Dolore. L'unica cosa che poteva sentire Anthony Stark in quel momento era il dolore lancinante alla testa provocato dalla quantità enorme di alcol consumata la sera prima.
Si mise a sedere nel mezzo del suo letto, due braccia sottili adagiate sul suo grembo, "O Gesù...", Tony si strofinò il viso con una mano e fece un respiro profondo: "Friday, per favore, fai vedere alle signorine l'uscita appena si svegliano".
L'uomo sgattaiolò dal suo stesso letto verso il bagno dove fece una doccia veloce, come ogni mattina. Mentre l'acqua scorreva sulle sue spalle cercò di ricordare gli avvenimenti della serata precedente: whisky, la biondona...la brunetta e...altro whisky? Cielo, quanto aveva bevuto?!
Una volta finito il suo rito mattutino di bellezza impeccabile, Anthony camminò sul suo terrazzo indossando dei jeans un po' rovinati e una comoda maglietta degli AC/DC. Si grattò leggermente la guancia e sbuffò. Trottò giù dalle scale incrociando Pepper che stava preparando il caffè in cucina: "Pep? Che ci fai qui la domenica?" lui sorrise e accarezzò la sua spalla prendendo un bicchiere e dell'acqua per bere i benedetti antidolorifici.
"Sono solo venuta a dare un'occhiata, ripulire un po'-", "Pepper non ho bisogno di una balia!", Rispose Tony secco.
Pepper lo guardò un po stupita e alzò le mani in difesa: "Ok, ok...semplicemente non voglio che te ne stai da solo anche la domenica..."
"Non sono mai solo Pep". Tony guardò da un'altra parte sospirando e inghiottendo sonoramente. La donna annuì e gli si avvicinò dolcemente, gli baciò la guancia: "Esci...vai a fare un giro". Tony tirò su col naso annuendo: "okay! okay!". Sbuffò e si allontanò da lei verso la porta. Infilò un paio di scarpe e prese le chiavi e il portafoglio "Visto? Sto uscendo...", forzò un sorriso e uscì di casa infilando i suoi occhiali da sole scuri.
Camminò (già. Camminò) fino al parco e lì si sedette su una panchina. Non gli era mai successo di ascoltare Pepper, eppure, eccolo qui. Seduto su una panchina a guardare la gente che passa come un novantenne.
Stava lì seduto a pensare al tutto e al niente:
Quello è l'ospedale...lì si erano scambiati il primo bacio. Si ricordava ancora l'imbarazzo di quel gentile incontro-
No.
Il laghetto...verso di là si va alla prigione...
No.
Lì è dove sono usciti...
No
No.
NO
"NO!" Tony urlò con le lacrime agli occhi. Il suo battito cardiaco era aumentato inverosimilmente. La testa gli faceva male. Non riusciva più a respirare.
Attacco di panico.
Tony continuò a tremare e a piangere in silenzio su quella stupida panchina mentre il suo cuore continuava a rimbalzare nel suo petto.
"Tutto okay?"
Un uomo alto, scuro di capelli con profondi occhi verdi guardò Tony dolcemente: "Sta bene signore?" .
Avrà avuto massimo 40 anni, qualche capello grigio iniziava a spuntare sulle sue tempie.
Tony annuì velocemente e inghiottì sentendo che l'attacco di panico se ne stava andando: "Sì...Sì grazie..."
L'uomo si sedette di fianco a lui e sorrise: "Vuoi dell'acqua?"
Tony scosse la testa e si schiarì la gola "Sto bene...grazie", sorrise velocemente e si sistemò i capelli.
L'uomo sorrise un poco e guardò in basso: "Sono Isaac". Tony lo squadrò dopo essersi ripreso del tutto e inghiottì: "Tony".
Isaac sorrise e respirò profondamente: "Piacere di conoscerti...sei sicuro di stare bene? Posso accompagnarti a casa se vuoi..."
Tony ridacchiò e scosse la testa: "No grazie. Non mi faccio portare a casa da degli sconosciuti così facilmente", si strofinò le mani nervosamente e prese un leggero respiro guardandosi intorno.
L'altro uomo lo studiò con occhi dolci e si schiarì la gola: "Beh...cosa fai nella vita?". Tony corrucciò le sopracciglia e guardò l'altro: "Tu...non sai chi sono?". Isaac sorrise e scosse la testa: "Mi sono appena trasferito qui dall'Europa". Tony alzò le sopracciglia e tossì: "Sono un meccanico". L'altro annuì e giocò un po' col libro che aveva in mano: "Io insegno arte al liceo...". Tony sorrise all'angolo della bocca: "Anche...", il suo viso si rabbuiò, "...Anche un mio amico dipingeva".
Isaac sorrise e poi pensò: "Disegnava? Perché ha smesso?", si mosse un po' sulla panchina e sorrise, "Se posso chiedere..."
Tony sorrise amaramente: "E' morto..."
"Oh! mi dispiace tantissimo!", Isaac rispose mortificato.
"Almeno, per me". Tony sorrise all'altro e si alzò lasciandolo inebetito per qualche secondo.
Il professore si alzò e si sistemò i vestiti: "Allora...ci si vede Tony...?"
Tony annuì allontanandosi: "Potrai chiedere di me alla Stark Tower" indicò la torre immensa di New York, "è lì che lavoro!".
Isaac annuì e sorrise dolcemente. Si passò una mano nei capelli e si sistemò gli occhiali prima di allontanarsi.