Capitolo 16

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"Che cazzo facciamo adesso?" Bisbiglia Ethan infilandosi i boxer. "Ho lasciato il corpetto sopra al divano, porca puttana Iris, Tom se ne accorgerà".
Soffoco una risatina vedendolo agitarsi. "Sta tranquillo, l'hai lanciata in mezzo ai cuscini, non se ne accorgerà".
Si mette le mani nella testa grattandosela notevolmente nervoso. "Ti sembra divertente questa situazione del cazzo?".
"Sta calmo cazzo, Ethan. Non è successo niente" lo tranquillizzo.

Sentiamo bussare la porta. "Iris?".
"Si zio?" Rispondo, fingendo uno sbadiglio.
"Stavi dormendo? Volevo solo assicurarmi fosse tutto apposto. Chiama domani mattina appena ti svegli".
"D'accordo zio, buonanotte".
"Buonanotte tesoro" conclude allontanandosi dalla porta.
Sentiamo i passi di mio zio rimbombare nel corridoio. Non appena sentiamo la porta di camera sua chiudersi, apro quella di camera mia.

"È andato a letto, ti avevo detto non si sarebbe accorto niente" sussurro.
Si alza dal letto e cammina su e giù per la camera. "Abbiamo fatto una stronzata, cazzo".
"Ma quanto sei esagerato? Non è successo niente Ethan, cos'è sei vergine? Mai dato un bacio in vita tua?".
Avanza rabbioso verso di me, fermandosi a un centimetro dal mio viso. "Sei la nipote del mio migliore amico, cazzo! E sei una cazzo di bambina! Non so proprio cosa mi sia passato per la testa, tu e la tua voglia di provocarmi!".
Spalanco la porta di camera mia, facendogli cenno di uscire. "Stai sereno perchè non succederà mai più. Ora vattene".
Prende alla lettera ciò che gli dico. Mi guarda ancora irritato e poi fila dritto scendendo le scale, cercando di non far rumore.

Sbatto la porta di camera mia e mi lancio nel letto, facendo rimbalzare i due piccoli cuscini posizionati al centro.
Che serata di merda.
Mi dimeno nel letto, non riesco a dormire. Inizio a sentire un peso nel petto, respiro male, sono affannata, sto avendo uno dei miei attacchi d'ansia.
Vado di corsa verso il mio beauty ove all'interno ci sono le mie pastiglie per placare gli attacchi. Infilo una maglietta e mi catapulto in cucina, riempio un bicchier d'acqua, metto una pastiglia in bocca e alzo la testa, bevendone un sorso.
Molto meglio.

*Driin* *Driin*
Tasto con la mano sopra il comodino, cercando il telefono.
"Pronto?" Riesco a dire, ancora sbadigliando.
"Tesoro sono io, mi sono preoccupato visto che non rispondevi ai miei messaggi, va tutto bene?".
Mi stropiccio gli occhi e guardo il display del telefono. "Mi dispiace tanto zio, questa notte...ho preso sonno molto tardi, ho dimenticato di mettere la sveglia".
"Tranquilla Iris, vieni a pranzare al bar?".
"Si a fra poco" riaggancio.

È mezzogiorno, e solo ora faccio mente locale. Ieri sera, io ed Ethan. Cazzo, abbiamo quasi scopato.
Non so perché l'ho fatto.
Ho sempre fatto a modo mio, ma con Ethan sembra diverso. Mi sento quasi respinta, nonostante mi abbia baciato, quasi scopata. Sono sicura lui sia attratto da me, se fosse altrimenti non avrebbe fatto quello che ha fatto, ma forse non lo è abbastanza, o forse ha paura di me.

Il fatto è che anch'io, un pò di paura ce l'ho...non tanto di lui, ma di quella che sono io in sua presenza, e soprattutto ho paura di ciò che potrei provare. Ho un disprezzo per la razza maschile (avendo convissuto con un verme per quasi 5 lunghi anni), che mi spinge ad usarli tutti, uno ad uno promettendomi di non provare mai niente e di non mostrare la mia vulnerabilità, ma temo che con lui sarebbe diverso. Sento che lui potrebbe farmi provare qualcosa, e questo non voglio che accada.
Non ho mai sentito lo stomaco stringersi come ieri sera, come quando ce l'ho davanti. Non accadrà mai più.

Appena arrivo al bar, il sorriso di mio zio si allarga.
"Ciao tesoro" fa lui scendendo dal bancone, stampandomi un bacio sulla fronte.
"Non ti ho nemmeno chiesto, com'è andata in questi giorni con Ethan? Lui ti piace?".
Spalanco la bocca e trattengo il respiro per un attimo.
Lui lo sa?
"Intendo dire, lui non è un'ottimo babysitter, a molti non sta nemmeno simpatico" dice poi ridendo. Credo si riferisca a l'altra sera.
È un sollievo sapere che è all'oscuro di tutto.
"Si beh, non abbiamo mai parlato granché" mi limito a dire, pensando a quello che è successo.

Lo guardo e sembra riflettere.
"Sai, non sono un padre, avere una ragazza che gira per casa mia, è una cosa nuova per me...ci vorrà del tempo per migliorare il mio ruolo da zio" mi informa, fa un lungo sospiro e riprende:"Come hai visto non sono perfetto, esco alla sera con gli amici, a volte faccio tardi, il sabato bevo un drink in più...però ti voglio bene Iris, e sono così contento che tu sia..." lo interrompo avvicinandomi a lui, lo abbraccio e lo stringo così forte che a stento respira.
"Ti voglio bene zio, sei perfetto" bisbiglio io.

"Allora, parliamo d'altro...sei fidanzata? Forse non te l'ho chiesto questo" chiede mettendosi a ridere l'attimo dopo.
Rido anch'io e scuoto il capo.
"Una ragazza bella come te sarà corteggiata da chiunque".
"Ammetto di si, ma...non nutro interesse per nessuno".
"Perchè no?" chiede lui curioso, interrompendo la pulizia dei bicchieri.
"Non voglio soffrire", ammetto.
"Iris...non sono tutti come il compagno di tua madre".
Sospiro e non rispondo. Non rispondo perché se solo penso a tutto quello che voleva farmi...mi perdo con lo sguardo nel vuoto, fissando il nulla.
"Aspetta...lui ti ha fatto qualcosa? Iris ti ha per caso toccata? Cazzo Iris, quant'è vero Dio vado a Portland e gli spacco la faccia con le mie cazzo di mani!" esclama mettendosi le mani nella nuca.
"No! Lui non mi ha toccata, non mi ha fatto niente! Ci ha provato qualche volta, ma l'ho sempre impedito", lo rassicuro cercando di calmarlo.

Stringe i pugni come se dovesse prendere l'aria con le mani, ha gli occhi rossi di rabbia.
"Non lo rivedrai mai più Iris, te lo giuro. Non vivrai mai più in mezzo alla paura".
Le sue parole sono poesia alle mie orecchie, la poesia più bella che io abbia mai sentito.

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