Giorgio's Pov
<Perché non scrivi un libro?>
<Chi lo leggerebbe, Giorgio? Qualche amico forse, e poi?>
<Forse la vera domanda è: chi legge più?>
<Hai ragione, Giò>, mi risponde lei sbrigativa, quasi incupendosi per un breve attimo alle mie parole.
<Alison, posso chiederti una cosa?>
<Dimmi.>
<Perché scrivi?>
<Potrei farti la stessa domanda>, mi risponde lei.
<Bene. Allora, io scrivo perché è l'unico posto in cui posso rifugiarmi. L'unica cosa che mi salva dal mio silenzio assordante.>
<Sei diventato poetico, oggi?>, sussurra ridendo.
<Lo sono sempre stato. Solo tu puoi leggere poesie?>, le rispondo, a mia volta ridendo anche io. La cosa che mi incuriosisce è che sono in molti a chiedere spiegazioni a questi miei sbalzi riflessivi. Io lo trovo, invece, più che naturale. È giusto che ognuno di noi, anche la persona più superficiale e che non ha nulla da dimostrare al mondo, abbia questi attimi poco più profondi. Ho sempre creduto che la poesia non servisse a molto. Sono poi arrivato a concepire l'idea della poesia come una cosa per pochi. Sicuramente, non è da tutti passare interminabili minuti davanti a una raccolta di Leopardi, in cerca di un senso logico che colleghi tutti i versi. Il rap, il rap puro, è per me un po' la stessa cosa. Il mio concetto di rap, è una poesia dei nostri giorni, alla quale dedichi del tempo per comprendere realmente il testo. Mi è capitato molte volte, di stupirmi quando rileggo dei testi che ho lasciato un po' indietro. Mi capita di non riuscire a capire di aver scritto davvero io quella roba, perché ha troppo senso ed è una cosa troppo importante da portare sulle spalle, per una persona come me.
Non è facile scrivere. Sei in costante pressione di non essere all'altezza del dono che ti è stato dato, di non riuscire ad impressionare le persone che ti seguono e di portare contenuti che possano spiccare. E credetemi, io ho iniziato da poco, e incontrare qualcuno che mi conosce per la mia musica è raro. Eppure, mi mette molta ansia e agitazione.
Mi rendo conto solo ora dello sguardo contraddetto di Alison. Le sorrido. Non ho sentito una sola parola di quello che ha sicuramente detto.
<Tutto bene, Ferrario?>, mi chiede lei seria.
<Sì, tutto bene. Stavo aspettando che tu mi dicessi il motivo per il quale scrivi.>
<Allora non hai sentito una parola di quello che ho detto. Non è così?>
<Scusami>, le rispondo, cercando il mio tono più sincero e dolce. So quanto Alison tenga ad essere ascoltata.
<Scrivo perché ho bisogno di liberarmi di tutto ciò che mi passa per la testa. Poi, è l'unica cosa buona che so fare>, mi dice lei.
<Sappiamo entrambi che non è così>, controbatto io.
<Hai ragione, è peggio di così.>
<Oggi stai considerando la mia opinione esatta, troppe volte. Dovrei farti un filmino, non succede sempre sentirti dare ragione a qualcuno.>
<Ti sbagli.>
<Ho capito il tuo gioco.>
<Ti va un gelato?>, mi chiede lei cambiando discorso.
<Se me lo offri tu...>
<Sei sempre il solito>, mi dice porgendomi una mano. La afferro e mi lascio tirare su.
<Dobbiamo tornare in zona mia. Lì c'è un buon gelataio.>
<Ti rendi conto che siamo in inverno?>
<Qual è il problema?>, mi risponde lei.
<Se ti congeli, non mi chiedere di prestarti il mio giubbotto, però.>
<Tu guardi troppi film.>
<E quindi?>, le rispondo ridendo.
<Sei strano tu.>
<Mi piace essere strano. Sono convinto che tutte le persone strane, siano così perché devono distinguersi in un futuro prossimo ed essere i migliori in qualsiasi cosa credano.>
<Potresti scriverci un testo>, esclama Alison.
<Magari lo sto già facendo.>
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Ho fatto quello che ho potuto -ILL MOVEMENT
FanfictionDalla storia: Certe volte penso che abbiamo legato così in fretta e così tanto, perché ci siamo conosciuti proprio quando entrambi stavamo attraversando un brutto momento. Mi fido di lui più di quanto mi possa fidare di una persona che conosco da an...