"Vieni al bar con me questa sera, tesoro?".
Scuoto la testa. "Forse è meglio se sto a casa, domani mattina volevo uscire e lasciare qualche curriculum. Devo trovare un lavoro".
Mio zio sorride. "Per questo volevo portarti al bar sta sera. Il bar è mio, e la sera c'è sempre molta gente, ho bisogno di una ragazza che affianchi Ethan, e tu mi sembri perfetta".
Lavorare con Ethan? Forse non sarebbe così male. Forse finirà male però.
"Beh non saprei zio, Ethan dovrebbe insegnarmi a preparare i drink, non ho mai lavorato in un bar".
"Non sarà un problema, sta sera ne parleremo, d'accordo?".
Annuisco e lo abbraccio, mio zio ricambia l'abbraccio e mi bacia la fronte.Mi sembra di tornare indietro nel tempo, io in piedi con la testa appoggiata al petto di mio padre quando tornava a casa da lavoro. Mio padre che mi baciava costantemente la fronte e mi accarezza i capelli.
"Sai zio" sussurro con un filo di voce. "Mi ricordi tanto il mio papà. Mi manca tanto...ci penso ogni giorno".
Lo sento stringermi la maglietta. "Non puoi capire il bene che ti voglio tesoro...cercherò di non farti mancare niente, manca tanto anche a me".Mi stacco dall'abbraccio che per qualche secondo mi ha fatto mancare il respiro, ma ha riparato il momento di tristezza che si era creato.
Mi preparo e metto un vestitino grigio, comodo, che arriva appena sopra le ginocchia, faccio qualche boccolo sui capelli e metto un filo di mascara.
"Pronta?" Chiede mio zio.
"Pronta".
Usciamo e ci avviamo al bar, andiamo a piedi e ci impieghiamo 15 minuti circa, nel tragitto chiedo a mio zio quando ha avuto quest'idea di comprare un bar e lui mi spiega tutto nel dettaglio. Mi spiega che la mattina ci lavora lui, il pomeriggio Tess e la sera Ethan. Mi racconta che il turno serale è il più faticoso perchè quello con il maggior numero di clienti, mi spiega che Ethan ha fatto anche a botte più di qualche volta con clienti sgradevoli che importunavano le sue amiche.Appena entriamo, noto il bancone subito difronte all'entrata, con una serie di sgabelli. A destra dell'entrata ci sono due tavoli, a sinistra altri due, e fuori un plateatico di 20 posti. È molto bello e moderno, ben arredato, i tavoli e il bancone sono bianchi, le sedie e gli sgabelli neri. Qualche quadro di Marilyn Monroe dagli strani telai, rossi sporcati di pittura, è appeso sui muri di calce bianchi e direi che questi quadri donano un sacco in questo bar, danno il giusto tocco di colore.
Io, Ethan, turno serale, chiusura, io e lui da soli, chiusi dentro ad un bar dove nessuno e ribadisco, nessuno, ci vedrà.
Qualche idea sul cosa fare dopo aver chiuso il bar in effetti inizio già ad averla.
Mio zio mi chiama al bancone e spiega a Ethan che da domani, al turno serale sarò io ad affiancarlo. "Ne avevamo già parlato oggi Tom".
"Lo so, ma lei cerca un lavoro e io posso darglielo. Inizierà domani e gli spiegherai come fare i drink" ribatte con tono ordinatorio mio zio.
Ethan sembra quasi abbia paura all'idea di dover lavorare con me.Mentre mio zio parla con Tess su com'è andata la giornata, io mi allontano e inizio a parlare con Caleb, seduto sul tavolo a destra dell'entrata, e non posso fare a meno di notare che lo sguardo di Ethan è costantemente fisso su di me. Sono sicura di piacergli, lo vedo da come mi guarda.
Leila, seduta nel tavolo con me e Caleb, si avvicina a Ethan sedendosi su uno dei tanti piccoli sgabelli riposti orizzontalmente al bancone, prova ad accarezzargli la guancia ma lui schiva la sua mano. Povera stupida, non s'è accorta che a lui non importa niente di lei.
Intanto lei se lo porta a letto, suggerisce poi il mio subconscio.
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Prima di te niente
RomantizmDalla storia: Ethan: Fatti conoscere meglio allora Iris Iris: Te lo sconsiglio Ethan, davvero Ethan: Ma perchè? Dimmi, perché? Iris: Perchè faresti la stronzata più grande della tua vita Sesso, alcool e guai, sono i tre più appropriati aggettivi per...