La confusione

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Il ragazzo si buttò sul letto.

«Possibile che ultimamente non fai altro che sospirare?» chiese Plagg addentando un pezzo di camembert.

«Non è colpa mia Plagg... – protestò lui – È che ultimamente ho troppi pensieri per la testa... È vietato forse?»

«Pensieri, pensieri, pensieri... Voi umani siete troppo complicati...»

«Grazie tante! Sei sempre d'aiuto!» lo rimproverò il biondo girandosi su un fianco e fissando il muro.

Percepì un sospiro e poi vide il suo kwami nero mettersi sul cuscino: non aveva più quel formaggio puzzolente tra le zampe e sembrava guardarlo con affetto, come un gatto che vuole fare le fusa.

«Quali sono questi pensieri che ti arrovellano il cervello?» chiese.

«Lascia stare... Non capiresti, oppure mi prenderesti in giro...»

«Senti ragazzo, vivo da più di cinquemila anni, capisco più di quello che pensi. Avanti parla!» gli ordinò.

Adrien fece un sospiro e poi si mise seduto, a quel punto Plagg si posizionò sul suo ginocchio, assumendo uno sguardo attento.

«Il fatto è che l'altro ieri, alla festa di Chloé, mi sono sentito strano... Io... Credevo di essere innamorato di Ladybug e invece...»

«Oddio non dirmi che ti sei innamorato di Chloé!?» lo fermò il kwami nero sconvolto.

«Ma no! Cosa dici?! Lei non c'entra nulla... – sentì la creatura fare un sospiro di sollievo – Parlo di Marinette... Ultimamente non riesco più a comportarmi normalmente con lei, mi sento sempre in imbarazzo, come se dovessi apparire perfetto, ma non ci riesca. Mi sento...»

«Inappropriato?» cercò di aiutare il piccolo amico.

«Esatto.»

«Posso farti una domanda? – il ragazzo alzò solo gli occhi a quella richiesta, poi il kwami proseguì – Cos'è che ti piace in Ladybug?»

Esitò un po' prima di rispondere, un po' per imbarazzo, un po' per cercare di pensare bene alla risposta che voleva dare.

«È forte, determinata, coraggiosa, sa sempre cosa fare...»

«Questi sono pregi da combattimento Adrien, sono le caratteristiche per una compagna d'armi, non per un'amore...»

«Beh, ma mi piacciono anche i suoi capelli, il suo fisico, i suoi occhi...» il ragazzo si perse per un'attimo nei suoi pensieri, mentre davanti a lui sembrava apparire l'immagine stupenda dell'eroina parigina.

«Ok, ed invece per Marinette cosa provi?» continuò il kwami riportandolo alla realtà.

Il ragazzo dovette riscuotersi dal torpore in cui era caduto pensando a Ladybug, ma in tempo zero si trovò a crollare nell'immaginazione di un'altra ragazza, molto simile, ma completamente diversa nel carattere.

«Marinette è buffa, impacciata, gentile. Ogni volta che la vedo mi sembra quasi che abbia bisogno sempre di me, ma allo stesso tempo anche io credo di aver bisogno di lei. Da quel giorno sotto la pioggia, in cui siamo diventati amici ho compreso che forse è l'unica persona al mondo di cui non posso fare a meno...» si bloccò, il suo kwami lo stava fissando intensamente, sul suo muso era stampato un sorriso felino, degno della malizia di Chat Noir, un sorriso che Adrien comprese benissimo.


Ladybug stava combattendo già da qualche minuto contro il nemico. Questa volta Papillon aveva fatto un lavoro eccellente: la vittima della sua akuma era stata la professoressa di fisica che dopo l'ennesimo compito non svolto da un'intera classe si era fatta prendere dalla rabbia. Ora con un raggio che le partiva dal centro della montatura degli occhiali, costringeva chiunque non stesse facendo nulla a fare compiti di fisica: la gente si fermava, così, in mezzo alla strada ed eseguiva complicatissimi problemi di fisica, scervellandosi per trovare una soluzione.

Makohon Saga _ Le Coeur de Paris [volume 13]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora