1. Il Cinema

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No, non è un pesce d'Aprile... signori ci siamo, mi sono decisa. Mi mancano solo 3 capitoli alla fine della stesura e quindi PARTIAMO! 


°°°

Adrien era rientrato a casa sbattendo la porta con tutta la forza che aveva ed era corso in camera sua pestando i piedi sulle scale, borbottando tra sé e sé, attirando inevitabilmente l'attenzione del padre, della madre e della zia che si erano affacciati dalla porta dell'ufficio di Gabriel per capire quale fosse l'origine di quel baccano.

«Ma è Adrien?» aveva chiesto Amelie, per conferma, alla sorella che aveva annuito.

«Vado io» si era fatto avanti Gabriel precedendo la moglie e avviandosi su per le scale, fino alla porta della cameretta del figlio.

«Adrien, figliolo sono papà, mi fai entrare?» gli aveva chiesto bussando alla porta. Non udendo una vera risposta, ma solo un gran baccano l'avevo preso come un invito ed era entrato.

Aveva trovato il piccolo Adrien mentre frugava nel suo baule dei giocattoli infilandosi dentro dalla testa alla cintola per cercare qualcosa di ben preciso ed emergendo con un fucile ad acqua grosso quasi quanto lui.

«Ora vedrai!» aveva gridato imbracciando l'arma giocattolo e caricandola.

«Adrien, che succede?» aveva attirato la sua attenzione suo padre. Il bambino aveva un'aria agguerrita, ma gli vedeva anche le ciglia umide. Qualcosa l'aveva ferito, o meglio, qualcuno.

«Hai litigato con Felix?»

Adrien aveva abbassato il giocattolo e aveva voltato lo sguardo. «È antipatico! Vuole sempre comandare lui, dice di essere più bravo in tutto, più di me»

«E pensi che inzupparlo sia la soluzione?» aveva provato a farlo ragionare Gabriel.

Adrien aveva preso subito in considerazione l'appunto del suo papà e si era mostrato ancora più sconsolato.
Intenerito, Gabriel l'aveva preso in braccio e portato a sedersi sul suo lettino; conosceva bene il temperamento di suo nipote e anche quello di Adrien, non era difficile immaginare cosa fosse successo.

«Non credi che ci siano altri modi per far valere le tue ragioni?» gli aveva chiesto Gabriel per tranquillizzare il piccolo Adrien.

«E quali? Felix non mi ascolta, vuole fare solo quello che dice lui» si era lamentato il bambino.

«Tuo cugino ha un bel caratterino, ma con un po' di furbizia, credo che riuscirai a fargli capire come ti senti quando fa il prepotente» gli aveva consigliato. Adrien si era calmato improvvisamente; suo padre aveva ragione, con Felix le maniere forti non servivano, sparagli con il fucile ad acqua sarebbe stato inutile e controproducente.

«Hai ragione, grazie papà» aveva ritrovato il sorriso, già pronto a studiare un modo più furbo per avere la sua rivalsa su Felix.

«Ricordati Adrien, la vendetta è sempre la scelta sbagliata. È la strada più facile, ma se ti porta a ripagare qualcuno facendogli un torto, sai per certo che non sarà la soluzione giusta e non porterà a nulla di buono».

«Sì, ma...»

«Sei un bravo bambino, giusto e onesto. Non permettere al mondo di cambiarti e di oscurare il tuo cuore puro».

«Papà ha ragione» si era intromessa Emilie che aveva ascoltato fino a quel momento. Si era avvicinata e aveva preso il suo piccolo Adrien in braccio, facendolo sedere sulle sue gambe. «Sei il nostro raggio di sole, Adrien. La tua dolcezza contagia tutti quelli che ti stanno vicino. Non cambiare mai»

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