CAPITOLO 13

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Una volta lavato e sistemato scesi al pieno di sotto e mi diressi verso la porta della sala giochi.
Abbassai la maniglia e aprì, al suo interno c'era un tavolo da biliardo, varie console, un paio di tv e un impianto stereo.
Dylan giocava a biliardo con Edward e non sembravano essersi accorti della mia presenza fin quando Stefani, che stava cambiando canzone mettendo Anywhere di Rita Ora esclamò "Stai benissimo!"
Dylan ed Edward mi guardarono a bocca aperta e mi sentì subito avvampare, e l'istinto di chiudere di più la camicia si fece sentire ma fui punito dalla mano di Stefani contro il dorso della mia.
"Non ti permettere!" Mi rimproverò ridendo.
Guardai Dylan che continuò a fissarmi stupito e non sembrò accorgersi di quale camicia indossassi.
Edward gli diede una steccata in testa e disse "Guarda qua" e con un colpo preciso fece andare un paio di palline nei buchi.
Dylam riprense a giocare lanciandomi qualche sguardo di sottocchi ed io ricambiai mentre parlovo con Stefani un po' distratto.
"Allora, ti do qualche dritta"
"Dritta?" Chiesi confuso.
"Si, dritta. Allora: i ragazzi americani in discoteca possono sembrare molto appiccicosi perciò fai attenzione a quello che ti scegli" Disse lei seria.
"In che senso devo scegliere?"
"Quello con cui balli in pista, ti strusci e cose così. Magari ci pomici pure, che ne so" Risponse con una punta di esasperazione.
"Non è vero, non sono appiccicosi" Intervenne Dylan scoccando un altro colpo e facendo punto.
"Si che è vero, e poi parli tu che sei mezzo italiano. Ed è ancora peggio!" Risponse Stefani puntandogli il dito.
"Di solito sono io quello che rimorchia in discoteca però..." Disse Dylan abbassando sempre di più la voce fino alla fine della frase.
"Vabè, tu sei uno scopatore seriale" Aggiunse Stefani liquidandolo con un movimento della mano e ricevendo uno sguardo furioso dal fratello.
Cercai di non badare troppo alle parole di Stefani e continuai a sorridere divertito dalla scena.

Dopo aver passato un'ora nella sala giochi tra risate e passatempo, si decise di prendere l'auto di Dylan ed Edward e di dividerci per andare in discoteca.
Una volta arrivati sul posto e aver parcheggiato la macchina ci dirigemmo verso la fila in attesa di entrare.
La fila era abbastanza lunga, la musica tecno si sentiva forte e chiaro e la gente vestita per lo più in abiti attillati e neri aspettava euforica il proprio turno sotto la luce dei lampioni e dell'insegna.
Arrivato il nostro turno un uomo alto e grosso ci timbrò il dorso della mano e ci lasciò passare.
Dylan che era entrato prima di me attese che superassi l'uomo e una volta accanto a lui mi cinse i fianchi con un braccio e mi tenne vicino a lui.
"È per assicurarmi che non ti perdi" Disse quasi urlando al mio orecchio per sovrastare la musica.
Sentì la sua mano stringere sul mio fianco destro e un calore colpirmi tutto il corpo, ma forse era solo la temperature del locale.
Non dissi nulla riguardo al suo gesto e aspettammo che anche Edward e Stefani ci raggiungessero.
Dopo aver trovato un posto al piano di sopra da cui si poteva vedere la pista da ballo seguì Stefani al bar a prendere qualcosa di alcolico.
"Se non bevo qualcosa subito penso che potrei impazzire" Disse Stefani poggiandosi al bancone e alzando la voce in modo tale da sovrastare la musica.
Dopo aver preso qualcosa da bere di molto forte sia per noi due che per Edward e Dylan ci infilammo nella pista da ballo, scivolando tra i corpi sudati di ragazzi e ragazze e ballando a ritmo della musica in modo sempre più sensuale man mano che l'alcol scendeva attraverso la gola.
Edward ballava insieme ad una ragazza che gli si strusciava come un serpente mentre Dylan parlava con un ragazzo al bancone del bar.
Alla vista di quella scena mi ingelosí, come poteva farmi una cosa del genere dopo quello che ha fatto?
Tracannai l'ultimo bicchiere di Alcool e barcollando raggiunsi Dylan al bar.
Mi poggiai al bancone appiccicoso dietro la sua schiena, il ragazzo mi guardò corruciando le sopracciglia e Dylan insospettito si girò.
Sentivo il cuore palpitare all'impazzata, il respiro affannato e il cervello che diceva, non fare cazzate.
"Ehy Raff!" Disse guardandomi.
Non sapevo cosa mi prendeva, forse era l'alcol, forse gelosia, ma in una manciata di secondi misi le mie braccia intorno al suo collo ed alzandomi con le punte dei piedi lo baciai per sentirlo mio.

DISTANZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora