Aprì gli occhi e mi sentì felice per la prima mattina dopo molto tempo, sentì la luce del sole pungermi da sopra le palpebre e lentamente decisi di aprire gli occhi, abituandomi alla luce.
Mi voltai e vidi che Dylan non c'era, ricordavo tutto quello che avevamo fatto e che avevo voluto fare ma l'idea che lui se ne fosse pentito una volta sveglio mi invase subito la testa.
Sentì un nodo allo stomaco e la porta aprirsi lentamente, vidi Dylan entrare in camera con in mano un vassoio pieno di cibo e un sorriso spontaneo mi compare sul volto mentre il nodo allo stomaco si scioglieva come per magia.
"Ehi, buongiorno" Disse dolcemente poggiando il vassoio sul letto e sedendosi accanto a me con un sorriso bellissimo già di prima mattina.
Mi coprì meglio con l'unico lenzuolo e lo vidi spostare lo sguardo dalle mie parti bassi alla faccia.
"Buongiorno" Ricambiai per poi baciargli la guancia senza rendermene inzialmente conto.
"Questa notte è stata fantastica" Disse lui mentre con piccoli baci umidi mi percorreva la spalla.
Sentì un brivido freddo percorrermi il corpo e non riescí a fermare l'ennesimo sorriso.
"E soprattutto tu sei stato fantastico" Continuò baciandomi il collo.
Di questo passo lo avremmo rifatto di lì a poco.
Addentai un pezzo di pancake cercando di non ridere al solletico che mi provocava con i suoi baci.
"Non mangi?" Chiesi spostando lo sguardo su di lui.
"Non mi va" Risponse e continuò a baciarmi evitando prontamente la faccia.
"Devi mangiare, se no mi sento un mangione se finisco tutto da solo" Dissi e gli portai un pezzo di pancake alla bocca e nel momento in cui mi tirò il boccone dalle dita, poggiò appositamente le sue labbra umide sulle mie dita facendole scivolare lentamente.
"Ma tu sei un mangione" Disse dopo aver ingoiato il cibo.
"Lo so, ma mi convinco del fatto che non lo sia" Risponsi ridacchiando da solo mentre lui sorrideva divertito.
"Come fai ad essere così bello anche appena sveglio?" Mi domandò ed io sentì il cuore fermarsi a quelle parole e lo stomaco come se farfugliasse qualcosa.
Non trovavo le parole per rispondere e perciò mi limitai a sorridergli e mangiare, con il mio stomaco che sembra avere una tempesta al suo interno ad secondo in più in cui Dylan poggiava le sue labbra sottili sulla mia pelle.
Sentì la suoneria del mio telefono squillare ma non ricodavo dove l'avevo messo, mi guardai intorno in cerca dei pantaloni ma una volta avvistati mi ricordai di essere nudo, perciò lasciai che Dylan me li prendesse.
Dopo aver preso il telefono guardai lo schermo e lessi il nome di chi mi stava chiamando: Francy<3
Guardai Dylan cambiare espressione del volto da felice a preoccupato.
Ero indeciso se rispondere o meno ma poi sentì la voce di Dylan dire "Tu rispondi, io porto questi giù" E una volta preso il vassoio uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Aspettai ancora qualche secondo, tormentandomi le labbra con i denti indeciso se rispondergli e fare finta di niente o ignorare la chiamata e sentirmi in colpa per tutto il resto della giornata.
Feci un respiro profondo e spostai il pollice sulla cornetta verde, portando il telefono all'orecchio "Pronto?" Dissi con voce fintamente calma.
"Ehi, stavi dormendo?" Chiese dolcemente.
Sentire la sua voce dolce da appena sveglio mi fece sentire male, sentivo la nausea e tutto quello che avevo mangiato poco prima risalirmi dallo stomaco.
"No" Risposi sinceramente rimandando giù il conato di vomito pieno di ansia.
"Bene. Cosa hai fatto ieri sera?" Chiese.
Rimasi in silenzio qualche secondo, indeciso se dirgli di esser andato in discoteca con gli altri o di aver passato la serata a casa, ma vinse la sincerità e il mio stupido buon senso.
"Sono andato in discoteca con Dylan" Dissi, per poi aggiungere subito " E Stefani ed Edward" Mi morsi l'interno della guancia.
"Umh..." Quella risposta non mi era mai piaciuta.
Ogni volta che faceva quel verso significava che stava pensando a qualcosa che non gli piaceva.
"Cosa?" Chiesi insicuro.
"Come si è comportato in disco? Che avete fatto?" Domandò con tono piatto.
"Bene" Risposi confuso.
"Avete ballato insieme?" Domandò di nuovo.
Mi mordo le unghie a disagio "Si, ceh" Ma non riuscì a finire di parlare che sentì la sua voce alterarsi.
"Ah! Quindi avete ballato insieme, magari pure strusciandovi uno contro l'altro!" Non riuscì a controbattere.
Vidi i ricordi di quella notte passarmi davanti come fotogrammi, e il senso di colpa assalirmi e la nausea farsi più forte.
"Il tuo silenzio devo prenderlo come un sì?" La sua voce era acida in quel momento.
"Io..." Non riuscivo a giustificarmi, il cuore mi batteva all'impazzata e sentivo un peso sul petto.
"Raffaele, rispondi. Cosa avete fatto stanotte?" Domandò ancora più freddo e scandendo bene le parole.
"Abbiamo..." Non ero bravo a dire le bugie, non lo ero mai stato e mai lo sarò, benché meno a chi mi vuole bene e i sentimenti come il senso di colpa e l'ansia mi annebbiavano il cervello.
"Abbiamo?" Mi incitò lui a continuare.
Sentivo gli occhi pizzicarmi e la prima lacrima scendere "Abbiamo fatto sesso..." per poi scoppiare a piangere alla mia confessione. Non avrei voluto dirlo ma una parte di me voleva farlo, doveva essere per l'ennesima volta sincera e stronza nei miei confronti e degli altri.
"Avete cosa?!" La sua voce era più alta, un mix di rabbia e sorpresa.
"Avevo bevuto troppo e" Non riusxivo a continuare per i troppi singhiozzi causati dal pianto. Volevo solo sparire in quel momento, spegnere il cellulare e affogare nelle mie lacrime.
"Non me lo sarei mai aspettato da te!" Sentivo la sua voce incrinarsi e il mio cuore creparsi.
"Proprio tu, Raffi... che non avresti mai fatto una cosa del genere... o almeno pensavo fosse così" Quelle ultime parole mi trafissero come lame direttamente nel petto e il mio cuore si ruppe in due pezzi.
Non riuscivo a dire nient'altro a parte un "Scusami" sbascicato tra le lacrime.
"Mi hai deluso tantissimo" Disse in modo freddo per poi chiudere la chiamata.
Rimasi ancora qualche secondo con il telefono poggiato all'orecchio, speranzoso di sentire la sua voce, di sentire che mi perdonava anche se non saremmo più rimasti insieme. Ma la sua voce non la sentì più.
Scoppiai nuovamente a piangere e lanciai il telefono sul letto, misi la faccia sul cuscino continuando a piangere, soffocando i lamenti e ripensando alle sue parole: non me lo sarei mai aspettato da te... pensavo fossi così... mi hai deluso tantissimo...
Continuavo a piangere, rimproverandomi continuamente.
Il Raffaele che vive in Italia non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non si sarebbe mai lasciato andare perché sapeva che c'era il suo fidanzato che lo ama e sarebbe disposto a soddisfare qualsiasi sua voglia.
Ma il Raffaele americano è diverso, perché aveva visto Dylan ed è bastato quello per perdere il controllo e perdere tutto quello che per lui era il suo mondo.
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DISTANZA
Storie d'amore[ Completa - Ripubblicazione ] -STORIA A TEMA GAY- Un'amicizia nata a distanza, un amore coltivato con il tempo ma mai sbocciato fin quando non si incontreranno per la prima volta. A quel punto succederanno molte cose e i personaggi capiranno molto...