Maze Runner-The Group B girl 2

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<<Teresa??>> chiedo ancora
<<Non...non...>> risponde Thom alzandosi e guardandosi attorno
<<Che fine ha fatto?>> risponde Minho
<<Non lo so. Era entrata nell'edificio con noi!>> risponde Tommy
<<Sei sicuro?>> chiede Newt
<<Si io l'ho vista stanotte, mi ero svegliata per un rumore e l'ho vista alzarsi. Ha detto che tornava subito e mi sono riaddormentata>> dico
<<E non ti è passato per la mente di chiederle dove stesse andando??>> risponde Thomas alzando la voce, beccandosi un'occhiataccia da Newt
<<Calmati amico, la troveremo>> dice Minho
<<Non credo che le sia successo qualcosa di brutto>> rispondo andando vicino a Newt, Thomas mi guarda male <<Che caspio vuoi dire?>> dice dopo qualche secondo
<<Sai che voglio dire. Io credo che... forse...>> balbetto non trovando le parole giuste
<<Non ci posso credere che tu stia davvero pensando a una cosa del genere Eryn!>> dice Thomas arrabbiato
<<Sto solo dicendo che...>> cerco di dire ma lui non mi da retta
<<Okay okay>> interviene Minho <<In quanti siamo rimasti? Intanto cerchiamo di capire questo e dopo troveremo la tua ragazza>> dice guardandosi attorno.

Undici. Eravamo rimasti in undici. Nel labirinto c'erano quaranta o cinquanta ragazzi. Adesso solo undici.

Pensare che tutto questo poteva essere anche in colpa mia mi faceva salire la nausea e a giudicare dall'espressione di Thomas, stava pensando alla stessa cosa

<<Siamo solo Undici>>
Dice infine Newt. Ecco. Qualcuno l'aveva detto
<<Allora sono morti in sei nella tempesta? Sette?>> risponde Minho sembrando completamente distaccato
<<Sette>> sbotta Newt sembrando disapprovare l'atteggiamento del capo, ma poi aggiunse con un tono più gentile <<Sette, a meno che qualcuno si sia rifugiato in un'altro edificio>>
<<Cavolo>> risponde Minho <<Come faremo ad attraversare la città in undici? Ci potrebbero essere migliaia di spaccati!>>
<<E questo è tutto quel cacchio a cui riesci a pensare? E le persone che sono morte, Minho? Jack non c'è più e neanche Winston. Non ha avuto scampo e... non vedo neanche Stan, né Tim. Cosa mi dici di loro?>> risponde Newt facendo un grosso respiro. Le sue parole furono come una lama in pieno petto perché mi resi conto davvero che i ragazzi, che aveva nominato non c'erano più

<<Ehi ehi, datti una calmata fratello. Non ho chiesto io di essere il cacchio di leader, se tu vuoi piangere tutto il giorno per quello che è successo fai pure ma non è questo che fa un leader. Un leader riflette su dove andare e cosa fare dopo che sono successe certe cose>> risponde Minho alzando le mani con il palmo rivolto verso Newt
<<Beh immagino che questo sia il motivo per cui tu hai ricevuto l'incarico, allora>> dice Newt che questa volta si becca un'occhiataccia da parte mia; subito sul suo viso compare un'espressione dispiaciuta <<Lasciamo stare. Davvero, scusa, io volevo solo...>> risponde
<<Già scusami anche tu>> risponde Minho roteando gli occhi.

Fortunatamente arrivò Aris a cambiare discorso <<Avete mai visto una cosa simile a quella tempesta di fulmini?>> dice
<<Non sembrava una cosa naturale>> risponde Thomas scuotendo la testa
<<Beh qualcosa mi dice che siamo stati fortunati>> dice Minho
<<Già>> dico lievemente
<<Non credo che "fortunati" sia la prima parola che mi sarebbe venuta in mente>> risponde Aris
<<Già be' ...>> dice Newt indicando fuori dalla finestra rotta <<Almeno è finita, ci conviene cominciare a pensare a cosa fare adesso>>
<<Vedi, tu sei spietato quanto me. E hai ragione >> risponde Minho
<<Si ma prima devo capire dove sia andata Teresa. E come prima cosa dobbiamo trovare anche del cibo ragazzi>> risponde Thomas agitando le mani

<<Cibo?>>
Thomas rimase a bocca aperta per la sorpresa, la voce arrivava dall'alto.

Guardai su come facevano tutti gli altri, una persona ci stava osservando da ciò che era rimasto del terzo piano. Era un giovane uomo ispanico, nei suoi occhi c'era qualcosa di selvaggio

<<E tu chi sei?>>
Gli chiede Minho urlando.

L'uomo salta attraverso lo squarcio del soffitto cadendo verso di noi, lasciandoci senza parole

<<Mi chiamo Jorge>>
Dice l'uomo con le braccia allargate come se si aspettasse un applauso per le sue evoluzioni <<E sono lo spaccato che comanda qui>>.