La ferita

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«Era da tanto che non facevamo una pattuglia come si deve.» disse Chat Noir non appena si fermarono su un tetto.

«Già... Nel primo periodo ne facevamo una ogni settimana. Forse prendevamo anche troppo sul serio la cosa dei supereroi, visto che era una cosa nuova.» le scappò da ridere, ma dopo pochi secondi di quella sua spontanea risata si dovette fermare.

Sentiva lo sguardo penetrante del suo compagno su di sé e l'imbarazzo, che di solito accompagnava i suoi momenti con Adrien, prese il sopravvento. Si voltò lentamente e nel vedere davvero quegli occhi felini, fu sicura di essere diventata rossa quanto la sua maschera.

Appariva serio, fin troppo per i suoi gusti: di solito le rivolgeva sempre sguardi maliziosi o allegri, questa volta sembrava quasi che stesse per rivelarle qualcosa di terribile, o terribilmente difficile da dire. Ricordava solo una volta in cui Chat Noir aveva assunto quello sguardo, durante la battaglia contro Dark Cupido. Al ricordo di quella battaglia l'imbarazzo aumentò.

Perché? Allora non si era fatta nessun problema dopo quella battaglia e dopo quel bacio, in fondo l'aveva fatto solo per rompere l'incantesimo su Chat, quindi perché ora, in quel preciso istante, al solo pensiero di aver dato il suo primo bacio a Chat Noir, si sentiva così a disagio? Proprio un paio di giorni prima, nel suo vero aspetto, aveva detto che sentirsi a disagio era una caratteristica delle persone innamorate e lei era innamorata di Adrien, ne era sicura. Eppure, al pensiero di quel bacio, alla vista di quello sguardo serio, si sentiva a disagio. E quell'imbarazzo aumentò e si unì allo stupore quando sentì il giovane super eroe parlare.

«My lady... - cominciò, afferrandole un polso e facendole abbassare lo sguardo per qualche secondo sulle loro mani, per poi tornare a guardarlo negli occhi, come attratta magneticamente a quelle due iridi feline - Non posso più tenermi dentro tutto, è da troppo tempo che lo faccio e se aspetto un minuto di più credo potrei esplodere... - fece un'altra pausa, più lunga della prima, poi dopo un profondo respiro disse le ultime parole - Io ti amo Ladybug.»

Per un attimo la ragazza coccinella credette di aver capito male, poi quando realizzò che ciò che aveva sentito era davvero quello che era stato detto dal suo compagno, sperò di aver capito male.

Quella confessione sincera e sentita l'aveva colpita al cuore. Eppure non poteva negare che, nonostante i sentimenti un po' confusi a certi ricordi con l'eroe gatto, il suo cuore apparteneva solo ad Adrien. Come poteva ora rispondere a Chat che il suo amore non era corrisposto?

In teoria lei sperava che quando due giorni prima le aveva spiegato i suoi sentimenti congedandolo, avesse capito, ma forse lui non voleva sentire ragioni, forse l'amore non voleva sentire ragioni. A quella sua domanda a fior di labbra, rispose lui, senza che lei pronunciasse una singola parola.


«Lo so... So benissimo che il mio amore non è ricambiato. Non so se hai già una persona nel cuore, o se ancora stai cercando quello giusto, ma ho capito che non sarò io... Però avevo bisogno di dirtelo.»

Calò il silenzio e, in quel silenzio, si sentì nervoso. Avrebbe preferito sentirla urlare, inveire contro di lui, avrebbe preferito vederla piangere e scappare via, vederla arrossire come era arrossita poco prima che parlasse, ma ciò che stava facendo lo rendeva nervoso. Lo stava fissando, lo stava fissando con uno sguardo colmo di compassione e di dolore, come se con lo sguardo volesse chiedergli scusa del fatto che lei non ricambiasse il suo amore.

Ad un certo punto, senza più riuscire a reggere quella situazione, ruppe di nuovo il silenzio.

«Ti prego dimmi qualcosa...»

La vide aprire e richiudere la bocca un paio di volte, sempre con quello sguardo colmo di dolore, poi finalmente, con filo di voce, disse qualcosa.

Makohon Saga _ Le Coeur de Paris [volume 13]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora