Capitolo 10

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Questa mattina il sole sembra che splenda di più.
Mi sento felice, viva. Sto iniziando una nuova vita, un nuovo lavoro, nuova gente.
E gli incubi del passato mai più torneranno a tormentarmi, mai più busseranno alla mia porta, mai più sarò costretta a vedere cose che una bambina di 14 anni, non deve vedere.
Mi alzo e vado a fare una doccia, dopodiché decido di preparare la colazione. Vedo un biglietto sopra al tavolo, con scritto:
Ben svegliata piccola, io sono al bar. Se ti va, passa per pranzo. Zio.

Finisco di fare colazione e mi accendo una sigaretta, sento squillare il telefono. È Dani.
"Ciao amore miooo!" strillo io entusiasta della sua chiamata.
"Buongiorno principessa".
"Come stai? Mi manchi già un sacco!" dico io sconsolata. È brutto averlo distante da me ed è la prima volta che siamo distanti in tanti anni.
"Mi manchi un sacco anche te Iris, non hai una vaga idea di quanto mi rattrista saperti distante da me. Sto bene comunque, tu come te la passi?".
"Direi bene, mio zio è fantastico! Ha un sacco di tatuaggi che non ricordavo ed è un sacco giovanile, è un tipo moderno!". Faccio un tiro di sigaretta, e riprendo. "Anche i suoi amici non sono male".
"Hai già spezzato il cuore a qualcuno o ci stai lavorando stronzetta?" sogghigna.
Sorrido e sembra che dall'altra parte del telefono se ne sia accorto. Scoppiamo a ridere entrambi, poi prima di salutarci mi avvisa che il prossimo week-end probabilmente sarà libero e passerà a trovarmi. Non vedo l'ora.

Infilo un paio di jeans stretti e un corpetto bianco aderente, le mie stan smith bianche e nere borchiate ed esco.
È una giornata bellissima, il cielo è azzurro e il sole illumina gli alberi fioriti. In 10 minuti arrivo al bar, la strada è breve e semplicissima da ricordare.
"Eccola!" Esclama mio zio appena mi vede entrare. Ci sono dei signori più grandi di lui seduti sul tavolo nell'angolino del bar che mi sorridono, e io ricambio il sorriso.
Due signore anziane invece bevono il caffè sedute in un tavolino vicino all'entrata, e un ragazzo sui 30 anni legge il giornale sopra al bancone.

"Ciao zio" dico io, abbracciandolo.
"Cosa ti preparo piccola? Qui ci sono delle piadine, dei toast, dei tramezzini oppure dei panini" fa lui indicandomi tutto il cibo dietro alla vetrata.
Opto per una piadina e prendo una coca cola.
"Stasera inizierai con Ethan, sei pronta?".
Annuisco. "Più che pronta!".
Mangio la mia piadina ed è buonissima, mio zio ha delle mani d'oro, sa preparare delle cose incredibili.
Mi spiega come funzionano i turni di lavoro, mi dice che alla mattina c'è sempre lui al bar, che al pomeriggio lavora Tess e che il suo turno finisce intorno alle 20.00 di solito.
"Quindi questa sera ti accompagnerò io qui alle 20.00, aspettiamo Ethan e appena arriva ti spiegherà come preparare i cocktail. Alla sera c'è sempre molto lavoro quindi l'orario di chiusura è sempre attorno a mezzanotte" conclude, pulendo il bancone con lo straccio. "Tutto chiaro?".
"Si capo".

Sorride e mi da una manata scherzosa in testa, spettinandomi i capelli.
Quando arriva Tess a dare il cambio a mio zio, la saluto e lei mi abbraccia, mi chiede come sto e parliamo un pò del più e del meno.
Appena inizia il turno io e mio zio decidiamo di tornare a casa, il pomeriggio passa abbastanza velocemente fra patatine e serie tv.

Sono le 21.00, io e mio zio abbiamo appena finito di cenare e sento il campanello suonare. Mi alzo dalla sedia e guardo mio zio con aria interrogativa. "Apri tu Iris per favore? Sarà sicuramente Ethan".
Quando sento il suo nome faccio uno scatto verso la porta. Certo apro molto volentieri, penso.
Quando apro la porta lo vedo appoggiato con le braccia al muro, con il suo giubbetto nero in pelle e la sigaretta tra i denti. Il tatuaggio che spunta fuori nel collo dal suo corpetto nero sta sera è ancora più bello. Lui è ancora più bello.
Non riesco a non guardarlo, non ci riesco proprio.

"Posso entrare o vuoi farmi restare fuori?" dice sorridendo, buttando via la sigaretta.
Sbatto le palpebre e ritorno alla realtà.
Mi faccio in parte e lo guardo passare davanti a me, odorando intensamente la scia di profumo che lascia dietro a sè. Cazzo, se non gli salto addosso stasera torno vergine.
"Ciao coglionazzo" dice mio zio, tirandogli un pugno sulla spalla.
"Ciao nonno" risponde Ethan. Ridono e parlano di calcio e di altri argomenti che non riesco a seguire perchè sono troppo impegnata a guardarlo.

"Andiamo al bar Ethan così insegni qualcosa alla piccoletta" afferma mio zio sorridendo.

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