L'ossigeno

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Chat Noir balzò dentro l'edificio da una finestra aperta. La sala era una delle tante dell'Aquarium de Paris, per la precisione quella dei pesci tropicali.

Ladybug stava già combattendo contro il nemico akumatizzato: un uomo con un costume che lo faceva sembrare un'incrocio tra un'uomo e un pesce, in mano aveva un secchio in metallo, uno di quelli che si usano per tenere i pesci da dare ai delfini o agli squali.

Il nemico stava per attaccare la ragazza coccinella e lui si gettò tra i due, parando lo schizzo d'acqua con il bastone, uno spruzzo con una pressione mostruosa sparato proprio dal secchiello.

«Mi dispiace pesciolino, ma la festa è finita!» disse quando il getto finì, poi allungò il bastone e lo colpì alla caviglia, facendolo cadere a terra, in modo che potesse parlare un'attimo con lei.

«Allora, my lady, che cosa...?» non ebbe il tempo di finire la domanda che la compagna gli rispose risoluta.

«Sicuramente l'akuma è nel secchiello dobbiamo toglierglielo di mano.» fece, fredda come il ghiaccio, era da cinque giorni che la situazione era così.

Non che tutti e cinque i giorni fosse stato con lei, ma nelle due battaglie dei giorni precedenti, la ragazza aveva avuto sempre la stessa reazione distaccata che aveva in quel momento. Era come se per lei, non fosse altro che una spalla, un aiuto di cui poteva anche fare a meno.

Ovviamente non si era più sognato di andare a trovarla a casa e come se non bastasse, anche quando la incontrava per il progetto, con l'aspetto di Adrien, lei non era glaciale, ma lui si sentiva a disagio. Stare con lei, sapendo che era infuriata con la parte di lui che non conosceva lo faceva stare malissimo.

Per tutti e cinque i giorni la tentazione di dirle la verità era sempre stata fortissima, ma poi un po' per paura della sua reazione, un po' perché non voleva deluderla ancora di più, non lo faceva. Più di una volta si era morso, letteralmente, la lingua per trattenersi dal pronunciare qualsiasi parola, frase o considerazione che avrebbe potuto svelarle la sua identità.

Lei però non aveva accennato a quella discussione mai, in tutti e cinque i giorni né con Chat, né con Adrien: rimaneva solamente fredda e distaccata con il primo e timida ed impacciata con il secondo.

«Mi stai ascoltando o no?» domandò scocciata.

«Certo che sì. Dimmi come agire.» gli rispose lui, sorridendole e sperando come sempre di essere ricambiato, ma non accadde neanche quella volta.

«Tienilo occupato mentre io uso il Lucky Charm e vedo di finirla in fretta.»


«Agli ordini!» le rispose lui con un'altro sorriso, per poi mettere mano alla sua arma e darle le spalle.

Nel suo cuore, da ormai cinque giorni, regnavano sentimenti contrastanti. Da un lato voleva perdonare Chat, in fondo lui era innamorato davvero di Ladybug e lei lo sapeva bene, quindi forse nello scoprirlo si era solo comportato nel modo più scontato che gli fosse venuto in mente, tentare un'altro modo di conquistarla. Dall'altro però l'idea che lui sapeva che a lei piaceva un'altra persona, la assillava e le impediva di perdonarlo e di comportarsi in modo diverso in sua presenza. Come se non bastasse i tentativi di Chat di riallacciare i rapporti e di farsi perdonare, la intenerivano e la infastidivano allo stesso tempo.

Non aveva più idea di cosa doveva fare: doveva perdonarlo oppure no? Si domandava, mentre lui continuava a combattere.

Rimase quei pochi secondi ad osservare i suoi muscoli tendersi e contrarsi sotto la tuta in pelle nera e, subito, quella sensazione di calore le inondò tutto il corpo. Scosse la testa scocciata da quei pensieri, la priorità era la battaglia. Quello che doveva o non doveva fare con Chat, l'avrebbe deciso dopo.

Makohon Saga _ Le Coeur de Paris [volume 13]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora