Era domenica. Finalmente Steve poteva prendersi un giorno di meritato relax dopo aver passato la settimana allo shield tra missioni, allenamenti, reclute e quant'altro.
Erano circa le nove del mattino quando si alzò e si fece una doccia veloce.
Ancora pensava a tutto quello che era successo due sere prima.Era stato uno stupido, non avrebbe dovuto confessare così tutto quello che aveva in testa. Ora Tony l'avrà odiato e Isaac pure peggio.
Probabilmente aveva appena posto fine alla sua già flebile amicizia con Tony.Immerso nei suoi pensieri il soldato si mise a tavola a mangiare in silenzio. Nat e Sam avevano deciso di stare allo Shield anche oggi non avendo molto di più da fare alla Avengers mansion.
Steve, dal lato suo, preferiva tenersi almeno un giorno di riposo anche solo per dipingere o allenarsi come preferiva lui, come il suo corpo da super soldato richiedeva.Stava per mordere un soffice pezzo di pancake immerso nello sciroppo d'acero quando qualcuno suonò il campanello.
Tony si era svegliato molto presto, non riusciva a dormire pensando a tutto quello che era successo e che stava per fare.
Uscì verso le sette del mattino per farsi una camminata all'aria fresca. Sì fermò da un fiorista, in una cioccolateria e infine si fece un piccolo regalo prendendosi un nuovo set di attrezzi per lavorare alle armature.Erano circa le 9.40 quando tornò verso casa, ma non prima di fare una sosta.
"Sam!", disse Steve con un sorriso, "hai bisogno di me?".
Wilson annuì "è una questione di poco tempo, ma servi allo shield"
Il soldato annuì e subito si vestì e uscì con Sam verso lo shield, erano le 9.30.La mattinata passò in fretta, Steve arrivò a casa verso l'una del pomeriggio.
"Tony! Ma che ci fai qui?! Da...quanto? Vieni in casa...", il biondo fece segno all'altro di entrare, quando era arrivato lo trovò seduto sul gradino della Avengers Mansion quasi appisolato mentre abbracciava dei fiori e una scatoletta. Il genio saltò dallo spavento quando Steven parlò, si alzò in fretta cercando di sistemarsi al meglio.
Steve si volse verso l'altro. "Aspettavi Isaac?"
Tony inghiottì e scosse la testa: "No...ecco...non- no. Affatto". A queste parole Capitan America si volse con un'espressione di domanda sul viso.
"Noi...ci siamo lasciati", disse velocemente, lo sguardo basso e i fiori dietro la schiena.
Lentamente Tony alzò lo sguardo cercando di capire perché Steve se ne stava lì in silenzio, aveva uno sguardo illeggibile.
"Tony...mi dispiace così tanto...", fece un passo verso l'altro che semplicemente alzò la mano.
"Aspetta...non...prima io- io ho scelto Isaac invece che te...ma ho capito. Ho capito che tu sei...", inghiottì sonoramente, "..Steve ecco io..."
Fu improvviso, leggero, ma molto dolce. Le mani di Steve erano così calde sul suo collo, sembrava che il tempo si fosse fermato. Un movimento lento di labbra contro le sue lasciava trapassare il desiderio, la disperazione del soldato che ancora una volta voleva esprimere tutto l'amore che provava per l'altro.
Si allontanarono lentamente l'uno dall'altro, a Tony apparve un leggero sorriso sulle labbra: "Tu..."
"Credo fosse già abbastanza chiaro cosa provassi per te", disse il biondo facendo un passo indietro verso la cucina.
"Sì ma...ecco tu...mi...accetti di già? Così senza neanche- temevo ti saresti arrabbiato con me. Per tutta la storia: Isaac, il sesso di una sola notte e tutto quello che è successo-"
"Non è che non sono arrabbiato, Tony. Non posso negare di avere ancora una ferita aperta dopo quella giornata passata insieme"
Tony sbuffò e mise i regali sul bancone della cucina: "Se solo tu mi avessi trattenuto! Se solo tu mi avessi detto di rimanere di-"
"Ora è colpa mia?!", Rispose secco il biondo guardando Tony con occhi sgranati: "Sei tu che hai deciso di rendere quella 'giornata' una cosa di una volta sola!". Iniziavano ad alzare la voce, un'altra volta.
"Oh ti prego! Sei abbastanza testardo da confessare il tuo amore in faccia al mio corrente ragazzo ma non da chiedermi di restare con te!", Tony aveva un sorriso amaro, la sua testa inclinata verso l'alto, incredulo davanti a quello che stava assistendo.
Steve lo guardò, inghiottì, sbuffò e si girò dall'altra parte: "Lo sai che io voglio soltanto che tu sia felice-"
A quel punto fu Tony ad avvicinarsi di nuovo. Le sue mani, consumate dal lavoro sulle sue armature, presero il viso di Steve. Tony si alzò in punta di piedi e lo baciò, appassionato, desideroso. Praticamente si stava arrampicando sull'uomo più alto quando questi lo prese da sotto le cosce e lo sollevò.
Steve appoggiò Tony sul bancone e iniziò a baciarlo più intensamente, le loro lingue si legavano l'una all'altra in una danza vorticosa, stremante.In un attimo la maglietta di Steve era stata gettata via da un lato, i pantaloni di Tony aperti e tirati giù alle sue caviglie.
A Anthony scappò un urletto: "Steve!", i due risero, finalmente entrambi erano liberi dei loro vestiti.Subito il soldato iniziò a baciare l'altro ovunque potesse, bramava poter sentire quella pelle soffice e calda a contatto con le sue labbra.
Fu come una scintilla che immediatamente diventa un incendio: in poco tempo Steve era dentro Tony, stoviglie, barattoli e utensili da cucina cadevano mentre le braccia di Tony cercavano qualsiasi appiglio per rimanere sulla Terra mentre i suoi sensi perdevano ancoraggio e si alzavano al cielo.
Captain America era forte, caldo, intenso. Era come un giorno d'estate: sudato, caldo, che ti ricopre tutti, quasi ti soffoca.Tony gemeva con acuti sempre più alti, Steve lo seguiva intonando un canto osceno che però era un'estasi incontenibile.
Anthony aprì gli occhi: quelli di Steve erano blu intenso, erano tornare a casa...mentre il suo corpo lo soffocava, i suoi occhi lo rinfrescavano, gli davano ossigeno.
Non appena Steve venne il genio gli abbracciò la testa gemendo il nome di Steve in un urlo strozzato.
Si lasciò ricadere contro steven, stremato.Dopo qualche minuto il soldato iniziò a muoversi, ripulì intorno a loro e ripulì Stark. Baciò gentilmente il suo amato e lo prese tra le sue braccia andando di sopra.
Aprì l'acqua della vasca da bagno e lasciò immergere l'altro prima di sedersi anche lui dentro la vasca.Tony era troppo stanco e troppo estasiato per proferire parola, a Steve non dispiaceva quel silenzio confortevole. I due si asciugarono e finalmente si infilarono sotto le lenzuola.
Tony guardava Steve con grandi occhi scuri, leggermente umido: "Steve..."
Rogers scosse la testa: "Domani...", Gli baciò la fronte, "domani...ora riposa...".
Il genio sorrise dolcemente e chiuse gli occhi, Steve sì avvicinò e si accoccolò accanto a lui, si addormentarono poco dopo, sereni.