Safe 32

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''Tu illumini tutte le mie ombre.''

-Come fiori sull'asfalto ( ''quando si ama, si ama e basta.'' on facebook)

I miei piedi nudi continuano a toccare il pavimento freddo di questa casa che in inverno è più fredda dell'esterno e in estate tremendamente calda. Non c'è una via di mezzo.

Ricordo che da piccola, quando ero in camera con mio fratello e mia sorella, ci divertivamo a vedere la nuvoletta di fumo fuoriuscire dalle nostre labbra per andare a disperdersi nel freddo della camera.

O quando ci attaccavamo cosi tanto alla stufa a gas che alla fine ci bruciavamo tutto il pail del pigiama.

Mi siedo lentamente sul letto con il diario di quando avevo qualche anno in meno. Quando lo apro vengo immersa subito nei ricordi che conservo ancora gelosamente. Le frasi inventate, gli amori vissuti, le esperienze fatte; c'è di tutto, ma quelli che preferisco sono i biglietti dei treni, qualche mappa di Norimberga e di Londra centro, qualche foto di Corfù e alcuni fiori morti presi nel prato sotto casa.

Mi lascio portare via da quei ricordi e dalle lettere che Asia mi ha scritto da quando mi conosce per ogni mio compleanno. Sette.

Il cigolio alla porta mi porta ad alzare gli occhi verso di essa dove il volto di mia madre con la busta dei medicinali mi aspetta.

«Ti ricordi della terapia, vero?» annuisco e le lascio farmi le siringhe al braccio mentre messaggio con Ivan e infatti, poco dopo lo vedo entrare dal cancello di casa.

Mi segue silenzioso guardandosi intorno ripetutamente, poi si sdraia con me sul letto e iniziamo a parlare del più e del meno.

«Questa casa sa di buono.» ormai è una settimana che viene a trovarmi spesso, anzi quasi ogni giorno a dire il vero. Prima di andare a lavorare, appena sveglio, viene a casa mia con la scusa di prendersi un caffè cosi da distrarmi da tutto.

Se non ci fosse stata mia madre e Ivan, mi sarei lasciata scivolare nei giorni grigi e spenti che ormai vivo da una settimana. Stare lontana da Daniel è come non avere il cuore e non saper più vedere i colori. Tutto monocromatico e liscio. Senza tachicardia e senza mani sudate dall'ansia. Senza vuoti nello stomaco. Cammino per casa e so che girandomi lui non c'è. Eppure è proprio lui quello di cui avrei bisogno.

«Quindi sali senza ricevere la risposta della massa?» ad interrompere il flusso dei miei pensieri è Ivan che guarda il soffitto bianco della camera.

«Già. Non mi interessa se è maligno o no, per ora. Ci vogliono altri quindici giorni e ho bisogno di salire al nord, a casa mia. Sì. Perché ormai è quella casa mia.» anche se tu non ci sei Ivan.

Non credere che stare a più di settecentocinquanta chilometri di distanza mi faccia star bene. Certo, ho Daniel che mi riempe l'anima, ma il mio cuore custodisce ancora il posto che occupi, e quando non ci sei una parte di esso rimane inesorabilmente spenta.

Quindi ho un lato del cuore sempre spento per te.

Ma non te lo dico, decido di stare zitta perché questo non cambierebbe la vita che ho scelto di fare.

Lontana da Allison e da tutto il bene della mia vita. Eppure, quando ritorno qui sembra essere sempre tutto uguale.

Come quando non guardi un quadro da anni e quando finalmente ti soffermi a studiarlo, noti che è proprio ricco di quei particolari che solo tu ricordavi.

Appoggia la testa ai piedi del letto ed io alzo leggermente le ginocchia al petto. Ormai le ferite fanno meno male ed io ho deciso di continuare a non volerle vedere.

Come fiori sull'asfaltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora