PROLOGO

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Quattro anni, quattro lunghi anni ho aspettato per poterlo vedere, e diciannove anni per realizzare il mio sogno di andare in America se pur per un periodo breve e non per tutta la vita.
Quattro anni che Raffaele, un ragazzo castano con gli occhi verdi e pugliese che parlava tramite un telefono con un ragazzo siciliano di nome Dylan, più grande di me di due anni e con molta più fortuna nella vita l'avrebbe finalmente incontrato.
Era da due anni circa che si era trasferito in America, e da tre anni e mezzo organizzavamo il nostro incontro e il nostro viaggio definitivo nel posto dei miei sogni. Avevamo quindici e diciassette anni, così giovani da fantasticare sul nostro futuro (anche insieme) e dal provare qualcosa di più forte oltre ad un'amicizia a distanza, ma anche troppo incisucuri affinché uno dei due  si facesse avanti timorosi di rovinare tutto.
Quattro anni di promesse, voglie e malinconia. Ma dopo aver messo piede nell'aereo per Los Angeles mi sentivo strano, come se tutto quello che avessi desiderato mi stesse piombando addosso e io non riuscissi a resistere al suo peso.
Quando tre mesi circa prima della mia partenza, in una videochiamata mi annunciò che sarei andato da lui per un mese e mezzo e avrebbe pensato a tutto, mi sentivo al settimo cielo fin quando non lo dissi al mio ragazzo.
Il pensiero di dover stare lontano un mese dalla persona con cui dividevo il mio cuore da due anni mi rattristava.
Non fu facile convincerlo, anzi fu molto difficile, litigammo per giorni.
Tre mesi di inferno, tra urla e momenti di rabbia da non sentirsi per qualche giorno, e sentirsi urlare addosso con tutta la rabbia da una persona che ami, non è affatto bello.
Lui aveva paura di perdermi, sapeva da chi andavo ed io avevo paura che magari potesse avere ragione o che questi sentimenti negativi cambiassero il nostro percorso.
Durante le quindici ore di viaggio pensai a lui e a quanto già mi mancasse, a come avrei reagito quando avrei visto Dylan e il tutto alimentava la mia ansia. Fin quando, una volta sceso dall'aereo, feci il primo passo sul suolo americano e la felicità più pura si fece strada nelle mie vene, un sorriso balenò sul mio volto, e tutto il resto scomparve dalla mia testa.

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