Le alleate

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«Te lo ripeto Angelie, non è come pensi tu...» disse il giovane supereroe con aria ormai disperata.

Era passata più di mezz'ora da quando era arrivato. Appena la ragazza era comparsa alle sue spalle con la pistola, aveva reagito ed era riuscito a togliergliela di mano, ma lei con uno schiocco di dita l'aveva fatta sparire e nella sua mano aveva fatto apparire un'altra arma. Aveva continuato così, cambiando armi, cambiando aspetto: a quanto pareva il potere che le aveva donato Papillon con la sua akuma era quello della metamorfosi.

«Ah no? – chiese lei divertita e ironica – Allora fermiamoci un attimo e parliamone che ne dici?» a quelle parole la ragazza si avvicinò a Marinette e si sedette di fianco a lei, avvolgendole il braccio attorno alle spalle.

Chat Noir la vide rabbrividire a quel contatto, come se avesse avuto paura, e strinse nervoso il suo bastone, guardando la scena, impotente, sapeva che se avesse fatto una qualsiasi mossa la modella avrebbe potuto fare del male alla ragazza.

«Non la toccare...» sibilò irritato.

«Non vuoi proprio capire vero? La tua cara fidanzatina ti tradisce...» le disse lei con un tono dolce e freddo allo stesso tempo, accarezzando la guancia di Marinette, che tentò di scostarsi.

«Non è così... Marinette non lo farebbe mai!» continuava a stringere la sua arma, tanto da sentire male alla mano.

«Ma tesoro, io l'ho vista con i miei occhi... Tre giorni fa era sul set del mio spot era a sbaciucchiarsi con Agreste junior. Vero dolcezza?»

La vide scostarsi di nuovo da lei, che continuava a starle vicino e poi guardarlo con uno sguardo dispiaciuto. Lo sapevano: sapevano entrambi che la loro relazione sarebbe stata complicata eppure, almeno lui, non avrebbe mai pensato che quelle complicazioni sarebbero arrivate così in fretta.

Rimase fermo, immobile, non sapeva come rispondere. Se avesse detto la verità avrebbe rischiato di svelare anche a Papillon la sua identità, allo stesso tempo non poteva negarla, Angelie Fontaine era proprio lì, quando lui aveva baciato Marinette senza maschera.


«È vero! – disse decisa e sentì lo sguardo di entrambi fissarla – È vero Chat! Io sto con Adrien Agreste...»

«Visto, che ti dicevo?» fece lei con aria soddisfatta, alzandosi e allontanandosi un po'.

Chat Noir invece la stava ancora guardando: i suoi occhi felini, verdi come lo smeraldo, stavano incrociando i suoi e lei sentiva il cuore batterle furioso nel petto.

«Sì... Sono innamorata di lui... Lo sono da tanto ormai... Da quel giorno che mi offrì il suo ombrello davanti a scuola... Quel suo sguardo gentile, quella sua risata spontanea, mi hanno colpito... Amo i suoi occhi verdi i suoi capelli biondi il suo viso da angelo... Penso di non aver mai provato nulla del genere per un'altro ragazzo...»

Probabilmente non si era mai aperta così tanto, nemmeno con Alya, o con se stessa, ma nel vedere quello sguardo disperato e commosso mentre andava avanti a parlare, le parole le erano uscite quasi da sole, come se solamente con quelle potesse tranquillizzarlo, rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene. Perché alla fine era quello il suo compito, era quello il compito di Ladybug, sostenere il suo gatto nero, qualsiasi cosa fosse successa.

«Marinette...» lo sentì dire con un soffio.

Gli sorrise e in quel momento non ci fu più niente e nessuno: solo loro due. Persino il dolore ai polsi e alle caviglie era sparito, per un'attimo si era dimenticata anche della modella, che poco più in là li stava guardando innervosita.

«Ok, basta... Sei un po' troppo sdolcinata per i miei gusti...» disse irritata Angelie, facendola tornare alla realtà.

Subito dopo quell'avvertimento la ragazza percepì un dolore lancinante al collo, dopo di ché fu tutto buio. L'ultima cosa che vide fu Chat Noir che urlava il suo nome.

Makohon Saga _ Le Coeur de Paris [volume 13]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora