Struttura di contenimento

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Una settimana.

L'ennesima settimana di prigionia e vita da topi.
Almeno fuori dal carcere mangiavi quando e quanto volevi.

Sam non ce la faceva più: era stufo di stare in una cella ad aspettare chissà chi o che cosa.

"Siamo degli idioti. Ecco cosa siamo. Ma vedrai. Adesso appena tutti dormono riesco a-"

"Sam...per favore...", Mr. Depressione aka Steven G. Rogers si rigirò nella brandina cercando di riposare le sue membra centenarie e stanche. Tanto, tanto stanche.

Sam sbuffò e si sedette nel cigolio generale della sua brandina.

Nella sezione delle donne Natasha sì era già fatta qualche amica: stritolare i cosiddetti a una guardia un po' troppo amichevole ti rende una star all'interno della prigione.

Natasha si stava per addormentare dopo l'ora d'aria quando un secondino l'ha chiamata "Romanov! Devi venire con noi..."
La rossa uscì titubante e seguì i secondini, la fecero salire in macchina ad aspettare

Steve era sdraiato sulla sua brandina quando una voce lo chiamò.

Stava sognando. Era ovvio. Oppure era del tutto impazzito.
Non era possibile che quella voce...

"Alza il culo Rogers, ti portiamo a casa".

Tony si schiarì la gola infilando le mani in tasca e guardando dappertutto fuorché Steve.

"Non devi farlo Tony...", Steve sospirò stando davanti all'altro.

Il genio tirò su col naso e scosse la  testa "Isaac me l'ha chiesto".

Steve annuì tristemente and mandò giù tutto le bellissime parole che aveva per la nuova fiamma di Tony. Si limitò a dire: "Grazie..."

Anthony scosse di nuovo la testa "Non sarete liberi. Sarete confinati in una struttura di contenimento fino a nuovi ordini. E dovrete collaborare"

Steve e Sam si scambiarono uno sguardo e poi annuirono seguendo Stark verso la macchina.

Il viaggio fu lungo e silenzioso fino all'aeroporto.

Una volta lì i gruppi si separarono: Tony e Isaac, Steve, Nat e Sam.

"Grazie ancora per avermi salvato!", Disse con voce squillante Isaac, sinceramente grato di non essere morto la settimana prima.
I tre gli fecero un cenno e salirono sull'aereo.

"Tutto bene...?", disse Natasha dolcemente al Capitano, il quale stava già guardando fuori dal finestrino per distrarsi.

"Si".

E in quel momento cadde un silenzio di tomba per tutto il viaggio.

Una volta arrivati alla "struttura di contenimento" i tre vennero schedati e dotati di un bracciale elettronico.

Erano agli arresti domiciliari nell'Avengers Mansion.

"Non ci credo!", Sam sbuffò esasperato sedendosi sul divano.
Nat lo seguì e fece spallucce: "meglio che in cella".
Steve semplicemente andò verso la camera che gli avevano dato.

Una volta entrato si fermò di colpo: "Tony! Mi...hai spaventato".

Il genio era in piedi nella stanza e lo squadrava da capo a piedi.
Lentamente si avvicinò, gli guardò viso, le labbra, gli occhi.
Prima che Steve potesse fare qualsiasi movimento verso di lui...

SLAP!

Le cinque dita di Tony pulsavano da tanto l'aveva colpito forte. Il capitano si toccò la guancia leggermente e guardò gli occhi rossi e lucidi di Tony.

Questi teneva in alto il dito minacciando il biondo: "Non lo fare mai più. Non metterti più in un casino del genere deficiente. Sono stanco di rimediare alle tue cazzate!"

Velocemente Anthony superò Steve e uscì dalla stanza.

Captain America si voltò leggermente cercando ancora di capire cosa fosse successo.

E' una promessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora