Safe 31

746 84 31
                                    

''Devi sapere che la prima volta che ti ho visto il mio cuore è stato zitto ad ascoltarti, attento a non farsi sfuggire nulla. E' stato zitto finché non mi hai sorriso, allora si che ha iniziato a battere per la prima volta.''

-Come fiori sull'asfalto. ( ''Quando si ama, si ama e basta.'' on facebook)

Resto seduta, immobile per non sentire le fitte allo stomaco mentre il Dottore mi spiega che è normale sentirsi cosi, con un peso sul petto. È normale perché alcuni tendini sono infiammati per la laparoscopia. Che se soffro è perché non mi è permesso avere la morfina.

Annuisco piano ad ogni sua parola e mi concentro ogni volta sul mio respiro perché improvvisamente diventa doloroso espirare.

Solo quando se ne va seguito a ruota da mia madre in cerca di qualsiasi informazione, decido di alzarmi.

Lo faccio perché non c'è nessuno a guardarmi. Ci sono solo io.

Tralascio in secondo piano il dolore e inizio a mettere un piede a terra. Poi l'altro. Poi uno...due...tre e mi alzo. Cammino a passi stretti, un piede dietro l'altro, la schiena piegata in avanti e lo stomaco teso fino al bagno poi due mani mi aiutano.

Gemma non dice nulla, mi aiuta a entrare in bagno e mi resta a fissare mentre muta mi pettino i capelli. Poi mi aiuta a togliermi i vestiti quando mi lavo e rassicura mamma dall'altra parte della porta perché si è resa conto della mia assenza sul letto.

Ripeto le stesse azioni per due giorni. La notte passa lenta mostrandosi dalla finestra dal vetro unto e dalla luna piena ingiallita come una vecchia foto.

Però nonostante tutto sono felice di essere nel letto accanto alla finestra, perché questo piccolo rettangolo di vetro, visto dal cuscino, è in grado di mostrarmi solo un piccolo pezzo di cielo, ovvero il mio angolo di paradiso.

Sento Daniel ogni giorno, mi lascio trasportare via da questo ospedale quando lo sento, dalla sua voce e dalle cose che ha fatto senza di me ogni giorno... come il bucato, i fiori freschi in cucina, continuare le puntate di un telefilm senza me, bere vino a letto.

Mi dice che è strano farlo senza di me, che ormai è più bello condividere tutto, anche gli odori e una pizza appena comprata.

Giornate lente, estenuanti fino alla dimissione. Quando ho visto il sole splendere fuori al portone grigio della clinica, mi sono sentita improvvisamente bene. Nonostante è febbraio fa caldo e c'è un sole primaverile raro per questo mese. Per un attimo tutto il dolore è fluito via dal mio corpo, portandomi a sorridere anche quando ho dovuto salire i cinquantacinque scalini da sola. Con mamma dietro che piangeva quasi perché non voleva farmi fare questo sforzo... Ma che alternative c'erano?

Dopotutto questi erano gli stessi palazzi di sempre. Quelli senza ascensore, dagli scalini alti e dalle porte una di fronte l'altra. Dalle mattonelle chiare con i numerosi balconi pieni di panni stesi e dai muri sporchi di scarpe, scritte e quant'altro.

Era sempre lo stesso posto, e mi piaceva proprio cosi, alla fine. Con tutte le sue erbacce e i suoi volti familiari.

Quando arrivai al mio piano mi voltai aspettandomi di vedere il viso di Camilla uscire dalla porta accanto, ma lei non c'era.

Era strano, sapevo che lei non c'era più... eppure restando cosi tanto tempo al nord per un attimo, uno solo, ho creduto che lei ci fosse ancora. Che era solo un brutto sogno la sua morte. Mi lascio abbuiare un secondo prima di aprire la porta e ritrovarmi tutta la mia famiglia a casa per festeggiare come si deve il mio ritorno.

Entro e ci sono proprio tutti, Allison, le mie cugine, mio fratello, mio nonno, gli zii. La loro presenza aiuta a mettere un "tappo" alla mancanza di Daniel.

Nel pomeriggio, Asia e Ivan vengono a trovarmi. Asia per prima, mi porta una letterina con un pacco incartato in modo frettoloso accanto, quando lo apro e leggo ciò che mi ha scritto, quasi scoppio a piangere.

Mi ha regalato uno specchio contornato da una luna e un sole. Mi ha spiegato che, essendo una sfegatata e appassionata di astrologia, mi ha scritto il significato che si cela dietro queste forme. Il sole, in natura rappresenta il vero io, l'anima mentre la luna rappresenta l'intuito, il mondo ''interno'' i sentimenti. Poi decide di finire la lettera con un augurio di fare scelte che possano sempre combaciare e riflettere me stessa. ''Che tu possa vedere il tuo volto in questo specchio e riconoscerti sempre. Perché so che hai combattuto tanto per ritrovarti e continui a farlo ogni giorno per non perderti.'' Leggo sull'orlo di un pianto gioioso. Uno di quelli rari, che sogni da una vita di piangere di felicità.

Asia è sempre stata la mia migliore amica, e le sue lettere le ho portate con me anche a Londra mentre ora riposano nascoste fra i volumi consumati della mia libreria e non nascondo che, spesso e volentieri, ritorno a rileggerle quando mi sento sola.

Quando alzo gli occhi al soffitto e li lascio vagare per la camera, quasi non vorrei andarmene. Qui ho lasciato un pezzo di me, quello della mia infanzia. Queste stesse mura mi hanno vista crescere in cosi tante sfaccettature che non saprei neanche da dove iniziare.

Eppure ora ho una nuova casa, una nuova vita con una nuova persona. Anni fa, non riuscivo ad immaginarmi un futuro senza Chris. Era inspiegabile per me, essenziale.

Ma ora, non riuscirei ad immaginarmene uno con lui neanche se volessi. Ora sono un'altra persona e mi sono accettata per tutti i cambiamenti che ho subito, anche quelli contro la mia voglia. Non volevo lasciare Chris perché non era mai stato nella mia natura abbandonare una persona. Avendolo fatto è stata una prova inconfutabile del mio cambiamento e dell'accettare me stessa. Nonostante le sofferenze, nonostante andassi contro corrente contro me e tutte le mie maree che mi trasformavano in un'altra persona.

Questa sono io. E mi sono riscoperta in un paio d'occhi nuovi, quelli di Daniel.

È bastato un suo sguardo per rendermi conto che quella era casa mia, che quello che brillava all'interno dei suoi occhi scuri che rispecchiavano tanto i primi raggi dell'alba, non era altro lo stesso e identico fuoco che alimentava anche me.

Viviamo delle stesse cose, nelle stesse emozioni. Abbiamo sempre immaginato lo stesso futuro nonostante percorrevamo strade diverse, affollate di volti sempre nuovi e differente da noi. Con gli stessi sogni nel cassetto, lo stesso spirito libero e sognatore.

Ma poi abbiamo girato lo stesso angolo e ci siamo incontrati.

Lui sempre allegro, di chi ha sempre saputo che prima o poi avrebbe vissuto i suoi sogni, stava solo aspettando e non sapeva realmente cosa. Io invece, ero quella consumata da un amore sbagliato, che passava i pomeriggi a leggere storie che mi portavano lontana dalla mia vecchia realtà.

Però sono sicura che ad alcune cose non puoi metterci un freno o dire "passa domani." Perché alla fine non si è mai pronti a cambiare o a scegliere.

A me è bastato avere le sue mani nelle mie, per capire che non c'erano altre mani da dover stringere per mantenerci saldi e vivi.

Perché forse l'amore è questo, riconoscersi ovunque, anche fra i libri scritti di qualcun'altro, fra un sorriso stanco tirato di uno sconosciuto, fra le strade poco illuminate dai neon o sui treni in transito. L'amore è riconoscersi ovunque perché in fondo, la persona che si ama la si porta sempre dentro.

Come fiori sull'asfaltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora