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Alexia e gli altri agenti, dopo aver trovato tutti i documenti e i fascicoli di cui avevano bisogno, ripartirono in viaggio per l'Italia: infatti avevano rintracciato la posizione del nuovo indagato.

Presero un taxi nella prima mattinata ma uscire da Milano fu una vera impresa. La città nelle ore di punta è molto trafficata, forse fin troppo.

Presero l'autostrada A4 che da Milano passava anche per Verona; già, l'assassino si trovava a Verona.

Ora erano in autostrada ed il viaggio si prospettava molto più veloce e fluido; nel frattempo avevano anche notizie dalla città dove vi era l'indagato, infatti un agente lo stava seguendo.

Non aveva però un mandato per arrestarlo, quindi doveva aspettare l'arrivo dei nostri agenti.

Durante il percorso rividero tutti i procedimenti e si prepararono sul da farsi a Verona. La città era molto grande e dovevano dirigersi il più possibile vicino all'indagato Marco Rossi.

Marco aveva già precedenti penali: rapina a mano armata, giuda sotto stato di brezza e altri piccoli reati meno rilevanti. Per tutto ciò lo avevano condannato a soli 3 anni e 6 mesi (grazie alle attenuanti generiche).

Tutto ciò era sconvolgente per Alexia che non vedeva solo l'ora per poterlo prendere e mettere fine a tutto questo caso.
Due giorni prima avevano ricevuto una notizia in cui si diceva che Devis Houston era rientrato in America e che lo avevano già arrestato.

Ora mancava solo Mario.

Dopo 2 ore e 20 minuti di viaggio finalmente erano arrivati alle porte della magnifica città.

Arrivarono a sud dove Marco Rossi era in quel momento. La polizia di Verona aveva fornito una macchina per poter arrestare tale persona.

L'agente che si trovava nella città aveva dato notizie di dove fossero.
Le sirene partirono quando furono li vicino .

Marco incominciò a correre nelle traverse della città e in tanti casi non riuscivano quasi più a vederlo. Vie, viuzze, parchi e piazze... l'uomo correva più forte che poteva per riuscire a scappare alla furia della polizia.

Correva forte, per poco non si metteva a volare. Ad un certo punto sali su una macchina; era grigia con gli specchietti rossi.

Incominciò un inseguimento che assomigliava ad un film da oscar.  Tutti erano molto preoccupati poiché sicuramente sarebbero riusciti a scamparla.
Si avviarono nelle campagne vicine alla città. 

Le macchine raggiungevano velocità follia dopo pochi chilometri riuscirono a fermarli.

Alexia lo prese e gli mise le manette, era soddisfatta nel mettergliele e lo assicurò che sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe visto l'aria aperta.

Quel pomeriggio tornarono scorati a Milano dove presero un aereo diretto a Darkinkg...
Tutto era finito... o forse...

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