CAPITOLO 2

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La macchina si fermò davanti ad un cancello grigio, nell'attesa che si aprisse riuscivo a vedere solo una parte della facciata in vetro della casa, il resto era coperto da alti cespugli.
Riprese a muoversi molto lentamente e così anche il mio cuore curioso di vedere cosa ci fosse oltre quella recinzione.
La macchina si fermò sul pezzo di asfalto che dava sul garage, rimasi a bocca aperta nel guardare il giardino perfettamente curato dal finestrino e il restante della facciata in vetro della casa.
La struttura sembrava illuminarsi di luce propria grazie al sole di Los Angeles che picchiava forte sulle vetrate.
La portiera si aprì ed Edward mi aiutò ad uscire "oh, grazie. Ero rimasto incantato" Mi giustificai ridacchiando.
Non ero abituato a tutte queste smancerie e nemmeno a tutto questo lusso.
L'aria era molto umida e calda, fu quasi un trauma uscire dalla macchina fresca di aria condizionata "Adesso ti faccio entrare e poi dovrai aspettare che arrivi Dylan, così scegli la stanza dove stare e ti sistemi meglio" Disse Edward prendendo le valige dal cofano.
Avrei dovuto aspettare da solo in una casa non mia finché non fosse tornato. E se avessi combinato qualche casino? Se avessi rotto o toccato qualcosa di prezioso?
"Seguimi" Edward incominciò a percorrere il vialetto ed io lo seguì, continuando a guardare la casa con occhi luccicanti.
Aprì la porta e poggiò le valige all'ingresso, entrai in casa e rimasi senza fiato: open space dall'arredamento moderno, il salotto era stato riempito da un lungo divano rosso, una tv al plasma pogiata su un mobiletto di legno nel punto in cui c'era una colonna, un piccolo tavolino di cristallo al centro, ed un vaso con una pianta verde e dalle grandi foglie all'angolo. Tutte le pareti (o quasi completamente) erano di vetro, la parte dell'ingresso dava sul giardino mentre quella opposta sulla piscina, la cucina invece era tutta bianca e nera con un mobile da cucina che copriva il muro bianco e una stanza limitata da muri bianchi e coperti di alcuni quadri moderni era chiusa da una porta in legno chiaro, ed infine una scala a chiocciola portava su un balcone interno che dava all'ingresso e portava alle altre stanze.
"Ti piace?" Chiese Edward, mentre io continuavo a girare su me stesso per guardarla meglio.
"Lì dentro c'è la sala giochi" Disse indicando la porta che dava sul retro del divano.
"È...uau" Risposi guardandomi ancora una volta intorno.
"Beh si, quando si hanno tanti soldi te lo puoi permettere" Ridacchiò e si mise le mani in tasca, alzando le spalle.
"Beh, io adesso devo andare. Tu rimani qui, puoi usare la piscina tranquillamente e 'sentiti come a casa tua' da parte di Dylan. I bagni sono di sopra o se vuoi puoi usare quello dentro la sala giochi" Si avviò verso la porta e sorrise "Benvenuto a casa Dylan Davis" Disse sorridendomi per poi usicre dalla casa.
Lo seguì con lo sguardo finché non uscì dal cancello, e poco dopo vidi passare una macchina grigia davanti al cancello.
Mi girai a guardare la piscina. E adesso che faccio? Uso la piscina o me ne sto fermo e buono a leggere sul divano molto invitante?
Infondo faceva caldo e la voglia di rilassarmi in una bella piscina fresca vinse su tutto.
Presi dalla valigia il mio costume da bagno (celeste e boxer) ed andai nel bagno della sala giochi. La stanza conteneva un tavolo da biliardo, una tv e una console xbox e una PlayStation su una mensola con svariati giochi di entrambe le console, ed il bagno era completamente bianco illuminato da luce artificiale come la sala giochi.
Uscì dal salotto coperto solo da un asciugamano rosa (un tempo era bianco) e mi sedetti a bordo piscina con metà gambe in acqua ed il libro 'Harry Potter e il principe mezzosangue' a una mano e il telefono nell'altra.
Era la seconda volta che leggevo la saga e non mi sarei mai stancato di farlo, perché amavo tutto di quel mondo fantastico da quando ero piccolo che mi portava a distrami completamente dal mondo circostante.
Poggiai l'asciugamano e il telefono sopra di esso, mi calai nell'acqua ed un brivido freddo mi percorse tutto facendomi subito sentire un solievo dal sole battente.
Intorno alla piscina c'erano dei pouf, un divanetto, un paio di sedie a sdraio e un tavolo sull'erba circondato da quattro sedie all'ombra dell'ombrellone.
Riuscivo a toccare il fondo tranquillamente ed una volta sistemato, aprì il libro e incominciai a leggere.
Sentì dei rumori alle mie spalle ma non ci feci caso, pensai che fosse il vento (che si era alzato da poco) e continuai a leggere.
"Vedo che ti sei già sistemato" Disse una voce bassa dietro di me.
"AH! CAZZO!" Urlai dallo spavento e feci cadere il libro nell'acqua che pian piano incominciò ad affondare.
Mi immersi completamente e presi il libro zuppo, lo poggiai sul bordo piscina, alzai lo sguardo lentamente dai piedi, poi sulla pancia, il petto e infine il volto.
Il suo volto.
Il volto che più conoscevo e che più avevo desiderato di vedere per la prima volta.
Rimasi a bocca aperta mentre delle goccioline cadevano dalle punte dei miei capelli bagnati, era come nelle foto e nelle video chiamate: bellissimo.
Capelli biondi e ricci che sembravano catturare il sole, e due occhi azzurri come il cielo di Los Angeles che mi guardava dall'alto.

DISTANZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora