili durante la crescita, dimenticai di aggiungerlo e non ci siamo più visti nemmeno per foto. Era diventato un ragazzo da urlo, alto e di una bellezza perfetta.

Quando ci staccammo i suoi occhi sembravamo brillare di gioia.

"Non ci credo, concorri a The Voice?"

"Tu piuttosto, Ale! Ballerino qui, wow!"

Ridemmo gasatissimi, entrambi. Hayley sembrò divertita della coincidenza, poi qualcuno bussò alla porta, e un ragazzo della regia disse ad Hayley che doveva uscire un secondo per una notizia importante.

"Torno subito ragazzi, tanto vi lascio in buona compagnia.", annuimmo entrambi

"Allora Mila! Ti manca il ballo?"

"Non puoi capire! A Cuba era così bello, anche in strada stessa se partiva la musica tutti iniziavano a ballare, era tutto così diverso e coinvolgente. Qui invece mi ritrovo a ballare in famiglia, nelle solite feste cubane, ma non è lo stesso. Mi manca ballare con il mio compañero."

Lui apre le braccia "Balliamo allora! Festeggiamo! A Cuba!"

Io batto le mani ridendo, "A Cuba!", rispondo esaltata

Il mio amico accende la musica dal suo spotify collegato alle casse, e parte una canzone.

|| Riprodurre Bailar feat. Elvis Crespo (cover art), c'è solo su youtube ||

Io e Alejandro iniziammo a guardarci in modo complice, come se tra noi non fossero davvero passati più di dieci anni. Iniziammo a ballare, avvicinandoci in modo sinuoso. Lui era migliorato tantissimo, e io davo il mio meglio con un ballerino della sua portata. E poi la nostra complicità nel ballo è sempre stata singolare, sembravamo perfetti insieme.

Senza aver studiato una coreografia, riusciamo a far combaciare passi, sembrando allenati da settimane. Nel caos della musica e trasportati dal momento emozionante, non ci accorgemmo che erano entrate due persone in sala.

Io ero emozionata a mille, sia per aver ritrovato il mio amico di infanzia, sia per star ballando balli originari della mia terra. E' una sensazione indescrivibile, sentivo accaldarmi, sentivo esplodere tutto dentro il mio corpo, come se il sangue, a quelle note, urlasse CUBA e mi facesse muovere senza insegnamento e regole alcune. Io e Alejandro iniziammo a ballare vicini, con una perfezione e trasporto notevoli. Io muovevo le anche e le gambe, come se non avessi mai smesso di studiare latini, e lui che davvero non aveva mai smesso, sapeva guidarmi alla perfezione. Le nostre espressioni erano concentratissime, ogni tanto ci guardavamo e le nostre labbra si rompevano in un sorriso emozionato. Non credo di poter provare mai più un'emozione tale nel ballare latini con un cubano, come me. Ero incredibilmente attaccata alle mie origini, e profondamente fiera. In quel momento stavamo celebrando Cuba, e nel modo migliore. Quel momento, quel ballo era sacro per entrambi, lontani dalla nostra terra, dai nostri affetti, dal nostro sangue.