Dylan tornò dopo cinque minuti ed io avevo già fatto un giro e mezzo di vasca, quando lo vidi dirigersi sotto il capannone che faceva ombra sul tavolo bianco.
Ci poggiò il computer, tornò indietro a prendere il suo asciugamano e dopo esserselo avvolto intorno al collo si sedette e accese il computer.
Uscì dall'acqua e presi l'ultimo asciugamano rosso (mi ero dimenticato di prendere il mio) e mi diressi verso di lui.
"Prima che inizi a lavorare. Posso prendere qualcosa da bere?" Chiesi stringendomi nell'asciugamani per coprirmi dal leggero vento.
"Ma certo. Fai come fosse casa tua, ci vivrai qui per più di un mese" Disse sorridendomi.
"Va bene, grazie" Mi mordo il labbro inferiore.
"Vuoi qualcosa anche tu?" Dissi quasi a bassa voce per paura di disturbarlo.
"Umh, si. Del succo all'ace, grazie" Questa volta non mi guardò ma continuò a scrivere sul computer.
"Va bene" Andai all'interno della casa, dritto verso la cucina.
Ci misi un po' a trovare ciò che mi serviva ma alla fine riuscì a tornare con due bicchieri pieni di succo al gusto ACE.
Attraversai il giardino calpestando l'erba verde e ben curata con i piedi nudi ancora umidi, fino ad arrivare al tavolo dove stava lavorando Dylan.
Poggiai i due bicchieri sul tavolo e mi sedetti su una delle quattro sedie bianche "ti da fastidio se rimango qui?" Chiesi cauto aspettandomi una risposta un po' in ritardo.
"Oh no, stai pure. E grazie" Rispose alzando il bicchiere pieno di liquido aracancione e bevendone un lungo sorso.
Rimasi lì seduto per una buona mezz'ora a leggere storie scritte da ragazzi su Wattpad (sul cellulare che avevo preso mentre andavo in cucina) mi erano sempre piaciute quelle storie, quella voglia incessante di voler continuare a leggere ma che per il novanta percento delle volte rimanevi fregato perché lo scrittore o scrittrice non aveva ancora aggiornato. Quelle storie alle volte così assurde ma allo stesso tempo reali, reali perché nei tuoi più intimi sogni quello che veniva scritto rispecchiava ciò che immaginavi su personaggi famosi o semplicemente sulla propria crush.
Non passò molto tempo che sentì Dylan chiudere il computer e rimetterlo a posto, io feci lo stesso poggiando il telefono sul tavolo.
Lui mi guardò ed io ricambiai lo sguardo, rimanemmo a guardarci per qualche secondo finché non esordì con "Perché mi fissi?"
"Sei tu che hai incominciato" Gli punto il dito.
"E perché hai ricambiato?" incrociò le braccia con tono da superiore.
"Perché... che ne so! Perché si, tu mi fissavi e io ho ricambiato lo sguardo" Risposi diventanto un po' rosso in viso.
"A me sembrava che ti fossi completamente imbambolato" Un sorriso malizioso gli comparve sul volto.
Diventai ancora più rosso e cercai subito di controbattere "Non ero imbambolato! Ero... " Che cosa gli avrei dovuto dire? Non potevo mica dirgli che mi ero incantato guardandolo negli occhi stupendi.
Ma ovviamente la mia bocca non era collegata al cervello.
"Ero rimasto incantato, si..." Mi grattai la nuca ancora rosso in viso.
Dylan si alza "Avevo ragione allora" Ed incominciò a camminare sul prato morbido verso l'interno della casa.
Mi alzai di scatto per seguirlo, non avrei mai potuto dargliela vinta "oh certo, e allora perché tu mi guardavi?" Chiesi mettendo le mani intorno ai fianchi.
"Perché hai dei bei occhi" Risponse con tranquillità.
A quelle parole mi bloccai immediatamente, mi aveva completamente spiazzato. Mi sarei aspettato un risposta meno sfacciata e imbarazzante, ma a quanto pare era pieno di risorse.
"Oh, be...grazie" Mi morsi il labbro inferiore e continuai a seguirlo.
"Prego"***
Arrivata la sera, dopo essermi fatto una doccia rilassante mi vestí. Dylan sembrava molto emozionato all'idea di presentarmi ai suoi amici, mentre io ero solo molto stanco.
Avrei tanto preferito mangiare qualcosa e subito andare a letto, per recuperare un po' di forze, ma non potevo dire di no ad un Dylan felice e sorridente.
Perciò presi il mio telefono, la mia polaroid un po' datata e vestito con Skinny Jeans trappati, una maglia bianca e delle converse nere e bianche, seguì Dylan alla macchina.
La macchina era la stessa di quando Edward mi era venuto a prendere dall'aeroporto.
Entrai nella comoda e bella macchina, seduto accanto al guidatore che era vestito con una camicia azzurra con dei fenicotteri rosa, sbottonata fino al terzo bottone e un paio di bermuda chiari dall'aria costosa.
"Carina la camicia" Ridacchiai osservando i fenicotteri.
"Grazie, anche se non ne sembri tanto convinto" Disse guardandomi con la coda dell'occhio accendendo la macchina.GRAZIE MILLE PER LE PIÙ DI 100 LETTURE! Sono piccoli traguardi ma molto importanti per me <3

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DISTANZA
Romance[ Completa - Ripubblicazione ] -STORIA A TEMA GAY- Un'amicizia nata a distanza, un amore coltivato con il tempo ma mai sbocciato fin quando non si incontreranno per la prima volta. A quel punto succederanno molte cose e i personaggi capiranno molto...