CAPITOLO 14

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Un bacio al sapore di cocktail, un bacio pieno di voglia di sentire le sue labbra sulle mie e la sua lingua intrecciarsi alla mia.
Continuammo a baciarci per quasi un minuto per poi staccarci per riprendere fiato.
Mi sentii avvampare e sfinito mentre lo guardavo negli occhi che sembravano luccicare di una strana luce malevole.
Non dissi nulla e così anche lui, continuammo a guardarci per ancora qualche secondo, mi feci forza per rompere quel silenzio tra noi due, e così dissi "voglio tornare a casa" non sapevo bene per quale motivo lo dissi, forse era il troppo alcol o la voglia inarrestabile di baciarlo e avere le sue mani su di me.
"Ne sei sicuro?" Mi chiese passando una mano sul mio fianco, facendomi sentire brividi su tutto il corpo.
Annuì e in pochi minuti ci ritroviamo in macchina "Dobbiamo avvisare Stefani ed Edward" Gli dissi e lui prense il cellulare per mandare un messaggio ai due.
"Fatto" Disse e accese il motore.
Arrivati a casa e varcata la porta mi lanciai ulteriormente verso le sue labbra, chiedendo sempre di più e combattendo con il mio cervello che continua a dire non farlo!
Ma non poteva fare nulla in quel momento contro ciò che voleva il mio corpo.
Qualcosa che volevo dal primo istante in cui l'ho visto e che finalmente adesso avrò tra un bacio e l'altro.
"Sei sicuro?" Chiese tra i piccoli istanti di ripresa dei baci, come se avesse capito le mie intenzioni.
"Fin troppo sicuro" A quelle parole Dylan sembrò risvegliarsi, come se fino ad adesso si fosse trattenuto.
"Andiamo di sopra" Disse quasi come un ordine.
Mi prense per mano e mi tirò su per le scale, attraverso il corridoio e poi nella sua stanza per poi chiudere la porta dietro di se.
Mi guardai un po' intorno disorientato e con il cuore che batteva a mille ed il respiro affannato.
"Te lo chiedo un'ultima volta" Disse avvicinandosi a me mettendo le sue mani intorno ai miei fianchi.
Alzai la testa per guardarlo negli occhi mentre lui la abbassa.
"Sei sicuro di quello che faremo?" Mi chiese scadendo meglio le parole. Vedevo nei suoi occhi la disperazione, la voglia di possedermi. Non potevo dirgli di no.
"Si, voglio te Dylan"
Mi sentivo sempre più lucido, l'effetto dell'alcol pian piano spariva lasciando spazio all'eccitazione del momento.
Sentivo le mani di Dylan sul mio sedere che stringevano saldamente prima di alzarmi di peso e baciarmi.
Mi sentivo così leggero in quel momento, come se mi fossi liberato di un peso. Lentamente mi fece stendere sul letto rimanendo sopra di me ed iniziando a baciarmi il collo, scendendo poi fino alle scapole.
Mi sfilai la maglia e lasciai che riprendesse la scia di baci che pian piano scebdeva sempre di più fino all'elastico dei boxer.
Lì si fermò e mi guardò con un sorrisetto e uno strano luccichio negli occhi alla vista della mia erezione che premeva da dentro i pantaloni stretti.
Si tolse anche lui la maglia e mi morsi il labbro inferiore alla vista di quel corpo così perfettamente abbronzato, con pettorali e addominali da far invidia a chiunque. In quel momento sentì una sensazione di trionfo per aver solo per me tutto quello, tutto lui.
Mi baciò un'altra volta sulle labbra e si sfilò pantaloni e mutande. Persi un battito alla vista di tutto il suo corpo nudo davanti a me e con un erezione. Iniziò a sfilare i miei pantaloni ed una volta nudi ricominciamo a baciarci facendo scivolare le mani su ogni centimetro del corpo, che come scie calde si diffondevano sulla pelle.
Mi feci più indietro e Dylan si ritrovò con la faccia ad altezza del mio membro in erezione, mi guardò ancora una volta eccitato e mi afferrò le parti basse iniziando a massaggiandolo con mani e bocca.
Fui sopraffatto dai sospiri e gemiti mentre spostavo lo sguardo un po' ovunque; dall'esterno della finestra al soffito, allo specchio dell'armadio da cui si vede il sedere tonico di Dylan al soffitto, e infine sulla faccia di lui che lavora per farmi godere.
Non ci volle molto che l'orgasmo si fece vedere e sentire su tutto il mio corpo e con un sonoro "Dylan!"
Ansimai più forte, stanco e soddisfatto mentre lui continuava a baciarmi il collo e la mascella sussurrandomi "Mi piace ogni centimetro di te" Mentre con due dita mi stuzzica l'ano ed io venivo di nuovo sopraffato dai gemiti e dal piacere.
"Sei pronto?" Mi chiese dolcemente guardandomi negli occhi.
Ricambiai lo sguardo, aveva i capelli biondi sudati che gli ricadevano in avanti e gli occhi così fissi sui miei, facendomi sentire ancora più a nudo, come se mi spogliassero l'anima.
Annuì e dopo un secondo sentì qualcosa di più spesso delle dita penetrarmi nel basso ed un gemito più forte uscì dalla mia bocca.
"Amo quando reagisci così" Sussurrò sul mio collo continuando ad entrare sempre di più e lentamente.
Sentí le farfalle nello stomaco e il dolore sparire, segno che mi ero abituato alla sua presenza dentro di me.
Non subivo più l'effetto dell'alcol nel corpo e più lucido che mai non sentivo nessun rimorso su quello che stavo facendo e nessuna voglia di farlo smettere, ma anzi, avevo ancora più voglia di farlo continuare fin quando le forze non mi avessero abbandonato tra le sue braccia.
Incominciò a muoversi sempre più affondo e veloce mentre io continuavo a gemere quasi all'unisono con lui.
"Dylan..." Dissi come un sussurro ad un suo colpo più profondo e deciso.
"Ripeti il mio nome Raffaele" Mi incintò continuando a muoversi dentro di me.
Ripetei il suo nome più volte, come una canzone che non si riesce a scordare Dylan, Dylan, Dylan...
Sentì il secondo orgasmo farsi strada nel mio corpo che cercava di reprimere per far durare quel momento ancora un po', ma le mie opposizioni non durarono molto e urlai per l'ennesima volta in suo nome, ma questa volta più forte ed inarcando la schiena "Dylan!"
Al suono del suo nome anche lui si lasciò andare all'orgasmo uscendo appena in tempo da dentro di me e riversando il tutto sulla mia pancia per poi accasciarsi accanto a me e pulirmi lentamente con una pezzo di stoffa preso dal comodino accanto al letto.
Lo guardai rilassato e calmo mentre lui continua dolcemente a pulirmi lasciandomi ogni tanto dei baci sulla spalla. Dopo aver finito mi tirò verso di se stringendomi anche se comoletamente sudati e nudi, con il respiro profondo e caldo sul mio collo e la mia mente libera come non lo era stata da settimane.

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