Capitolo 4

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Mi preparo e decido di indossare un semplicissimo jeans strappato blu scuro, una canotta bianca munita di perline sul girocollo e le mie stan smith.
Metto un filo di mascara e traccio una linea di eye-leiner, un pò di lipgloss trasparente e scendo.
"Sono pronta" annuncio a mio zio.
Ethan mi squadra un momento dalla testa ai piedi e appena il mio sguardo si posa su di lui, si volta dall'altra parte.
È parecchio strano.
Sarà divertente conoscere gli amici di mio zio, penso. Sei una cretina a voler uscire il primo giorno con tuo zio e una marea di persone estranee che non sai nemmeno se ti piaceranno, rammenta poi il mio subconscio.

Saliamo in macchina ed Ethan siede sul posto del passeggero vicino a mio zio alla guida, io nel sedile posteriore.
"Quanti anni hai?" mi chiede improvvisamente, infilandosi il telefono in tasca.
"19, fra un mese".
Soffoca una risatina e riprende il telefono in mano, continuando a fare ciò che faceva prima.
"Tu?".
Sorride di nuovo ma non risponde alla mia domanda.
"Come vuoi" borbotto.
"25, appena qualcuno in più di te" risponde poi, con tono di superiorità.
25 appena qualcuno in più di te, scimmiotto io a bassa voce dal sedile posteriore della macchina.
"Ti vedo sai? Cè lo specchietto retrovisore in caso non te ne fossi accorta" afferma ironico.
Faccio spallucce e sorridiamo entrambi.
Forse non è male come sembra.

Il telefono di Ethan squilla.
Sento una vocina irritante e terribilmente stridula dall'altro capo del telefono.
"Pronto?".
"Ciao piccola, si stiamo arrivando tranquilla, a dopo".

"Passiamo a prendere Laila?" chiede mio zio a Ethan quando riaggancia.
Ethan alza le spalle fregandosene, sembra non gli importi di nessuno. Forse qualcosa in comune ce l'abbiamo. "È al Seven insieme agli altri" dice lui, tamburellando le dita sulla sua gamba.
"Ah Iris, Laila è...la fidanzatina di Ethan" scoppia a ridere mio zio. "Coglione" ribatte lui.
"L'avevo intuito" affermo.
Ethan si gira di scatto. "Non è la mia ragazza, io non mi fidanzo" ammicca.

Al tutto mi limito a sorridere, non sapendo cosa dire o cosa fare. Il tragitto continua con Ethan che piagnucola non trovando la musica da lui desiderata in radio e con mio zio che cerca di spiegarmi come sono fatti i suoi amici, che sta sera conoscerò.

Parcheggiamo l'auto in un vicolo stretto, con un sacco di macchine e un sacco di ragazzi già ubriachi che barcollano in mezzo alla strada.
"Questo è il Seven" mi informa mio zio, indicandomi un piccolo edificio al termine della strada.
"Ti consiglio di stare vicino a tuo zio, appena entreremo si fionderanno tutti su di te...sei nuova e se ne accorgeranno in tanti" mi sussurra Ethan.
"So cavarmela, grazie lo stesso del consiglio" ammicco io.

L'edificio non è così grande come mi aspettavo, sembra un posto intimo, dove tutti si conoscono. I 2 buttafuori piazzati davanti all'entrata ridono e scherzano con quasi tutti i ragazzi che entrano. Appena arriviamo, noto un gruppetto di ragazzi e ragazze che guarda in direzione nostra, sembrano aspettarci.

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