Mio zio dopo aver parlato con Ethan, si avvicina a me e mi bacia la fronte. "Tesoro io accompagno Tess a casa...visto che è tardi, se quando chiuderete il bar dovrò ancora tornare, Ethan ti accompagnerà a casa".
Resto spiazzata e la mia faccia lo conferma. "È un problema Iris? Posso chiamare un taxi per Tess se vuoi".
Scuoto velocemente la testa. "No no no! Non intendevo questo! Accompagnala zio, non c'è nessun tipo di problema, dico davvero" affermo io, rassicurandolo.
Fa un sorriso di conforto.
"Ciao ragazzi", ci saluta Tess.Siamo rimasti noi due, uno di fianco all'altro sopra a questo bancone.
Ci guardiamo per qualche secondo e ci scappa un sorriso.
Un sorriso significante "sappiamo entrambi che prima o poi ci metteremo nei guai".
La serata prosegue con un gruppo di camionisti che chiedono una caraffa di birra, trattenendosi al bar una mezz'oretta, facendo qualche commentino sul mio seno che Ethan sembra non apprezzare; un gruppo di ragazzi che ordinano dei tipi di cocktail strani, che Ethan sa preparare alla perfezione e una signora solitaria sulla cinquantina, che ordina una tisana e si legge qualche pagina di un libro."È tardi, meglio se chiudiamo" commenta Ethan guardando nervosamente il ticchettio dell'orologio appeso davanti a noi.
"Sarà mezz'ora che guardi l'orologio Ethan, sei nervoso?".
"Sono solo stanco". Si volta brusco, e quanto più veloce possibile, tira dentro tutti i tavolini del plateatico.
"Perchè sei così scontroso sta sera?".
Mi lancia un'occhiataccia e sembra riflettere su quale risposta darmi. "Non lo sono".
"Si lo sei".
"Ti ho detto di no".
"E io ti ho detto di si".
"E io ti dico che devi farti gli affari tuoi, ora chiudiamo e andiamo, sono stanco e voglio farmi una doccia, ma prima devo accompagnarti a casa quindi se vuoi muoverti mi faresti un favore".Ma chi pensa di essere? Non ha capito con chi ha a che fare, forse.
La strada per tornare a casa la ricordo molto bene, e anche se ammetto di aver un pò timore a percorrere la strada da sola, al buio, in una città che ancora non conosco alla perfezione, decido di lasciarlo lì da solo, davanti alla porta del bar. Mi giro e senza dargli alcuna risposta mi incammino da sola verso casa."Dove vai?" urla.
Non rispondo e continuo a camminare.
"Cazzo Iris" urla di nuovo, ma stavolta lo sento rincorrermi, e anche se sono arrabbiata, la cosa mi piace.
Mi raggiunge e mi prende per un braccio.
"Cosa fai?".
"Ti fermo".
"Si questa lo vedo" sbuffo. "La so la strada per tornare a casa, va a farti una doccia, non vorrei farti stancare troppo".
Sogghigna e si accende una sigaretta, la tiene fra i denti e mi guarda.
Smettila di guardarmi così Ethan.
"Aah Iris Iris...dai andiamo" fa cenno con la testa.
Mi sento impotente. Non dico una parola e lo seguo.Per tutta la strada non parliamo, ogni tanto lui mi guarda e io faccio altrettanto. Arrivati davanti la porta di casa, gli squilla il telefono.
"È tuo zio" mi avvisa.
Risponde al telefono e sento solo dei pezzi della conversazione, ovvero: "Si si, l'ho appena accompagnata", poi "sono molto stanco", e infine "no tranquillo, non è un problema, ci penso io, a dopo".
Ci pensi tu a cosa? A me?
"Ciao allora, a domani" dico io aprendo la porta. Faccio per chiuderla ma lui mette un piede nel mezzo e non sembra abbia intenzione di spostarsi. Lo guardo perplessa. "Tuo zio è ancora da Tess e non vuole lasciarti da sola, dovrò farti da babysitter finché non torna" mi informa lui.
"Non mi sembri così dispiaciuto" rispondo.
Vorrebbe sorridere o replicare qualcosa, ne sono certa, ma lo vedo come si trattiene quand'è con me. Sono la nipote del suo migliore amico e non vuole creare scompiglio, se fossi una ragazza qualunque mi sarebbe già saltato addosso.Mi scosto leggermente dalla porta sbracciando, facendolo entrare.
Si leva la giacca di pelle nera e la appoggia nel divano. "Io vado fare una doccia, tanto casa di tuo zio è come se fosse casa mia" dice.
"Devo fare la doccia anche io"
"Va bene, va a farla prima tu allora".
"Possiamo sempre farla insieme", ammicco io.
Si avvicina a me e si leva il corpetto nero. I suoi tatuaggi sul petto sono perfetti, e i suoi muscoli sono scolpiti. Lui è perfetto.
È così vicino che sento il calore che emana, e lui probabilmente sente il mio."Non mi provocare Iris".
Mi avvicino ulteriormente. "Perchè sennò?".
"Te l'hanno mai detto che giocare col fuoco è pericoloso?".
"Un sacco di volte, ma il fuoco sono io".
"Non te lo ripeterò un'altra volta Iris, non giocare con me perchè perderesti".
Lancia la maglietta sul divano e si dirige al bagno.
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Prima di te niente
RomanceDalla storia: Ethan: Fatti conoscere meglio allora Iris Iris: Te lo sconsiglio Ethan, davvero Ethan: Ma perchè? Dimmi, perché? Iris: Perchè faresti la stronzata più grande della tua vita Sesso, alcool e guai, sono i tre più appropriati aggettivi per...