CAPITOLO 16

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Mi alzai dal letto e mi vestí rapidamente per poi sgattaiolare nella mia stanza trascinandomi i vestiti sporchi.
Mi infilai sotto la doccia e lasciai che l'acqua facesse scivolare via il suo odore mentre le mie lacrime si nascondevano sotto l'acqua della doccia.
Perché l'ho fatto? Pensai in continuazione. Potevo fermarmi e non l'ho fatto, e quello che mi dava più il volta stomaco era il fatto che mi sia sentito felice appena sveglio, di averlo visto e che le sue coccole mentre facevo colazione mi facessero stare bene, mentre adesso mi veniva solo voglia di vomitare.
Stavo ancora più male all'idea che tra tra giorni sarei dovuto tornare in Italia, dove non ci sarà la persona che amo ad aspettarmi all'aeroporto, ma almeno riuscirò a chiudere una porta alle spalle ed andare avanti anche se con il cuore spezzato e la mente in palla.
Dopo la doccia mi vestí con un paio di boxer ed una maglia lunga, faceva troppo caldo per mettersi anche solo dei pantaloncini, ed ormai non ho più nulla da nascondere agli occhi di Dylan.
Scensi al piano inferiore e trovai Dylan steso sul divano a guardare la tv, non sembrava accorgersi della mia presenza, perciò decisi di non disturbarlo e di andare nel giardino posteriore.
"Dove vai?" Chiese da dietro le mie spalle.
Mi girao e feci un passo indietro, lui era davanti a me con il petto nudo e solo un paio di boxer neri indosso.
"In giardino, a leggere" Risposi velocemente.
"Ma non hai un libro" Notò lui.
"Perché quello che avevo si è fatto un bagno in piscina" Risposi con una leggera risata che lui ricambiò. Non volevo mostrarmi per quello che ero in quel momento: triste e con una gran voglia di piangere.
"Seguimi" Disse come un ordine premdendomi la mano.
Sentí un brivido percorrermi di nuovo tutto il corpo. Odio questa sensazione.
Mi fece sedere sul divano e lui fece lo stesso, mi guardò negli occhi ed io facevo fatica a ricambiare a causa degli occhi rossi per il pianto.
"Hai pianto" Mi guardava con tono triste.
Non risposi e spostai lo sguardo sulla stoffa del divano.
"Che cosa è successo?" Sentì la sua preoccupazione nella voce e mi venne ancora di più da piangere.
"Mi..." Non riuscì nemmeno ha pronunciare quella parola.
Scoppiai a piangere e sentì subito le sue braccia muscolose circondarmi completamente.
Poggiai la testa sul suo petto fregandomi delle lacrime che gli scivolano addosso e lui non sembrò tanto curarsene.
"Ti prego dimmi cos'è successo" Mi diede un bacio sulla testa.
Sentì il suo cuore battere contro il mio orecchio e il suo petto alzarsi ad ogni respiro, mentre le mie narici si riempivano del suo odore, amovo tutto quello anche se non avrei dovuto sin dal principio.
"Gli ho raccontato tutto" Dissi e lo sentì irrigidirsi.
Non disse nulla e perciò continuai "e ha detto che l'ho deluso, che non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da me e... e mi ha lasciato" Dissi tra un singhiozzo e l'altro.
Dylan continuò a consolarmi con le sue mani sulla schiene e sui capelli.
"Mi dispiace... Non avrei dovuto lasciarmi convincere... e solo che" La sua voce era triste più di prima e sentivo un pizzico di senso di colpa nei suoi confronti.
"E solo che...." Continuò "Che sono innamorato di te, e quello che abbiamo fatto lo desideravo da più di un anno"
Staccai la testa dal suo petto e lo guardai negli occhi verdi e acquosi.
Era innamortato di me da più di un anno e forse anch'io lo ero. Non me l'aveva mai detto e nemmeno fatto capire, e da un momento all'altro aveva deciso di farsí che lo raggiungessi per un motivo che adesso mi era chiaro "Quindi... mi hai fatto venire qui per poterci provare con me, pensando che magari ci sarei stato e che fossi rimasto qui con te per tutta la vita" Dissi incredulo e con un pizzico di ironia
Lui annuì ed io sentì la rabbia ribollirmi dentro.
"Avevi pianificato anche questo?" Domandai preso dalla rabbia.
Mi allontanai da lui e continuai a guardarlo negli occhi furioso.
"No, non proprio" Disse preso dal panico.
"Hai fatto in modo che facessimo sesso, e tu sapevi che non sarei mai riuscito a non dire nulla a Francesco e che lui mi avrebbe lasciato così sarei rimasto solo e tutto per te!" Il mio cervello lavorava a velocità da capogiro, così veloce che mi faceva male la testa
Mi sentivo illuso ed usato, e la rabbia si faceva sempre più intensa.
"Non volevo andasse così..." Disse abbassando lo sguardo.
"E come volevi andasse?" Domandai furioso.
"Volevo che ti innamorassi di me, sì, come io lo sono di te. Volevo che tu rimanessi qui, ma non l'avrei mai fatto se tu non mi avresti dato delle possibilità. E pensavo che ieri era arrivata quella possibilità"
Mi sentivo confuso, forse anch'io ero innamorato di lui ma sentivo anche un forte attaccamento nei confronti di Francesco.
Mi alzai da lì e corsi al piano di sopra e chiusi la porta dietro di me, genntandomi poi sul letto in lacrime.
Avevo rovinato la mia vita per colpa sua, anzi, lui l'aveva rovinata con il suo piano che aveva funzionato in parte.
Aveva fatto in modo che Francesco mi lasciasse ma non aveva considerato il fatto che io potessi non volerlo.
Sentì bussare ma non risponsi, e mi limitai ad ascoltare ciò che diceva "Perdonami, ma per amore si fa tutto. Sono innamorato di te e ho fatto una cazzata, ma quando si ama si fa di tutto affinché la persona che si vuole stia con te" La sua voce era spezzata e il suo respiro pesante, e sentii lo stomaco contorcersi e il petto dolermi.
"Perdonami..." Disse un'ultima volta.
Sentì i suoi passi allontanarsi e il petto farmi male per la troppa tristezza e rabbia che provavo.

DISTANZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora