Era passata un'altra settimana e Steve stava visibilmente meglio.
Ormai poteva uscire dal letto e farsi lunghe passeggiate per il giardino dell'ospedale, a volte si sedeva su una panchina a scarabocchiare sul suo quadernetto.
Ma non era ancora felice.
Forse non lo sarebbe stato mai, non senza Tony al suo fianco.
Ma cosa poteva fare ormai?
Avrebbe potuto risolvere la cosa due anni prima evitando di fare lo spaccone, avrebbe potuto chiedere il perdono di Tony...avrebbe potuto fare così tante cose!
Ma eccolo qui. Seduto su una panchina del giardino di un ospedale a piangere per il tempo perso.Un po' si vergognava dei suoi pensieri: insomma Isaac era un brav'uomo, voleva bene a Tony. Quindi non poteva provare rancore verso di lui!
Il soldato non si dava pace, era costantemente diviso tra quello che sentiva dentro e quello che sapeva fosse giusto.
Si alzò dalla panchina e a passi lenti ma sicuri si avviò verso la sua stanza da letto.Quella notte Isaac dormiva già da un po', beato lui.
Tony era sdraiato sul letto a fissare il soffitto.
Non riusciva a chiudere occhio: quello che era successo con Steve non gli dava pace. Il suo cuore batteva così forte che anche solo pensare di dormire gli risultava infattibile.
Appena chiudeva gli occhi rivedeva Steve sdraiato a terra esanime, il suo petto pieno di sangue, e lui urlava, piangeva con tutte le sue forze.
Perdere Steve non poteva essere tra le opzioni.Tony si girò sul fianco a guardare Isaac ed era così bello...così quotidiano poter abbracciare e stringere a sé una persona che amava.
Che...amava.
Tony sbuffò mettendosi seduto e si stropicciò la faccia con le mani. Si alzò lentamente e si mise dei pantaloni della tuta e una maglietta nera.
Uscì di casa nel buio della notte dopo aver lasciato un biglietto ad Isaac: 'sono fuori a fare una passeggiata, ti voglio bene'.Tony camminò per un po' sotto le luci dei lampioni. Le mani in tasca mentre guardava per terra le sue scarpe che facevano un passo dopo l'altro.
Forse aveva camminato fin troppo perché Tony alzò lo sguardo: l'ospedale.
Perché arrivare fino a lì? Era un uomo di scienza, non credeva a queste cose di subconscio e interiorità dell'anima che ti porta a casa e blablabla
Ma ormai era qui, si sentiva solo e triste, perché non provare a fare visita a Steve?
Tony camminò silenzioso nel corridoio dell'ospedale. Una infermiera provò a fermarlo:
"Signore? Non è ora di visite""Io...sono Tony Stark ho bisogno di parlare con Captain America..."
"Adesso il Capitano sta riposando..."
"Lo so, è una questione importante...non può aspettare la prego"
L'infermiera annuì e sbuffò "non lo dica a nessuno..."
Tony annuì e si mise gli indici incrociati sulle labbra in segno che non avrebbe detto una parola.
Entrò piano nella stanza, c'era solo la luce della luna. Ormai Steve era staccato da qualsiasi macchinario e dormiva sereno nel letto.
Tony sorrise leggermente e si sedette accanto a lui. Gli spostò un ciuffo biondo di capelli dagli occhi.Era bello. In quell'istante sembrava che tutto quello che era già successo fosse svanito. Tony era ancora all'ospedale a fare battutine al capitano e a provarci spudoratamente.
Steve era ancora appena diventato capo degli Avengers, tutti erano ancora uniti, mai divisi.Tony sorrise al ricordo, chiuse gli occhi e una lacrima scorse sul suo viso. Una mano gentilmente la asciugò.
Steve sorrise a Tony "non piangere Tones~"Tony ridacchiò e scosse la testa: "Sempre a guardarmi in silenzio tu"
Steve rise e fece spallucce, accarezzò il viso di Tony e passò una mano attraverso i suoi capelli.
Tony chiuse gli occhi a quel contatto, era così bello sentire la mano calda di Steve sulla sua pelle, gentilmente prese quella mano nella sua e la baciò rapidamente.Il cuore del soldato ebbe un breve sussulto, Steve sorrise mentre guardava gli occhi di Tony; il quale piano si mise nel letto, si accoccolò accanto al soldato e si strinse a lui: "posso restare qui?"
Steve sorrise e annuì: "sempre"
Anthony scosse la testa: "smielato~"
Steve fece spallucce e baciò i capelli dell'uomo.
Entrambi chiusero gli occhi sorridendo e si addormentarono.