Cosa è casa

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Tony tirò dietro di sé Isaac verso il salotto della Stark Tower. Entrando il professore fischiò sorridendo: "Wow...ti tratti bene eh?"

Tony scrollò le spalle con un piccolo sorriso e andò in cucina: "Vuoi qualcosa da mangiare o da bere?" 

"No grazie...", Isaac sorrideva e guardava Tony con occhi dolci. 

Il miliardario si versò un bicchiere d'acqua e si girò verso l'altro, sorrise timidamente e arrossì: "Cosa c'è?"

"Oh, niente...magari potremmo bere un po' di vino?"

"N...non..."

No Tony, non puoi subito far vedere che sei stato un alcolista. Tanto cosa può fare un bicchiere? Anthony si mordeva il labbro pensando alla decisione da prendere.

Isaac si era già messo a guardare in giro mentre Tony pensava, colse la sua attenzione un quadernetto sul tavolino da caffè del salotto. Lo aprì e iniziò a sfogliare: "Che cos'è?"

"Niente di importante", disse Tony distrattamente mentre beveva da un bicchiere d'acqua. "Sono molto belli e...questo sei tu!", disse sorridendo Isaac tenendo in alto il quaderno verso Tony. 

Tony saltò spaventato e subito si gettò a togliere di mano a Isaac il quaderno: "Questo no! Non- non so neanche perché sia qui è. Davvero lascia stare". L'altro lo guardò un po' inebetito e corrugò la fronte: "Chi ha fatto questi disegni?" 

Tony non aveva la forza di dire quel nome, non voleva confessare che quel quaderno era lì proprio perché ogni sera si sedeva sul divano e sfiorava le linee così esili di quei disegni con le punte delle dita. Isaac non si meritava di essere surclassato a rimpiazzo...

"Di nessuno...."

Isaac annuì e gentilmente pose il quaderno nel camino senza accendere il fuoco, camminò da Tony e lo strinse dolcemente: "Non temere i tuoi ricordi Anthony...se sono stati belli, tanto di guadagnato, se sono brutti...impara da essi e-" 

"No", inghiottì sonoramente l'altro. "Non chiamarmi Anthony per favore". Il professore annuì titubante e lo abbracciò di nuovo. 

Era bello sentire il calore di un'altra persona di nuovo. Tony si sentiva bene contro il petto di Isaac, ma non era ancora casa. Non era ancora pronto per un vero e proprio trasloco, no. Di Steve non gli mancava solo il corpo, ma anche il cuore. Quel battito che l'aveva accompagnato fino a due anni prima non era replicabile. Avrebbe dovuto abituarsi a un'altra casa, ma non era pronto. 

"Scusami Isaac...", Tony si allontanò da lui, "è che sono un po' stanco e quindi vorrei stare un po' da solo". Isaac annuì lentamente e guardò in basso: "Certo Tony, ci vediamo domani?". Tony annuì in silenzio e si incamminò verso la porta, la aprì e sorrise debolmente all'altro: "A domani..." 

Isaac sorrise e prima che Tony potesse fare molto sentì le sue labbra contro la sua guancia. Era una sensazione strana, era soffice, ma malizioso. Come se Isaac volesse già di più da Tony.

Ma il miliardario scosse la testa e semplicemente sorrise.

E chiuse la porta.

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