Ciao Sconosciuto, si continuerò col "ciao" fin quando non riuscirò a trovare un saluto migliore.
Odio questa parola, comunque. Tanto per fartelo sapere. Non so se può interessarti una lista di tutte le cose che odio, ma pian piano ne scoprirai qualcuna in ogni caso. Di questo sono certo.
Per esempio odio le persone, ma non te, ne abbiamo già parlato. Almeno, per il momento non ti odio.
Abbiamo parlato anche di questo, mi pare, nella lettera in cui ti dissi che avevo una domanda da farti. La prima lettera. Sai cosa volevo chiederti?
Se hai un po'di intelligenza ci sarai arrivato.
O almeno, a me sembra abbastanza logico.
Come mai il tuo indirizzo era nei registri di questo orribile luogo?
Sei uno dei gestori? In questo caso sappi già che ti odio.
Sei uno degli internati precedenti?
Cioè, prima o poi ci lasceranno liberi? Che si prova?
O sei morto qua dentro e quello è l'indirizzo a cui recarsi per trovare la tua tomba?
Qui dentro moriremo tutti,non vedremo MAI la luce
In ogni caso preferisco credere che sia la seconda l'opzione corretta.Perché la speranza si trova sempre nelle cose più inverosimili.
Non so che dirti. Mi viene da piangere quando penso che tu potresti non essere mio amico.
O se penso che avresti potuto esserlo se solo fossi nato prima, o morto tu dopo, ma ora sono solo comunque. Sì, preferisco decisamente dieci milioni di volte credere che tu sia fuggito.
O che ti abbiamo lasciato libero, ancora meglio.
Ma non è così vero? Non succederà mai. Io vedrò la luce solo quando raggiungerò i miei genitori.
Sempre se non verrò punito e mandato all'inferno per la mia disobbedienza. Ho di nuovo paura.
O forse c'è l'ho ancora, non mi è mai passata, ma ci ho fatto caso solo adesso. In ogni caso ho paura.
Degli interrogativi che mi si stanno formando in testa. Di tutta questa situazione. Di tutte queste incertezze su di te e sulla mia vita.
E se impazzissi di più scrivendo le lettere, che lasciando perdere tutto e continuando come ho sempre fatto finora?
E se non riuscissi comunque a sfogarmi o sfogandomi mi passerà la rabbia e non riuscirò più a scappare?
E se fosse proprio il fatto di sfogarmi a portarmi alla morte? ( Ti spiegherò nella prossima lettera)
Ho paura, di quella paura che ti invade sin dentro le viscere. Ho paura!
Ho paura, di quella paura che ti perseguita a vita.
Ho paura!
Ho paura. E di quella paura che più a lungo ti perseguita più dolore ti reca. Ho paura.
Perché qui dentro si può generare, in noi poveri sventurati, solo e soltanto quel genere di paura che ti si conficca nelle vene senza più uscirne e che più tu vai avanti più lei ti condanna.
Forse io ancora non sono arrivato a questo punto.
O, forse, sono già spacciato.Non mi piace salutare,
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General FictionUn orfano, prigioniero dei suoi "tutori". Si può usare la parola prigioniero? No, perché è quello che sono. Un prigioniero, insieme a tanti altri. È sto impazzendo, in questa mia prigione. Mi tormentano, in questa mia prigione. Come? Lo scoprirete...