Quello che stava succedendo era solo un grande enigma perché non capivo cosa fosse accaduto in quella stanza tra Filippo ed Einar. Alessandro mi aveva raccontato che di solito la sera,prima di andare a dormire,quei due facevano grandi discorsi ed invece era da due sere che Einar andava a dormire prima, senza aspettare il cantante dagli orecchini a piuma.
E quella situazione non mi stava facendo concentrare quando in realtà quella era la lezione più importante visto che era con Rudy Zerbi.
Negli acuti la mia voce si spezzava e sembrava quasi che lui fosse contento di confermare la sua teoria sul fatto che io in quella scuola fossi totalmente inutile.Incrociò le braccia al petto mentre io deglutii a vuoto per poi continuare a cantare sulla base di "7 years". Ero consapevole del fatto che stessi sbagliando tutte le note ma lo sguardo glaciale di Einar che guardava Filippo non riuscivo a togliermelo dalla testa.
Appena la canzone finì ci fu un momento di silenzio dove io avrei voluto sprofondare dalla vergogna. Quegli occhi per niente felici ero abituata a vederli ma quel giorno sembravano ancora peggio.
«Torna in sala relax» disse semplicemente con un movimento della testa. Non volevo discutere,perché non ne avevo le forze,così presi tutti i fogli con i testi e dopo averlo salutato educatamente raggiunsi gli altri allievi.
Non mi stupii nel vedere Einar da una parte e Filippo dalla parte opposta che lo guardava con aria triste. Non sapevo da che parte andare ma vidi Emma indicarmi il ragazzo che avevo baciato tre giorni prima e capii che fosse un segnale.
Mi sedetti accanto ad Irama per poi iniziare ad accarezzare il suo braccio scoperto. Il mio rosso con il suo nero erano belli da vedere vicini ma io non vedevo l'ora di togliermela.
«Fil...mi vuoi dire una buona volta cos'è successo?» domandai dolcemente,facendo attenzione a quello che dicevo. L'unica cosa che continuava a ripetermi da quel giorno era "non dovevo farlo" e poi se ne andava senza aggiungere altro. Ero convinta che la risposta non sarebbe cambiata.
«Cass per favore,so solo che abbiamo fatto un casino. Non era il momento adatto ed io ho sbagliato,lo ammetto. Quindi ti prego,chiudiamola qui» sospirò passandosi una mano tra i capelli per poi coprirsi gli occhi con i palmi.
Non capivo il perché del suo comportamento. Sembrava così felice dopo il nostro bacio ed improvvisamente,dopo solo tre giorni,aveva già cambiato idea.
Rimasi a fissarlo per un po' e sentii qualcosa dentro lo stomaco quando Nicole si avvicinò a lui,scostandolo dal mio tocco,per dargli un bacio sulla fronte.«Fil mi fa male vederti così» disse appoggiando la sua bocca contro la sua guancia.
Guardai Einar che strinse la mascella e poi Carmen,che si limitò a chiudere gli occhi lentamente.
«Immaginavo» borbottai per poi ridere amaramente da sola. Mi alzai dal divanetto allontanandomi da loro per evitare di pensare a cose assurde. Volevo credere al fatto che fosse stato il nostro momento e che quel giorno fosse solo un po' nervoso.
Finite le lezione uscimmo dallo studio e per la prima volta non fui la ritardataria ed inoltre,sempre per la prima volta,uscii da sola senza aspettare nessuno. Avevo bisogno di starmene da sola senza pensare a nulla.
Filippo ormai era un punto fisso e per quanto io cercassi di non perderci la testa ormai era successo e non ne ero per nulla felice. Con le cuffiette nelle orecchie raggiunsi l'hotel prima degli altri e mi intrufolai nella mia stanza alla velocità della luce. Tolsi le scarpe e mi buttai a peso morto sul letto affondando la testa sul cuscino.
Perché mi faceva così male?
Non ero abituata a provare determinate emozioni e se avessi saputo che quelli erano gli effetti collaterali di un quasi sentimento autentico chiamato amore,avrei cercato in tutti i modi di starne alla larga. Ero entrata ad Amici per dedicarmi solo ed esclusivamente alla musica ed invece quella era passata in secondo piano per un ragazzo di ventidue anni bello come il sole.«Cassie apri questa diavolo di porta!» nonostante la musica di sottofondo sentii la voce di Einar che batteva pugni sulla porta.
«Vattene,per favore» risposi cercando di farmi sentire. Non stavo urlando,forse stavo anche bisbigliano e non me ne rendevo conto.
«Se non apri mi faccio dare la chiave da Nicole!»
Einar pronunciò l'unico nome che non avrebbe mai dovuto dire in quel momento. Per quando mi facesse male ammetterlo ero gelosa di quella ragazza e faticavo a capirne il motivo. Cos'aveva lei che io non avevo? Era bellissima e su quello nessuno obiettava. Era brava a cantare,era simpatica e gentile,ma poi?
Sentii la chiave girare nella serratura e pochi secondi dopo sentii dei passi avvicinarsi al mio letto.
«Perché fa così?» domandai scoppiando in un pianto liberatorio. Sentii il suo corpo posarsi delicatamente sul mio mentre mi accarezzò un braccio.
«Vi siete baciati vero?» chiese ed io mi limitai ad annuire. «Glielo avevo detto di non farti soffrire...» borbottò.
«Ma io ero felice» ammisi «È che non capisco perché continui ad accettare dei gesti dolci da parte di Nicole e invece si ostina a rifiutare i miei. Mi ha anche detto che si è pentito,come dovrei prenderla?» rilasciai andare un sospiro pesante per poi mettermi in piedi e guardare quegli occhi che mi avevano sempre confortato.
«Non si è pentito» rispose immediatamente sicuro delle sue parole. «Io ci ho discusso per il semplice fatto che non ti ha detto la verità. Però Cassie,lui ha solo paura. Paura che tu domani possa uscire e lui avrebbe sempre un peso sulla coscienza» mi accarezzò i capelli delicatamente mentre io non seppi davvero cosa pensare. «È in camera. Vai a parlargli,fatti dire quello che ha in quella testa e capitevi una volta per tutte» mi consigliò.
In quel momento mi resi conto che qualcuno mi doveva voler davvero bene per aver fatto entrare una persona come Einar nella mia vita,era quello di cui avevo bisogno. Lui era quella persona che da un momento all'altro ti stravolge l'esistenza in senso positivo. Era uno di quegli angeli che non avrei mai voluto abbandonare.
«Grazie,Ein» sorrisi asciugandomi con la manica della felpa quelle lacrime che avevano bagnato il mio viso. Lui lasciò un bacio sulla mia guancia ed io decisi di andare a parlare con Filippo.
Era una continua lotta tra di noi ma alla fine,in qualche modo,tornavamo vicini.
Attraversai tutto il corridoio con le mani tremolanti ed evitai di fermarmi a parlare con Zic e Carmen che stavano scendendo le scale per andare al bar.
Arrivai davanti a quella porta e per un po' la fissai.
Non sapevo se le parole di Einar fossero del tutto vero e se davvero Filippo avesse avuto anche solo per un secondo la paura di perdermi ma in quel momento sperai di sì.Senza neanche rendermene conto iniziai a bussare. Volevo sapere la verità anche se in parte la immaginavo. Ero sicurissima che c'entrasse Nicole e la mia testa sapeva esattamente cosa fosse successo ma il mio cuore si rifiutava di ammetterlo a sé stesso.
Mi risvegliai dai miei pensieri appena comparve nel mio campo visivo la sua figura. Non indossava più i jeans ma i pantaloni grigi della tutta mentre la maglietta nera risaltava perfettamente i suoi pochi muscoli. Nonostante non lo vedessi da poche ore mi sembrava fossero passati dei giorni. Era questo l'effetto che Filippo Maria Fanti aveva suscitato in me.
«Possiamo parlare?» domandai timidamente. Lui scosse la testa per chiudere la porta ma io riuscii a bloccarla in tempo con il piede. «Abbiamo entrambi paura se è questo che pensi» vidi il suo sguardo addolcirsi e dopo un sospiro mi fece entrare nella stanza per poi chiudersi la porta alle spalle. «Ti sei pentito di quello che è successo?» domandai sedendomi sul letto di Einar. Lui scosse nuovamente la testa.
«Non è quello Cass» iniziò torturandosi le dita e giocando con gli anelli. «Non ti ho detto la verità quel giorno»
«Sono qui per sentire quello che non so» parlai sicura. Il giorno seguente poteva essere l'ultimo nel quale avrei rivisto i suoi occhi e non avrei permesso a nessuno al mondo di rovinarmi quell'ultima occasione.
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𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗲𝗿𝗮' || 𝐈𝐫𝐚𝐦𝐚 ||
Fanfiction«Non erano niente quei due ma quando si guardavano qualcosa in loro cambiava. Lui sorrideva e lei non era più lei. Il mondo ad un tratto era meno pesante e tutto era più leggero. Lui le metteva serenità, e per quegli attimi, la vita era davvero be...