Lo spot

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«Marinette sei sicura? Insomma io...»

«Adrien, ho letto il copione, stai tranquillo!» lo rassicurò lei, con uno dei suoi migliori sorrisi, mentre entravano negli studi televisivi.

«Ok... Forse sono io... Insomma è la prima volta che faccio una cosa del genere... Quando si tratta di fotografie o di sfilate è diverso insomma, non mi sento così... Così...» lo bloccò, afferrandogli la mano.

«Adrien sarai fantastico come sempre! E molto probabilmente, appena questo spot sarà disponibile online sarò la prima a scaricarlo e me lo vedrò ogni giorno.» disse con tono ironico, ma entrambi sapevano benissimo che sarebbe stato sul serio così.

«Oh Marinette, sei la fan più invasata che un ragazzo possa avere!» esclamò, scoppiando a ridere e facendola arrossire, subito dopo però mise il broncio.

«No, ma grazie...»

«Ehi, guarda che era un complimento... Insomma quale ragazzo può vantarsi di avere come fidanzata la sua fan numero uno?» cercò subito di spiegarsi lui, ma questo non fece altro che peggiorare la situazione.

La corvina a quelle parole iniziò a sentire il sangue salirle alle guance e mandargliele completamente a fuoco, era sicura di essere diventata paonazza.

«Fi-fi... Fidan...»

«Sì coccinellina, fidanzata... Insomma dopo due baci e sentimenti corrisposti, cosa potremmo essere se non fidanzati?»

«Ma... Ma... Tu... Io...» niente, non riusciva più a parlare, il suo balbettio sembrava averle bloccato non solo la bocca, ma anche il cervello.

Adrien le stava dicendo che loro due erano fidanzati. Possibile che dopo una settimana e mezza da quel bacio a scuola davanti a tutti, lei non avesse dato questa stessa cosa per scontata? Lei era fidanzata con Adrien Agreste, lei. Nella sua mente apparve per un'attivo il volto compiaciuto di Alya "Un altro passo verso il tuo sogno, ragazza!"

«Marinette, tutto ok?» le chiese il biondo riportandola alla realtà.

«Uhm?? Sì, sì, tutto ok... Ora vediamo di trovare lo studio televisivo giusto, prima di perderci qui dentro.»

«Tranquilla, siamo arrivati.» la rassicurò lui aprendo la porta antincendio che aveva la targa con il numero tre.


Il ragazzo era seduto sulla panchina, le gambe, fasciate in un paio di jeans, erano accavallate mentre di sopra indossava una maglia a maniche lunghe bianca e uno smanicato nero, molto aderente, con il cappuccio e la cerniera aperta per metà. Le braccia erano poggiate sulla spalliera della panchina e aveva l'aria rilassata o almeno era questa l'apparenza.

Dentro di sé si sentiva nervoso: mai gli era successo di sentirsi così. Sentiva addosso lo sguardo serio e carico di aspettative del regista, l'obbiettivo della telecamera che lo inquadrava dalla testa ai piedi, probabilmente ritraendolo in un bel primo piano, e poi tutti i tecnici dentro lo studio che lo guardavano. In quel momento gli sembrava tutto minaccioso, tutto tranne lei, a cui aveva rubato un bacio sulle labbra, prima di salire assieme ad Angelie sul vero e proprio set. Lei era il suo raggio di sole in quei volti glaciali ed ora gli stava sorridendo, guardandolo ammirata, mentre lui sfoggiava come al solito tutta la sua naturalezza nel fare quello che era abituato a fare sin da bambino, indossare. Perché era questo che faceva un modello: pavoneggiarsi davanti all'obbiettivo attraverso pose plastiche e gesti lenti e calibrati. Era quello che doveva fare, rilassarsi e fare quello che sapeva fare meglio.

Angelie entrò nel set, con la sua solita grazia e perfezione, i capelli neri che ondeggiavano leggeri mentre camminava. Anche lei indossava un paio di jeans skinny, mentre sopra portava una camicetta tartan a quadri neri e bianchi, annodata proprio sopra l'ombelico, in modo da lasciarle il ventre appena visibile.

Makohon Saga _ Le Coeur de Paris [volume 13]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora