Capitolo 3

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Disfo le valigie e metto un corpetto a V bianco e i miei pantaloncini sportivi del pigiama, che mi regalò Dani qualche anno fa.
Pettino i capelli e come mia abitudine scendo senza asciugarli. Il mio bagnoschiuma al cioccolato si mischia all'odore del cocco dello shampoo e insieme formano una miscela a dir poco perfetta, che io amo.

Appena scendo Tom sta apparecchiando la tavola, bussano alla porta e subito intuisco sia il presunto amico di mio zio, che mi chiede di andare ad aprire.
Apro la porta e per un'istante resto a bocca aperta.
Lo osservo per qualche secondo, è bellissimo, da far paura. È più alto di me, anche se ammetto che poco ci vuole visto il mio metro e 64. Ha i capelli corti, una scompigliata cresta nera che si intona perfettamente con i suoi occhi neri come perle, ha le braccia muscolose ma non troppo, il giusto. E anche lui ha come me un braccio interamente tatuato. Riesco a vedere qualche altro tatuaggio che esce dalla maglietta e che arriva fino alla metà del suo collo.
Wow...

"Ehm...ciao" mi limito a dire, ancora fissandolo.
"Ciao" risponde lui, accennando un sorriso.
Entra in casa come se non gli importasse chissà quanto la mia presenza, saluta zio Tom tirandogli qualche pacca sulla spalla, usando nomignoli come 'cazzone' e 'coglione'.
Si siedono entrambi a tavola, zio Tom è in mezzo a noi due, che siamo l'uno difronte all'altro.
Mi accorgo che per un pò mi osserva o meglio dire, mi studia, e io faccio altrettanto, ma appena zio Tom interviene distogliamo subito lo sguardo entrambi.

"Ethan lei è Iris, mia nipote. Cerca di essere gentile con lei, te ne sarei grato" afferma mio zio, tirando gli occhi.
Ho come l'impressione che la gentilezza non faccia parte del carattere di Ethan, ma d'altronde nemmeno io sono un confetto di ragazza quindi non sarà di certo un problema.
Fa un sorrisino innocente e alza le mani guardando mio zio, intendendo un 'tranquillo sarò gentile' come risposta.
Sto zitta quasi tutto il tempo mentre mangiamo, Ethan e mio zio parlano di lavoro e discutono su cosa fare sta sera.

"Eddai Tom, cazzo sembri mio nonno, è sabato, andiamo al Seven! Di solito ci vieni sempre!" piagnucola Ethan.
"Infatti Ethan, di solito" sottolinea mio zio, guardandomi con la coda dell'occhio.
Oh no. Sono io il problema?
"Zio è una buona idea" m'intrometto io, ma appena finisco la frase me ne pento subito. Gli occhi sono puntati su di me, sembrano stupiti.
"Credevo volessi uscire, non vorrei essere io il problema" concludo con un filo di voce.
"Beh sai Iris, pensavo volessi restare a casa...non conosco alla perfezione le tue abitudini, ma se ti va di uscire usciamo, ti presenterò il resto della ciurma" sorride.
Ricambio il sorriso e annuisco.
"Pessima idea" borbotta Ethan.

Guardo prima lui e poi mio zio. "Lascia stare Iris, è un pò strano Ethan, ci farai l'abitudine".
"Coglione" sentenzia lui.

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