CAPITOLO 3

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"Dylan..." Dissi quasi senza fiato. Mi sentivo come un secchio di cemento nell'acqua, completamente immobile.
"Non mi saluti, occhi belli?" Chiese sorridendomi.
Quel sorriso così bello e naturale mi sciolse, balzai fuori dall'acqua per poi tuffarmi tra le sue braccia che stringevano la mia schiena nuda e bagnata.
"Mi piace questo saluto. Sei già bagnato e quasi completamente nudo, sei praticamente pronto" Disse scherzando ed io mi staccai di colpo per dargli un pugno sul petto.
"Scemo. Sono fidanzato" Risi e lui mi strinse di nuovo, ancora più forte di prima e lasciandomi senza fiato.
"Ho sognato questo momento da quando ti ho conosciuto" Il suo fiato era caldo contro il mio collo umido ed un brivido mi percorse la schiena stringendomi ancora di più a lui.
"Anch'io" Non volevo staccarmi dalle sue braccia, era troppo bello per essere vero e l'idea di potermi risvegliare da quel sogno una volta staccato da lui mi costringeva a stringerlo ancora di più.
"Piccolo, così mi soffochi" Allentai la presa sul suo collo e mi allontanai quanto bastava per poterlo guardare negli occhi di cui avrei giurato, che ad ogni secondo che passava diventassero sempre più belli.
"Hai fame?" Le sue braccia scesero sui miei fianchi e fece un passo indietro guardandomi da cima a fondo.
All'improvviso sentì caldo, e le guance divennero rosse per l'imbarazzo.
Non mi aveva mai visto in costume da bagno, perché non andavo tanto fiero del mio corpo e perciò cercavo di mostrarlo il meno possibile, solo in spiaggia o con il mio ragazzo.
"Eh scusa, ma sai. Quand'è che mi ricapita di vederti di nuovo? Fai godere un po' i miei occhi" Ridacchiò e mi stampò un bacio sulla fronte per poi staccarsi.
Presi velocemente l'asciugamano e cercai di coprirmi il più possibile.
"Mi dispiace per il tuo libro, te ne comprerò uno nuovo. Promesso"
"Grazie" Lui entrò in casa e sparì una volta girato l'angolo per andare verso la cucina.
Presi il telefono e il libro fradicio, rientrai in casa camminando con i piedi bagnati contro il pavimento liscio e freddo, andando verso le valige.
"Dove posso mettere le mie cose?" Chiesi cauto mentre lui tirava fuori pentole e padelle.
"Oh, si. Seguimi" Prense tutte le mie cose e salì le scale.
Superammo un paio di porte e si fermò davanti ad una porta bianca "Puoi avere questa" e l'aprí.
Le pareti interne erano bianche, mentre una era in vetro ed illuminava tutta la stanza di luce naturale, ai lati del letto matrimoniale c'erano due comodini in legno con sopra due lumini neri e un grosso armadio occupava il restante della parete dell'ingresso.
"Oppure questa" Ed aprì un'altra porta poco più avanti
La stanza era completamente diversa, le pareti erano celesti e c'era una scrivania posta all'angolo delle due pareti in vetro, che davano sulla piscina e il piccolo paesaggio alle spalle della casa.
"Allora?" Chiese sorridendo.
"Questa" Risposi entrando nell'ultima stanza ancora coperto dall'asciugamani.
"Lo sapevo" Disse sorridendo ed entrando in camera, lasciando poi le valige ai piedi del letto.
"Io vado a preparare da mangiare, tu sistemati okay?"
Annuì e lui uscì dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle.

Dopo essermi asciugato per bene ed essermi messo dei Bermuda ed una maglietta bianca, tornai al piano di sotto, dove Dylan era intento ad apparecchiare una parte del piano cucina.
Quando mi notò sorrise, un sorriso dolce e pieno di felicità e soprattutto molto contagioso "Ho preparato una cosa molto buona" Disse mettendo l'ultimo piatto.
"Forza, siediti" Ordinò raggiante.
Non sapevo sapesse cucinare e non glielo avevo mai chiesto, ma erano comunque molte le cose che non sapevo.
Mi sedetti su uno sgabello grigio e molto comodo, mentre lui estraeva dal forno un cestino pieno di qualsiasi parte mangiabile di pollo.
Scoppiai a ridere e lui mi guardò confuso, come se la mia reazione fosse totalmente estranea alla situazione.
"Perché ridi?"
Si vedeva che stava trattenendo le risate per via dei piccoli sussulti del petto che aveva mentre mi guardava.
"Li hai cucinati tu?" Cercai di soffocare le risate.
"Certo! Che cosa ti fa capire che non sia stato io?" Ed in quel momento anche lui non riuscì a trattenersi, e scoppiò a ridere un po' rosso in faccia dall'imbarazzo.
"Oh beh, forse il nome Mr. Chiken?" Indicai il cestino dove era raffigurato un pollo cotto al forno e sorridente, alquanto inquietante.
"Sh, zitto e mangia. E soprattutto non fare complimenti" Disse ridendo e mettendo con un paio di pinze in acciaio un po' di tutto quello che c'era nel contenitore.
Dopo aver servito i piatti e aver atteso che si sedette, mi lanciai a capofitto sul cibo ed ebbi un orgasmo alle papille gustative quando tirai il primo morso.
"Oddio, è buonissimo" Dissi in un altro orgasmo, e Dylan rise.
"Visto, sono o no un ottimi cuoco?" Ridacchiò vedendomi mangiare famelico.
"Si, senza ombra di dubbio" e continua a mangiare.
"Sai, ti immaginavo meno scaricatore di porto e invece... l'apparenza inganna" Dylan rise ancora ed io lo assecondai.
Mangiare in modo educato non era mai stato il mio forte, finivo sempre per sporcarmi e mangiare più del dovuto, ma infondo non mi interessava, se dovevo andare a finire nel cerchio dei peccatori di gola devo andarci con tutte le carte in regola.
"L'apparenza inganna" Dissi a bocca piena,  e dopo aver mandato giù il secondo pezzo di non so quale parte del pollo e parlai di nuovo "A proposito di apparenze! Non ti facevo così ricco sfondato! Hai pure l'autista! Per non parlare poi di questa villa" Mi guardai ancora una volta intorno, sempre più innamorato della casa.
"Mi immaginavi povero da fare schifo?" Ridacchiò tirando un altro morso a quello che sembrava essere un ala di pollo.
"Beh no! Ovviamente ho sempre avuto i miei dubbi sulla tua vita, che poi 'dubbi', supposizioni direi. Non so praticamente nulla sulla tua vita" Lo guardai attentamente negli occhi, e lui spostò lo sguardo mordendosi il labbro inferiore ed arrossendo un po' le guance.
"Com'è stato Edward?" Lo guardai confuso, chi era Edward?
"Il mio autista" E alla parola autista ebbi l'illuminazione.
"Oh, eccellente anche se un tantino invadente" Dissi sorridendo.
Lo guardai negli occhi, sapevo che aveva cambiato discorso ed io lo avevo assecondato, ma era solo questione di tempo prima che scoprissi qualcosa, a costo di stressarlo a morte.
"Beh si, è un po' invasivo ma è una bravissima persona e un ottimo amico" Aggiunse lui.
"Ed anche molto bello" Conclusi ritornando a mangiare.
"Ehi! Ci sono io qui, non fare complimenti ai miei amici in mia presenza. Adora me! O lo dirò al tuo ragazzo" Mi minacciò puntandomi una coscetta di pollo contro.
"Non ti prometto nulla, e se provi a dire qualcosa a Francy ti castro" E chiusi la scena con un sorrisetto psicopatico.

Ehilà, vorrei sapere da voi quando sarebbe meglio pubblicare.
Cioè, vorrei pubblicare un capitolo due volte a settimana, ed ho pensato di Lunedì e Sabato.
Secondo voi va bene?
Fatemi sapere :)

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