Ritornai nel salotto accompagnato da Edward, e i due fratelli smisero subito di parlare. Mi sedetti accanto a Stefani e Dylan che lanciò uno sguardo torvo alla sorella.
"Scusami per prima, Raffaele" Disse lei con tono dolce.
"Chiamami Raff, e tranquilla. È tutto okay" Risposi sorridendole sinceramente.
"Allora Raff, hai qualche passione? Sogno nel cassetto? Magari durante la tua permanenza qui si avvera" Ridacchiò lei dandomi dei piccoli colpetti sul ginocchio.
Noto che Dylan ed Edward mi stanno guardando facendomi sentire un po' in soggezione e così abbassai lo sguardo sulla mano di Stefani.
"Mi piace leggere e la fotografia" Dissi un po' in imbarazzo.
"Oh, abbiamo un fotografo qui tra noi!" Esclamò lei guardando il fratello con le sopracciglia alzate.
"Tu invece?" Mi azzardai di chiederle.
"Studio ancora, vado al college. Sono due anni più piccola di questo imbranato di mio fratello" Mi lasciai sfuggire una risata e Dylan fece una smorfia alla sorella.
"Cosa studi?" Chiesi sentendomi un po' a mio agio e meno in imbarazzo.
"Scienze umane" Risponse lei sorridendomi e con tono leggermente altezzoso.
"Uh, allora sarò uno dei tuoi primi pazienti" La incalzai facendola ridere di cuore.
"Però dopo mio fratello e quell'altro disagiato mentale" Disse indicando Edward che la guardò inarcando un sopracciglio.
"Ehi! Io sono diversamente normale" Risponse lui fintamente offeso.
"Così diversamente normale da mettere l'ananas sulla pizza davanti a due italiani!" E tutti scoppiammo a ridere.
Sentì la risata calda di Dylan e vidi il suo sorriso, tra i più belli che abbia mai visto. Ma che sto pensando?
Scossi la testa e mi concentrai a guardare Stefani che raccontava con tanto divertimento un avvenimento successo al suo college durante una lezione.
La serata passò tra risate e cibo cinese e giapponese. Non sentivo più così tanta nostalgia di casa, ormai concentrato a non versarmi da bere addosso per il troppo ridere.
Non seppi quanto tempo rimasi lì perché dopo credo quattro ore, crollai con quasi a mia insaputa sul divano durante una partita di carte per poi risvegliarmi nel mio letto a casa di Dylan.
Aprì gli occhi, la luce del sole passava attraverso le tende bianche e mi sentì per un attimo disorientato, solo e nostalgico.
Presi il telefono che era stato poggiato sul comodino e diedi un occhiata alle mie gambe prive di pantaloni.
Avevo in dosso solo una maglietta non mia, molto più lunga e gialla ed i boxer del giorno precedente.
Accesi il cellulare e controllai i messaggi, aprì la chat di Francesco che aveva mandato un messaggio qualche minuto fa che recitava "Buongiorno amore, io sono stanco morto e penso che me ne andrò a dormire presto.
"Spero che tu sia già sveglio, voglio sentire la tua voce.
"Mi manchi"
Risposi subito al messaggio, con il sorriso già stampato di prima mattina sulla mia faccia.
"Ehy! Sono sveglio" Cliccai invio e dopo qualche secondo mi arrivò la sua chiamata.
"Honey!" Dise lui dall'altro capo.
"Baby!" Risposi ridacchiando. Non ci eravamo mai chiamati così e perciò mi divertiva.
"Come stai? Com'è andata la giornata di... ieri?" Chiese un po' disorientato.
Sentivo che era stanco dal suo tono di voce, roco e basso.
"Bene, Dylan mi ha portato a conoscere i suoi amici. Anche se ero stanco morto" Risponsi tra uno sbadiglio e l'altro.
"Umh... io invece ho lavorato tutto il giorno ed ho un sonno tremendo" Disse lui sbadigliando alla fine.
"Allora vai a dormire dai. Se no finisce che restiamo a parlare per ore e tu non dormi più" Dissi dolcemente.
"Va bene amore. Buona giornata"
"Buonanotte amore" E chiusi la chiamata dopo svariati saluti amorosi.
Mi alzai dal letto ed uscì dalla stanza, scesi le scale e andai in cucina dove un esemplare di Dylan spettinato e da poco sveglio preparava la colazione.
"Ciao" Dissi annuanciando il mio arrivo.
Lui si girò di colpo e mi sorride. Aveva i capello biondi completamente in disordine e indossava solo dei pantaloncini neri con una striscia bianca alla fine, lasciando in mostra tutta la sua schiena dritta e l'elastico delle mutande rosse firmate Calvin Klein.
"Buongiorno" Disse mentre rigirava nella pentola un pancake.
"Buongiorno" Risposi sedendomi su uno degli sgabelli che circondavano il tavolo della cucina.
"Ti piacciono i pancake?" Chiese mentre ne versa uno in piatto grande al centro del tavolo di marmo.
"Non ne ho mai mangiati" Risposi versandomi del succo nel bicchiere.
"Allora oggi assaggerai il migliore della tua vita" E così dicendo me ne mise uno nel piatto.
"Cioccolato?" Mi chiese ed io annuisco, e così una cascata di cioccolata si sparse sul mio pancake.
"Panna?" Chiese di nuovo ed io annuisco.
"Bene, buon appetito" Disse leccandosi il dito sporco di panna montata.
Ne tagliai un pezzo e lo portai alla bocca, al contatto di quei sapori non potei trattenere un verso di approvazione sotto lo sguardo divertito di Dylan.
"Che ti avevo detto?"
"Il migliore della mia vita" Risposi portandomi un altro pezzo alla bocca.
"Con chi parlavi in stanza?" Mi domandò dopo qualche minuto.
"Cosa? Ah, con Francy" Risposi bevendo il succo.
Fa un pausa di qualche secondo "Oggi non devo lavorare, perciò se ti va possiamo andare in spiaggia con gli altri" Propose sorridendomi dolcemente.
"Va bene. A che ora?"
"Tra un'ora e mezza"
Dopo aver fatto colazione tornai in stanza a prepararmi per la giornata al mare che mi attendeva.
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DISTANZA
Romance[ Completa - Ripubblicazione ] -STORIA A TEMA GAY- Un'amicizia nata a distanza, un amore coltivato con il tempo ma mai sbocciato fin quando non si incontreranno per la prima volta. A quel punto succederanno molte cose e i personaggi capiranno molto...