Lo stupore

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«Chaaaat!» gridò la ragazza, svegliandosi di soprassalto, imperlata di sudore, con il fiato corto e quel nome ancora in bocca, il tutto mentre il cuore batteva impazzito nel petto, come se volesse uscire dalla cassa toracica.

«Marinette, che è successo?» chiese con aria preoccupata il kwami, che in poco tempo le fu accanto.

«Io... – sospirò passandosi una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore – Nulla... Solo un'incubo...» concluse, continuando poi a guardare il vuoto.

Subito dopo la piccola creatura rossa dovette nascondersi perché Sabine Cheng apparì dalla botola che dava sulla camera della figlia e fece capolino con il volto nel soppalco in cui si trovava il letto, rivolgendole la stessa domanda.

La ragazza la congedò con un sorriso e una rassicurazione e, solo quando si sentì la botola chiudersi di nuovo, Tikki uscì nuovamente da sotto le coperte, mentre lei stava ancora pensando all'orrendo incubo che aveva fatto.

«Sei preoccupata per Chat Noir vero?» le chiese, ma lei non rispose a voce, fece solo un cenno di testa.

All'improvviso vide la creatura pararsi davanti a lei, decisa.

«Trasformati!»

«Cosa?! Perché?» chiese interdetta la ragazza.

«Così provi a chiamarlo...» le rispose la kwami.

«Per dirgli cosa? Già mi sento abbastanza in colpa per averlo ferito, come se non bastasse se mi chiedesse qualcosa dovrei pure mentirgli.»

«Non dovrai mentirgli, puoi dirgli la verità. Chat Noir non ha mai visto che la ferita che ti sei procurata quel giorno con lui non è guarita con il Lucky Charm. Dopo allora ti ha vista solo il giorno in cui è venuto qui da te, e quel giorno avevi addosso una maglietta a maniche lunghe, no? Inoltre la ferita era già guarita completamente.» la rassicurò la sua piccola amica.

Marinette rimase ferma per qualche minuto, poi prese la sua decisione.

«Tikki, trasformami!» disse decisa, ancora seduta sul suo letto, scostandosi i capelli dall'orecchio.

Subito dopo aver preso le sembianze di Ladybug la ragazza mise mano al suo yo-yo e chiamò il compagno. Perché lo stava facendo? Sicuramente Chat Noir ora era nella sua forma normale, probabilmente stava dormendo, probabilmente ce l'aveva con lei, probabilmente...

«My lady...»

«Ch-chat!»

«Lo sapevo che mi avresti chiamato.» le disse il ragazzo e lei vide il suo sorriso sincero attraverso lo schermo.

«Come... Come stai?»

«Eri preoccupata per me?» chiese con il suo solito tono malizioso, facendola arrossire, sì, stava decisamente meglio.

«Che ne dici se ci vediamo al parco?» chiese l'eroe gatto con fare più gentile.

La giovane eroina guardò un attimo l'orologio: erano le tre, aveva tutto il tempo, inoltre in quel modo avrebbe avuto l'occasione di dire a Chat la verità.

«Va bene, ci vediamo al parco.» disse lei per poi chiudere la chiamata.


Atterrò vicino al luogo prestabilito con un balzo: per lui che era abituato a correre sui tetti a quattro zampe, usare solo le gambe era una faticaccia. Entrò nel parco e vide la sua amata seduta sulla panchina che si guardava intorno, nel suo sguardo e nelle sue movenze si vedeva chiara l'agitazione e la preoccupazione.

Le si avvicinò e, quando si voltò dal suo lato, vide il suo sguardo azzurro intenso posarsi sull'imbracatura che aveva al braccio e rattristarsi.

Makohon Saga _ Le Coeur de Paris [volume 13]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora