L'eroe

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«Mi ci voleva proprio una bella doccia, dopo quasi una giornata intera di battaglie... – sospirò la ragazza, rientrando in camera sua – E pensare che ci mancano ancora cinque akuma da catturare... Insomma come...»

«Cos'è quello?» chiese lui, ignorando completamente il suo discorso, mentre continuava a fissare con astio l'unico foglio ormai appeso sopra la sua scrivania.

«Oh quello? Siamo noi! La nostra squadra! Me l'ha dato Nathaniel ieri. – rispose tranquillamente lei con un sorriso, ma a quella risposta il ragazzo si alzò di colpo dalla chaise-long con un verso scocciato e si diresse verso le scale – Adrien che succede?» chiese allora stupita.

«Ecco ci risiamo! – attaccò il kwami nero assaporando la sua ricompensa per il duro lavoro – Dovresti fare i conti con la tua gelosia ragazzino!»

«Gelosia?» fece Marinette, che ancora non aveva capito nulla.

«Tu dovresti essere l'ultimo a parlare Plagg...» lo rimproverò il kwami rosso, mordicchiando anche lei il suo biscotto. Anche la piccola creatura nera fece un verso di stizza, poi mollò il triangolino di formaggio sulla scrivania e fluttuò fino al biondo che era arrivato quasi alla sommità delle scale.

«Ehi moccioso! Guarda che dico sul serio, tu...»

«Zitto!» sussurrò appena, scacciando poi il kwami con un movimento rapido del dito medio contrapposto al pollice.

«Adrien! – urlò con un tono stupito e di rimprovero lei, mentre il piccolo gatto schizzava via verso il basso – Tutto ok, Plagg?» chiese preoccupata non appena lo prese al volo, controllandogli il musetto.

«Sei un grandissimo idiota!» sbraitò lui al suo portatore, che però era già sparito, probabilmente si trovava nella terrazzina.

«Plagg non trattarlo così male. Insomma in fondo anche tu ti arrabbiasti per quel bacio.» disse con tono tranquillo Tikki, avvicinandosi a lui.

«Ancora non capisco...» disse Marinette dubbiosa.

Che stava succedendo? Perché tutt'un tratto Adrien si stava comportando in quel modo? Insomma aveva sempre mostrato un certo astio per Lila e Nathaniel, ma non era la prima volta in quella giornata che si comportava in quel modo.

«Va a parargli, ha bisogno di te ora.» le sorrise la sua kwami, prendendo per la zampina il suo simile e trascinandolo via, di nuovo verso la scrivania.

Rimase per un attimo a guardare i due spiriti discutere, poi con un po' di timore iniziò a salire la rampa di scale che portava al suo letto e alla finestra che si affacciava su di esso. Spinse contro l'anta a vetro, aprendola. Il giovane modello era lì: bello e aitante, le mani in tasca in una delle sue classiche pose plastiche. Nonostante non stesse posando per nessuno lui teneva sempre quella postura perfetta, in controluce per via del tramonto.

La ragazza rimase lì a fissarlo senza riuscire a parlare o a muoversi, riusciva solo a guardarlo, tenendo lo sguardo fisso sul fisico perfetto che le dava le spalle.

«Cosa ci trovi in me?» chiese all'improvviso il ragazzo.

«Eh?» sobbalzò lei, tornando in sé, per poi fare un verso di dolore quando l'anta della finestra, che aveva mollato per distrazione, le sbatté in testa.

Il ragazzo si voltò di colpo, mentre lei tirava bene su il vetro e si massaggiava il capo sul punto dolorante.

«Accidenti Marinette, sei un disastro!» la rimproverò lui, avvicinandosi e porgendole una mano per aiutarla ad uscire completamente dalla botola.

Nell'uscire inciampò, cadendo rovinosamente tra le sue braccia che però la sostennero senza nessun problema, facendolo indietreggiare solo un po'. Si raddrizzò e lentamente alzò il capo verso di lui, per poi incrociare quei magnetici occhi verdi.

Makohon Saga _ Le Coeur de Paris [volume 13]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora